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Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Non so voi, ma io ieri sera, dopo aver visto il trionfo della squadra di volley femminile italiana e le schiacciate di Paola Egonu contro le ragazze turche, ho trovato su Mubi “Conoscenza carnale” diretto da Mike Nichols nel 1971, dopo “Il laureato” e “Comma 22”, scritto dal cartoonist Jules Feiffer, interpretato da uno strepitoso luciferino Jack Nicholson, che aveva interpretato solo “Easy Rider” e “Cinque pezzi facili”, Art Garfunkel a 29 anni e già una star, Candice Bergen a 25 anni, Ann-Margret nel film più importante della sua vita, e sono impazzito. Non lo vedevo da allora.
jack nicholson Conoscenza carnale
E anche se nella copia (completa!) di Mubi ho trovato il linguaggio realistico e volgare di Feiffer che allora fece scandalo, Nicholson chiama “cunt” Ann-Margret, cosa mai sentita al cinema, come non si era mai visto un preservativo, non ho trovato, ahimé, e mai lo ritroverò, lo schermone con la fotografia sontuosa di Giuseppe Rotunno che mi avvolse e mi turbò la prima volta che vidi il film. I personaggi, soprattutto Candice Bergen e Jack Nicholson, vengono fuori da un’oscurità pittorica che il cinema americano non conosceva.
jack nicholson Conoscenza carnale
Nichols ruba a Rotunno, e ai suoi film con Fellini e Visconti, la profondità visiva e letteraria che i film americani, almeno allora, non avevano. Ma rivedendo il film, che venne molto criticato dia critici americani del tempo, Studs Terkel lo definisce “un capolavoro di packaging brillante, dentro non c’è niente, niente altro che l’illusione di qualcosa…”, altri un “male ego trip”, trovo invece un modernissimo attacco, come era stato del resto “Il laureato”, alla cultura tossica maschile americana che schiacciava le donne a puri stereotipi.
I due amici, il Jonathan di Nicholson e il Sandy di Garfunkel, parlano di figa e di tette da quando sono al campus, Jonathan spinge Sandy tra le braccia della Susan di Candice Bergen per poi scoparsela senza mai osare dirglielo. Poi si mette con l’oggetto sessuale del paese, una esuberante Ann-Margret, che maltratta al punto da definirla “cunt”, dalla quale vuole solo un pompino.
Se il più tranquillo Sandy passa dallo stato di bravo ragazzo che scopa malamente a hippy quarantenne con fidanzata minorenne, Jonathan, il Don Giovanni, finisce per rivedere tristemente le sue conquiste, sì, c’è pure Sandy per sbaglio (dice), e per pagare una prostituta, Rita Moreno, per chiudere il film sul suo cazzo. Film modernissimo e audacissimo, penso che non venne capito, e venne scambiato per modaiolo inutile, quando era un durissimo attacco alla cultura maschile del paese, l’unica cosa che potevano fare, da maschi, Feiffer e Nichols.
nanni moretti e laura morante bianca
Su Mubi trovate anche “Bianca” di Nanni Moretti pazzamente innamorato di Laura Morante, e “A Venezia un dicembre rosso shocking” di Nicolas Roeg con Donald Sutherland e Julie Christie. Su Amazon prime avete “Il ministero della guerra sporca” di Guy Ritchie con Henry Cavill e Eiza Gonmzales, il profetico “Civil War” di Alex Garland con una strepitosa Kirsten Dunst come la fotografa di guerra Lee, e i suoi non meno strepitosi compagni di viaggio Wagner Moura, il giornalista della Reuter Joel, Stephen Henderson come il veterano Sammy e la giovane Cailee Spaeny come Jessie.
Ma scordatevi che il film ci offra una qualche chiave politica per capire l’America di oggi. Volutamente, forse proprio per rispettare il punto di vista giornalistico dei suoi protagonisti, non si sbilancia, si astiene da qualsiasi commento possibile sullo scontro tra Biden-Trump, sul futuro dell’America. Ci mostra però un presidente dittatore impazzito, Nick Offerman, chiuso nella Casa Bianca, che offre al giornalista Joel un’ultima intervista, in un paese dilaniato da una guerra quasi senza logica.
La California e il Texas, due stati davvero distanti politicamente, mettiamoci anche i non precisati “maoisti di Portland”, si sono uniti per far fuori il presidente. Ma la follia della guerra domina qualsiasi situazione e rende quello che è in fondo un road-movie, un viaggio di 879 miglia da New York a Washington di quattro giornalisti, non molto dissimile dal viaggio di “The Last of Us”, una discesa agli inferi nella logica-non-logica di chi spara tanto per sparare e di chi risponde solo perché gli hanno sparato.
Ma trovate anche “Perfect Days” di Wim Wenders, “The Fall Guy” con Ryan Gosling e Emily Blunt. Su Netflix vedo molte new entries, come “per Elis. Il caso Klaps”, serie diretta da Marco Pontecorvo con Gian Mauro Saurino, Anna Ferruzzo, Francesco Acquaroli, l’action “Io sono nessuno” di Ilya Naishuller con Bob Odrekerk, l’avvenbturoso “Iron Mask” di Oleg Styepchenko con Jason Flemyng, che recita dietro la maschera di ferro, Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger. Ma la bomba del momento, prima nelle classifiche Netflix, è la serie inglese murrder/mystery “Come uccidono le brave ragazze” (” A Good Girl’s Guide to Murder.) ideata da Poppy Cogan e diretta da Dolly Wells con Emma Myers e Zain Iqbal.
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