DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro che vediamo stasera? Iris alle 21 propone l’ottimo “L’ora più buia” di Joe Wright, che ha appena finito di girare in Italia “M”, con Gary Oldman come Churchill, Kristin Scott Thomas, Lily James, Ben Mendelsohn, Stephen Dillane.
Non solo Oldman arrivò finalmente all’Oscar, anche se col volto nascosto da chili di gomma, ma è anche un buon film. Solido, elegante, approfondito, il migliore dello spesso esagerato Joe Wright, su sceneggiatura di Anthony McCarten, che descrive come Winston Churchill, nel maggio del 1940, prese il posto di Neville Chamberlain come Primo Ministro inglese, riuscì a salvare 300 mila soldati da Dunkirk e decise di non cedere alle pressioni per una pace con Hitler, sembra costruito per la performance di un grande attore inglese come Churchill.
E Churchill è appunto Gary Oldman, aiutato nell’impresa da un make-up speciale, premiato con un secondo Oscar, opera di Kazuhiro Tsuji, che lo limita un po’ nei movimenti facciali, ma lo rende davvero perfetto al celebre personaggio. A suo fianco, nel ruolo di Neville Chamberlain, il vecchio Primo Ministro uscente che molto trama contro di lui, avrebbe dovuto esserci John Hurt, ma la malattia lo ha portato via prima di poter iniziare il film, e troviamo così l’ottimo Ronald Pickup.
Ma tutto il cast attorno a Oldman è di gran livello, da Kristin Scott Thomas come la moglie Clementine, coi capelli bianchi che faranno impazzire le sciure dei Parioli, Ben Mendelshon come King George VI, la bella Lily James, che trovate in sala in “Finalmente l’alba”, come la segretaria Elizabeth Layton, che affianca Churchill come un’ombra, Stephen Dillane come Lord Halifax. Costruito in gran parte come il controcampo del Dunkirk di Christopher Nolan, cioè su quello che capitava in patria mentre i soldati inglesi erano spiaggiati tra Dunkirk e Calais, con un Churchill che deve ancora farsi perdonare il disastro militare di Gallipoli, è un film molto compatto tutto sul personaggio e sulle motivazioni che lo porterano alle storiche decisioni.
Mentre i conservatori, in realtà, spingerebbero per una pace, ben poco onorevole, con Hitler che metterebbe l’Inghilterra in una situazione non così rassicurante a livello internazionale e umanamente odiosa, dopo i tanti morti in Francia.
Churchill tesse una lunga tela da raffinato politico, ma cerca di capire anche la pancia del popolo arrivando a prendere addirittura la metro come nemmeno la Meloni fa.
Cine 34 alle 21 passa “Ricky e Barabba” di Christian De Sica con Christian De Sica, Renato Pozzetto, Francesca Reggiani, Franco Fabrizi, Sylva Koscina.
Svegliate Dago che su Tele San Marino alle 21 passa un capolavoro della MGM di Irving Thalberg come “Grand Hotel” di Edmund Goulding, scritto dalla sceneggiatrice viennese Vicki Baum (e segretamente da Bela Balasz e chissà quanti altri) con Greta Garbo, John Barrymore, Wallace Beery, Joan Crawford, Lionel Barrymore, Lewis Stone, Oscar come miglior film nel 1932.
Sì, non è freschissimo, ma è superiore a tutte le commedie simili che hanno cercato di fare nei novant’anni successivi. Thalberg aveva già recuperato i 35 mila dollari sbordati per i diritti del libro della Baum con la versione teatrale a Broadway, ancor prima di girare.
A John Barrymore piaceva così tanto l’idea di apparire in un film con la Grabo che accettò un contratto di tre film con la MGM. Joan Crawford, che non aveva scene con la Garbo, quando la vedeva cercava di salutarla, ma quella non le rispondeva. Così si mise zitta. Fino a quando la avvicinò la Garbo che le chiese: “Stavi cercando di dirmi qualcosa?”.
greta garbo e john barrymore grand hotel
La Crawford non voleva il ruolo che le avevano dato. Troppo provocativo. La censura la avrebbe tagliata. La convinsero che sarebbe tutto stato molto addolcito. Inutile. Negli stati più reazionari il suo ruolo venne massacrato. Occhio alle scene di John Barrymore che bacia Greta Garbo. Le volle così proprio lei, che propose tutta una serie di accorgimenti. Ci fu un bacio che andò avanti tre minuti dopo la fine del ciak. Ma venne tagliato al montaggio.
Barrymore, che si sentiva già vecchio, chiese al direttore della fotografia, William Daniels, “Sono un uomo di 50 anni, voglio sembrare come il nipote di Jackie Cooper”. La Garbo aveva il terrore di essere vista da occhi estranei. “Era come un gatto che va sotto il letto quando arriva qualche sconosciuto”, la descriveva Lionel Barrymore.
La prima al Grauman’s Chinese Theater fu un evento. Fu un grande successo, il film incassò solo nel primo anno cinque volte il suo budget. Leggo che Buster Keaton voleva fare una parodia comica, dal titolo “Grand Mills Hotel” con lui nel ruolo di Lionel Barrymore, Marie Dressler come la ballerina, Jimmy Durante come il conte Bogus, Stanlio e Ollio. Leggo che sebbene Thalberg lo volesse fare, Buster era stato cacciato da Louis B. Mayer malamente e non lo avrebbe fatto con la MGM.
Su Canale 20 alle 21, 05 l’action “The Losers” di Sylvain White con Zoë Saldana, Jason Patric, Jeffrey Dean Morgan, Chris Evans, Idris Elba, Columbus Short, mentre su Rai Movie alle 21, 10 passa “Belle e Sebastien 3” di Clovis Cornillac con Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Thierry Neuvic, Margaux Chatelier, Clovis Cornillac.
Rai Storia alle 21, 10 propone l’attualissimo “Il quinto potere” di Bill Condon con Benedict Cumberbatch come Julian Assange, Daniel Brühl, Laura Linney, Stanley Tucci, Moritz Bleibtreu. Non mi sembrò riuscitissimo, ma oggi andrebbe rivisto. Su Canale 27 alle 21, 10 c’è “Ritorno al futuro parte tre” di Robert Zemeckis con Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Mary Steenburgen, Thomas F. Wilson.
Inutile. I film di sottomarini funzionano sempre. La prova è questo Perfetto “K-19” diretto da Kathryn Bigelow con Harrison Ford, Liam Neeson, Peter Sarsgaard, Joss Ackland, La7 alle 21, 15. Ambientato nel 1960 in piena Guerra Fredda. Su Italia 1 alle 21, 20 passa il catastrofistico “The Day After Tomorrow” di Roland Emmerich con Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Emmy Rossum, Dash Mihok, Sela Ward, Arjay Smith. Parecchio invecchiato oggi.
7 chili in 7 giorni pozzetto verdone
Passiamo alla seconda serata con il parodistico “Agente speciale 117 al servizio della Repubblica: Missione Rio” di Michel Hazanavicius con Jean Dujardin, Louise Monot, Rüdiger Vogler, Alex Lutz, Reem Kherici, Pierre Bellemare, Rai Movie alle 22, 40. Cine 34 alle 22, 45 risponde con il classico “7 chili in 7 giorni” di Luca Verdone con Carlo Verdone, Renato Pozzetto, Tiziana Pini, Silvia Annichiarico, Salvatore Porcaro. Molto divertente.
Mi interessa parecchio l’horror “The Limehouse Golem” diretto da Juan Carlos Medina, tratto dal più complesso romanzo di Peter Ackroyd con Bill Nighy, Olivia Cooke, Douglas Booth, Daniel Mays, Sam Reid, Maria Valverde, dove si pensa a un Golem in azione addirittura nella Londra vittoriana e non a Praga. Le critiche sono sorprendentemente buone.
Rai 5 alle 23, 05 propone una commedia con due grandi attori in ruoli eccentrici, “The Tomorrow Man” diretto da Noble Jones con John Lithgow e Blythe Danner come le due anime in pena che si incontrano. Derek Cecil, Katie Aselton, Sophie Thatcher, Eve Harlow. Purtroppo il film non è per nulla amato dalla critica.
Piuttosto bello, su Iris alle 23, 35, “Boy Erased” di Joel Edgerton con Lucas Hedges, Nicole Kidman, Joel Edgerton, Russell Crowe, Xavier Dolan, Troye Sivan, dove assistiamo a come venivano “curati” i ragazzi omosessuali nell’America profonda. Su Rete 4 alle 0, 50 passa la commedia-thriller tratta da Elmore Leonard “Brivido biondo” diretta da George Armitage con Owen Wilson fan del surf, Morgan Freeman, Sara Foster, Gary Sinise, Bebe Neuwirth, Kris Kristofferson. Sembra sia terribile.
Ci sarebbe un buon thriller australiano su Rai4 alle 0, 55, “Outback” di Mike Green con Kym Cramp, Brendan Donoghue, Lauren Lofberg, Taylor Wiese, Jim Winton Porter. Cine 34 all’1,30 propone “Il cittadino si ribella” di Enzo G. Castellari con Franco Nero, Giancarlo Prete, Barbara Bach, Renzo Palmer, Nazzareno Zamperla, grande classico del poliziottesco.
Rai 3 alle 2, 10 presenta prima “Un marito per Anna Zaccheo”, mélo del 1953 di Giuseppe De Santis con Silvana Pampanini, Amedeo Nazzari, Massimo Girotti. Assolutamente da vedere. Poi, alle3, 45 “Miss Italia” di Duilio Coletti con Gina Lollobrigida e Constance Dowling. Da registrare.
Su Cine 34 alle 3, 10 abbiamo ancora l’erotico letterario “La sposa americana” di Giovanni Soldati con Stefania Sandrelli, Thommy Berggren,Trudie Styler, Harvey Keitel. Chiuderei quasi con una rara commedia erotica di Joe D’Amato, “Voto di castità” con Gillian Bray, Enzo Colajacono, Flavia Fabiani, Laura Gemser. E’ su questo set che si incontrano Laura Gemser e Aristide Massaccesi. La Gemser, fresca del successo di Emanuelle nera, fa una cameriera tutta pepe.
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“Era un film comico, anche se, naturalmente, dovevo sempre spogliarmi e far vedere le tette. Anzi, posso dire che di comico non ci trovavo nulla, nel senso che il mio personaggio era sempre nudo, quindi era un personaggio erotico, ma le situazioni erano comiche o almeno così dovevano sembrare…” (“Nocturno”). Chiudo con “Ilona arriva con la pioggia” diretto dal colombiano Sergio Cabrera, tratto dal romanzo di Alvaro Mutis con Margarita Rosa de Francisco, Humberto Dorado, Imanol Arias, Iris alle 4, 35. Ricordo la prima a Venezia con la canzone bellissima che scrisse apposta per il film Fabrizio De André, “Smisurata preghiera”.
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