
FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO"…
IL DIVANO DEI GIUSTI - “CHE NE FARETE DI QUESTI 100 MILIONI DI EURO? TUTTI IN BENEFICENZA?”. “STO CAZZO!” STASERA IN CHIARO C’È PARECCHIA SCELTA, COME IL DIVERTENTE “POVERI MA RICCHI”, PER ME È IL MIGLIOR FILM DI FAUSTO BRIZZI – PASSA ANCHE UN FILMONE COME “MISSION” E IL POMPOSO POLPETTONE SENZA SUGO “JEANNE DU BARRY”, CON IL GONFIO JOHNNY DEPP COME LUIGI XV – NELLA NOTTE TROVATE “GRIDLOCK'D”, UNA RARITÀ, ULTIMO FILM GIRATO DAL RAPPER TUPAC, UCCISO POCO DOPO L’USCITA. POI “LASCIATI ANDARE”, CHE MERITEREBBE LA PRIMA SERATA, E IL FOLLE “IL COMPROMESSO… EROTICO” - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro c’è parecchia scelta. Un filmone come “Mission” diretto da Roland Joffé, scritto da Robert Bolt, e rivisto segretamente da Tom Stoppard, con Jeremy Irons, Robert De Niro, Ray McAnally, Aidan Quinn, Liam Neeson e le strepitose musiche di Ennio Morricone, Rai Movie alle 21, 10. Vagamente ispirato al libro “Le città perdute del Paraguay” di Padre J.C. Naspy dedicato alle missioni dei Gesuiti. Candidato per sette Oscar, ne vinse solo uno, per la fotografia di Chris Menges. Morricone, che perse, visto che vinse “Around Midnight”, ci rimase malissimo.
Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa invece l’ultimo film diretto da George A. Romero alla saga degli zombies, cioè “La terra dei morti viventi” con Simon Baker, John Leguizamo, Dennis Hopper, Asia Argento, Robert Joy. E’ anche il più politico della saga. Iris alle 21, 15 propone quello che è forse l’ultimo grande film di Clint Eastwood come attore e regista, “Il corriere – The Mule” con Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest. Vediamo cosa ne scrissi quando uscì.
"Ma lei non è James Stewart?". Ma come James Stewart... quello è Clint Eastwood. Come si diverte Clint da vecchio a muoversi dinoccolato e incerto come James Stewart e a sentirsi scambiare con lui nel suo ultimo, bellissimo film, Il corriere -The Mule, che dirige e interpreta a 88 anni suonati. E dove guida pure la macchina, facendo il corriere di narcotraffico al confine messicano alla faccia di Trump e del suo inutile muro. Clint fa di tutto senza chiedere permesso a nessuno.
Ammette di essere stato uno stronzo con la moglie, la ancora incantevole Dianne Wiest, recupera con la figlia, la vera figlia Allison Eastwood, canticchia una ventina di canzoni che ama, fa battute politicamente scorrette su neri, messicani, pure sulle lesbo-bikers che non sanno accomodarsi le moto. La sua scelta di diventare corriere della droga assomiglia molto alle scelte del suo straniero ai tempi di Per un pugno di dollari, quando si barcamenava fra le due famiglie rivali.
Non è mai stato un moralista. Fare soldi facili col cartello messicano ai tempi di Trump è una scelta di tutto rispetto quando hai perso il lavoro, coltivatore di fiori, per colpa di Internet e tua moglie sta morendo di tumore e il paese è in mano alle banche. Si trova un giovane Clint sulle sue tracce, il poliziotto della Dea Bradley Cooper, che molto gli deve dopo il successo di American Sniper. Non è più tempo di eroi, e nemmeno di muli, come non lo era nemmeno ai tempi di Per un pugno di dollari, dove il bottino serviva per salvare una donna dalla rabbia dei cattivi.
Clint sa che James Stewart poteva muoversi come lui, soprattutto da vecchio, ma aveva un codice morale nei suoi western diretti da Anthiny Mann che lui non ha mai avuto, in bilico sempre fra l'ironia, la battuta e la pistola facile. Si permettere di omaggiare altri suoi celebri film, come Gunny, che diventa un hamburger, di intitolare il suo film The Mule ricordandosi la celebre battuta di Per un pugno di dollari, "Al mio mulo non piace che la gente rida, perché pensa che ridano di lui..". Ovvio che Clint e il suo Mulo non siano la stessa cosa. Ma a nessuno dei due piace che si rida di lui...
Magari vi fate due risate con “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi con Christian De Sica, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Lodovica Comello, Anna Mazzamauro, Cine 4 alle 21. Devo dire che mi piacque, il sequel no. Pieno di citazione alte alla Jerry Lewis (“la felicità non esiste”) e basse alla Massimo Ferrero (“i ricchi devono morì”), tra cammei incredibili di miti assoluti come Al Bano e Gabriel Garko, tra resurrezioni impossibili, come quella di una strepitosa Anna Mazzamauro come vecchia suocera orrenda che in versione rossa.
Era il remake del successo comico francese Les Tuches di Olivier Baroux, arrivato lì a non so quale sequel. Malgrado qualche non funzionamento nella seconda parte, non solo è il miglior film di Brizzi, scrissi, ma è pure parecchio divertente. Grazie a un cast strepitoso e molto cafone che unisce un Christian De Sica burino coi capelli ricci e rossi (uguale al Jean-Paul Rouve del film originale, ma qui sembra piuttosto il Lando Buzzanca di San Pasquale Baylonne protettore delle donne) e un Enrico Brignano perfetto nei duetti o terzetti con Christian, al magico duo formato appunto da Lucia Ocone e da sua “madre” Anna Mazzamauro.
Raramente le donne in un film italiano riescono a essere così comiche, ma qui, almeno per tutta la prima parte, fanno i fuochi d’artificio. E la Mazzamauro è sui livelli degli storici Fantozzi nell’interpretare la vecchia suocera impossibile attaccata alla tv per vedere Il peccato e la vergogna (“Perché non mi è nato un figlio come Gabri?”) o nello scatenarsi in battute pesanti. “Che ne farete di questi 100 milioni di euro, tutti in beneficenza?” – “Sto cazzo!”. O quando vuole un televisore da 120 pollice, “più grande dello schermo della multisala di Valmontone”.
Perché i Tucci, traduzione facile facile ma perfetta dei Les Tuches originali, famiglia burina del paesino (inventato) di Torresecca situato tra Palestrina e Zagarolo, hanno vinto 100 milioni di euro alla lotteria e non sanno se dirlo a tutti mandando affanculo clamorosamente i compaesani o starsene zitti per non pagare le tasse. Ora.
Se i Tucci sono burini e ignoranti, e seguitano a friggere e a mangiarsi i supplì al grido “Uno per Tucci, tutti per uno!”, non è che i compaesani siano meglio, da uno strepitoso Giobbe Covatta come prete di Torresecca, che sogna non l’8 per mille della vincita, ma il 20 per cento per la sua chiesa, al sindaco interpretato dall’altrettanto strepitoso Fabrizio Nardi della coppia romana Pablo e Pedro (una vera sorpesa) allo stesso Massimo Ferrero meglio noto come Viperetta che fa un gran numero di fronte alle telecamere di Sky.
Ovvio che, a un certo punto, i Tucci non ce la faranno più a reggere il silenzio e, dopo aver sbottato clamorosamente in un “A peracottari! Voi lo sapete chi ha vinto i cento milioni della lotteria?”, decideranno di partire verso il Nord e mangiarsi tutti i soldi. Ma se Le Tuches originali partivano dal Nord della Francia e sognavano il ricco sud di Montecarlo e avevano il mito di Stéphanie di Monaco, i più modesti Tucci di Torresecca al massimo sognano di arrivare a Roma Nord, ma dopo una geniale riflessione a suon “Aho, ma l’Expò l’hanno fatta a Milano mica a Tormarancia!”, decidono di andare nella Milano dell’Expò e di Beppe Sala e Stefano Boeri.
Perché vogliono essere dei nuovi ricchi di oggi, magari anche di sinistra, di quelli che guardano Sky non solo per doveri (fin troppo pressanti) di sponsorizzazione. A Milano lo zio Brignano si innamorerà di una cameriera, Lodovico Comello (già star di Violetta in tv) e si fingerà povero, mentre le due donne si rivestiranno da capo a piedi e si tingeranno i capelli. Prima vivranno in una mega suite in un albergo a cinque stelle, dove seguiteranno a friggere, e poi si compreranno un attico nei nuovi grattacieli. Andiamo avanti…
Un pomposo polpettone senza sugo targato LaPacte diretto da Maïwenn è invece “Jeanne Du Barry” con la stessa Maïwenn nel ruolo della Du Barry e il gonfio Johnny Depp come Luigi XV, che quando uscì il film divenne il bersaglio preferito di maschio violento odiato dalla più agguerriti femministe francesi. Lo trovate in prima visione su Cielo alle 21, 20.
Aveva aperto il Festival di Cannes del 2023 con grande enfasi, ma scarso risultato. Ridateci subito Rossellini e il suo gelido ma altissimo “La presa di potere di Luigi XIV”. Visto in sala, al di fuori della parata di star sul red carpet, “Jeanne Du Barry" è quanto di più lontano possa esserci dal cinema europeo dei grandi maestri.
E’ solo un’altra di queste trombonate alla "Asterix" o "I tre moschettieri", costosissime ma del tutto prive di costruzione narrativa e di fascino, con due attori che girano a vuoto e non si incontrano mai, lei, a metà tra Tiziana Rocca e Milly Carlucci, una Du Barry indefinibile, senza identità, quando pensavamo alla scoppiettante Lucille Ball di “DuBarry Was a Lady”, il musical con Gene Kelly del 1943, lui fa qualche faccetta, ma oltre a roteare gli occhi e a riempirsi di bolle del vaiolo che lo porteranno all’altro mondo non fa nulla, sembra imbalsamato, pronto per il museo delle cere di Madame Tussauds.
l’ultimo respiro – trappola negli abissi
Se il pubblico ancora lo ama, i critici non amarono il film. “Un egotrip imbarazzante”, scrise Les Inrock, “Più frustante che sbagliato”, scrisse Indiewire, “rischia di trasformare un possibile scandalo in una noia regale”, scrisse Variety”. Gran parte del cast, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory, Noemie Lvovsky, è sprecato. Su Rai Due alle 21, 20 il thriller poco visto “CIA – Un uomo nel mirino” di Roel Reiné con Aaron Eckhart, Tim Roth, Abigail Breslin, Matt Hookings. Su Rai4 alle 21,20 l’horror con squalo “L’ultimo respiro – Trappola negli abissi” di Joachim Hedén con Julian Sands, Alexander Arnold, Jack Parr, Kim Spearman. Probabilmente l’ultimo film di Julian Sands.
Molto carino, La7D alle 21, 20, “One Day” della danese Lone Sherfig, acclamata regista di “Italiano per principianti” e “An Education”, un passato da scuola Dogma alla corte di Lars Von Trier, che ci riporta al cinema romantico con idee. Tratto da un romanzo di David Nichols, classe 1966, è il tipico film per trenta-quarantenni. Un come eravamo di una generazione europea divisa tra MTV, aspirazioni letterarie, coca, party selvaggi, voglie di tenerezze varie.
Emma e Dexter, cioé la bellissima Anne Hathaway e il Jim Sturges di “Across the Universe”, sono due ragazzi che si laureano lo stesso giorno a Cambridge. Il 14 luglio del 1988. Lei è carina, dimessa, di classe operaia e non troppo esperta, lui è bello, elegante, ricco e piacione. Si amano, ma per un puro caso diventano solo amici. Poi si perdono, si ritrovano, si amano. Il film li seguirà per tanti 14 luglio fino a oggi, seguendo i loro cambiamenti.
Lei prima triste e mal fidanzata con un bruttone innamorato ma scorreggione (è così e non è un film italiano), poi single, sempre più carina e riuscita. Lui piccola star della tv per i giovani, sempre più pippato e odioso, poi sposato con figlioletta, poi solo e abbandonato da tutti. Il sentimento tra i due non cambierà mai. Molto carino, ben scritto e diretto. Ha dato vita a una serie tv. Puzza di cazzatona “Fortress – La fortezza” diretto dall’ignoto James Cullen Bressack con Bruce Willis ormai diventato un’ombra, Chad Michael Murray, Jesse Metcalfe, Shannen Doherty, Kelly Greyson, Canale 20 alle 21, 10.
Passiamo alla seconda serata con l’action coreano “Special Delivery” di Dae-min Park con Heo Dong-won, Jo Hee-Bong, Yeom Hye-ran, Han Hyun-min, Hyun-jun Jung, Eui-sung Kim. Non male la commedia a episodi di Fausto Brizzi “Forever Young” con Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Stefano Fresi, Lorenza Indovina, Pasquale Petrolo alias Lillo. Brizzi riesce nel compito non facilissimo di far funzionare Lillo, senza Greg, come un comico di prima grandezza.
pilar fogliati con fabrizio bentivoglio in forever young
E Lillo, nei suoi tentativi di sputtanare in diretta il dj giovane che ha preso il suo posto o nel cercar lavoro alla radio cattolica di Nino Frassica o in una radio gay, fa davvero molto ridere. Ma Brizzi riesce anche a far funzionare la coppia di innamorati non più giovanissimi Fabrizio Bentivoglio-Lorenza Indovina, al punto che lui nasconde la sua relazione stabile con una ventenne, l’allora inedita Pilar Fogliati, e vive la scoperta non tanto del sesso quanto del poter parlare con una persona della tua stessa età come fosse un segreto proibito.
E la Indovina è finissima nel disegnare un personaggio assolutamente non banale. Al tempo stesso si fa prendere la mano da una Sabrina Ferilli in gran forma, che ha un grande numero quasi pochadistico con Luisa Ranieri, la mamma del suo fidanzato nonché sua migliore amica. L’episodio di Teo Teocoli, ricco milanese settantenne pazzo per lo sport che seguita a praticare anche dopo un mezzo coccolone, è forse quello più sacrificato.
Rai Movie alle 23, 20 passa “Migliori nemici” di Robin Bissell con Taraji P. Henson, Sam Rockwell, Wes Bentley, Anne Heche, Sope Aluko, John Gallagher Jr., tratto d auna storia vera, dove un’attivista nera e il capo locale del Ku Klux Klan si alleano per battere la segregazione. Cielo alle 23, 30 passa l’ottimo dramma sentimentale “L’amante inglese” di Catherine Corsini con Kristin Scott Thomas, Sergi López, Yvan Attal, Bernard Blancan, Aladin Reibel. Film di attori, tutti bravissimi.
tupac shakur e tim roth in gridlock'd
Cine 34 alle 0, 55 propone “Spaghetti a mezzanotte” di Sergio Martino con Lino Banfi, Barbara Bouchet, Teo Teocoli, Alida Chelli, Pippo Santonastaso. E’ una rarità, in quanto ultimo film girato dal rapper Tupac ucciso poco dopo l’uscita, “Gridlock'd”, commedia poliziesca di Vondie Curtis-Hall con Tim Roth, Tupac Shakur, Thandie Newton, Vondie Curtis-Hall. Lo trovate su 7Gold all’1. Cielo all’1, 10 passa l’erotico d’autore olandese, "Out of Love” di Paloma Aguilera Valdebenito con Daniil Vorobyov, Naomi Velissariou.
veronica echegui toni servillo lasciati andare
Molto carino, e merita la prima serata, sentite a me, “Lasciati andare”, commedia di Francesco Amato con Toni Servillo, la appena scomparsa Verónica Echegui, Carla Signoris, Luca Marinelli, Pietro Sermonti. Vediamo cosa ne scrissi. “Vojo esse n’omo mejo”, dice tra le lacrime Ettore, cattivo comico come da secoli non ne vedevamo in un finale assolutamente strepitoso dominato da un Luca Marinelli in stato di grazia a metà tra il Vittorio Gassman de I soliti ignoti e il Diego Abatantuono di Fico d’India.
Al punto che rischiamo un po’ di perdere di vista la storia che avevamo seguito per oltre un’ora scritta con grazia e interpretata alla perfezione da Toni Servillo come Elia Venezia, taccagnissimo psicanalista ebreo-romano, e dalla spagnola Veronica Echegui, come Claudia, personal trainer coattella e scollata che si innamora sempre delle persone sbagliate.
Questo è un po’ l’unico appunto di struttura di racconto che si può fare a questa riuscitissima commedia di serie A diretta da Francesco Amato, già regista di Cosimo e Nicole, che l’ha scritta assieme a Francesco Bruni e a Davide Lantieri-. Dobbiamo riconoscere alla sceneggiatura del film una grande abilità nel disegnare personaggi inediti e storie complesse ambientate in zone di Roma poco frequentate, come la piccola comunità ebrea che popola il ghetto di Roma, in un misto di spocchia culturale e di spilorceria.
toni servillo luca marinelli lasciati andare
La storia vede protagonista Elia Venezia, psicanalista romano che abita in ghetto, che divide con la propria moglie, una sempre brava Carla Signoris, il suo grande appartamento non volendo ancora separarsi. Un po’ per tirchieria, un po’ perché si sente ancora innamorato. E lei lo provoca uscendo con uno dei suoi pazienti, addirittura il Giacomo Poretti di AldoGiovanniGiacomo, in un cameo favoloso e di rara antipatia comica.
TONI SERVILLO IN LASCIATI ANDARE
Per tutta risposta, Elia, con panzetta e pochi muscoli, decide di ristrutturare il proprio fisico con una personal trainer spagnola, Claudia, un po’ coatta ma buona di fondo, che poco a poco entrerà nella sua vita modificandola. Quando entrerà in scena il pericoloso ex-fidanzato della ragazza, il malavitoso Ettore, alla ricerca del bottino che ha nascosto prima di finire in carcere, le cose si complicheranno notevolmente per tutti. Ma l’idea di costruire una commedia servilliana ambientata nella comunità ebrea di Roma è proprio divertente e Luca Marinelli come Ettore, cattivo che zagaja alla ricerca d’amore è qualcosa che fa davvero volare il film al di là di ogni aspettativa.
Alle 2, 45 su Cine 34 trovate il folle “Il compromesso… erotico” diretto nel 1976 da Sergio Bergonzelli con Pupo De Luca, Ria De Simone, Armando Marra, Alfredo D'Ippolito. Stracult erotico politico immortale. Per il titolo, la storia, con un Don Camillo e una Peppona prostituta, sindacalista e comunista. E anche perché è l’unico film che vede protagonista Ria De Simone. Bergonzelli lo descrive come «una commedia raffinata e gentile, anche se la mia segretaria mi rimprovera che non fa ridere» (Nocturno).
Sulle pagine di Il Giornale dello Spettacolo si parla di inizio lavorazione del film, con titolo Menage a quattro, entro maggio 1975, che poi diventa il 16 giugno. Si gira in una cittadina del ferrarese con interni a Milano a Cinelandia. Fine delle riprese a inizio agosto 1975. Riscoperto da subito. «Un film inimmaginabile, ripugnante e spaventosamente spassoso, subito scomparso dagli schermi, prudentemente», scriveva Giovanni Buttafava su Il Patalogo. Girato a Pomezia.
Il film viene bloccato dalla censura il 16 dicembre 1975, tenuto due mesi fermo e poi liberato anche se “purgato e sterilizzato” (come scrive Bergonzelli su Il Giornale dello Spettacolo). Notevoli le battute che si sentono nel film « È una cellula di bordello, mica una cellula di partito» «Mica faccio la puttana, mi sacrifico per il partito». Su Cielo alle 3 l’erotico con idee “La maison” di Anissa Bonnefont con Ana Girardot, Aure Atika, Rossy De Palma, Lucas Englander, dove una scrittrice decide di chiudersi in un bordello di Berlino facendo la prostituta per trovare l’ispirazione del suo nuovo romanzo.
Chiudo col rarissimo western italo-ispano-tedesco “Sette donne per una strage” diretto da Sidney W. Pink, Rudolf Zehetgruber, Gianfranco Parolini con Anne Baxter, Adriana Ambesi, Rossella Como, Perla Cristal, Christa Linder, Rete 4 alle 4, 05. Anche se firmato a tre, con tanto di supervisione del delirante americano king of B’s Sidney Pink, il vero e unico regista dovrebbe essere Rudolf Zehetgruber, mentre Gianfranco Parolini è usato solo per avere agevolazioni economiche con la coproduzione italiana.
Come ha detto anche Parolini: “Non è un mio film, ma un trabocchetto che spesso adoperavano all’epoca per pijasse li soldi dal ministero. C’era un sacco di oscuri personaggi che sfruttavano il nome di un regista per beccarsi agevolazioni economiche...” (da “Cine ’70”). Il film, in realtà, è molto lontano dal modello dello spaghetti western del tempo, è una specie di anticaglia finto-americana un po’ teutonica con un buon cast di ragazze (insomma...) che vede Anne Baxter accanto a Rossella Como e a Maria Perschy.
La storia vede sette donne di diversa estrazione e di diversa nazionalità attraversare il deserto dell’Arizona dopo essere uscite vive da un attacco indiano a 150 km da Fort Lafayette. Ovviamente passeranno altre terribile avventure per arrivare alla fine del film. Tra queste la grande Anne Baxter, cioè un John Wayne in gonnella, nel suo unico spaghetto, l’austriaca Maria Perschy, che si è vista uccidere il figlioletto all’inizio del film, ma che si riprenderà strada facendo, la bella Perla Cristal, e, soprattutto, Rossella Como, non ancora madre di Christian De Sica in “Vacanze di natale” (“pure un figlio frocio!?”).
L’unico maschio valido, Gustavo Rojo, arriva dopo 54 minuti dall’inizio del film, mentre Jorge Rigaud fa l’indiano (assurdo, vero?...). Le ragazze sono senza viveri, senza armi, senza cavalli, ma riusciranno lo stesso a tenere a bada gli indiani. Che siamo in uno spaghetti western ce lo dice il cast secondario. Credo sia l’unico spaghetti che posso vantare il Lichtenstein come coproduttore. Recentemente è stato rivalutato sui canali di Arté, ma più per il suo valore trashistico che come film.
mission 1
sabrina ferilli fabrizio bentivoglio forever young
la terra dei morti viventi
la maison
il compromesso erotico.
il compromesso erotico
migliori nemici
la terra dei morti viventi 2
out of love
tupac shakur in gridlock'd
jeanne du barry 4
jeanne du barry 3
jeanne du barry 6
cia un uomo nel mirino
alida chelli lino banfi spaghetti a mezzanotte 1
spaghetti a mezzanotte 1
lino banfi barbara bouchet spaghetti a mezzanotte
l’amante inglese
mission 2
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