DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI…
IL DIVANO DEI GIUSTI – CHE VEDIAMO STASERA? CINE 34 ALLE 21 PROPONE “NATALE A CINQUE STELLE”, CINEPANETTONE TINTO DI POLITICA, CON MASSIMO GHINI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EX PD E MARTINA STELLA ONOREVOLE BIONDA E TOSCANA SUL MODELLO BOSCHI – IRIS TORNA AL NUMERO 1 DELLA SAGA DI “OCEAN'S ELEVEN” – IN SECONDA SERATA LA7CINEMA PRESENTA “INTERVISTA COL VAMPIRO”, CON TOM CRUISE E BRAD PITT GIOVANI, BELLI E VAMPIRI CHE ATTRAVERSANO SECOLI DI STORIA SUCCHIANDO IN QUA E LÀ – RETE 4 NELLA NOTE HA LA GRAZIA DI LANCIARE “WEST SIDE STORY”, NON IL PRIMO DIRETTO DA ROBERT WISE, MA QUELLO DI STEVEN SPIELBERG… – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
lo schiaccianoci e i quattro regni
Che vediamo stasera? In chiaro alle 21 su Rai Due passa in prima visione “Lo Schiaccianoci e i quattro regni”, fantasy natalizio diretto nel 2018 da Lasse Hallström e Joe Johnston con Mackenzie Foy, Keira Knightley, Helen Mirren, Morgan Freeman, Jayden Fowora-Knight, spettacolone di non grande riuscita.
Cine 34 alle 21 propone “Natale a cinque stelle”, cinepanettone diretto da Marco Risi, al suo esordio nel genere, scritto da Carlo e Enrico Vanzina, che passò su Netflix senza arrivare in sala, con Massimo Ghini, Ricky Memphis, Martina Stella, Paola Minaccioni, Massimo Ciavarro. “Bei tempi, quando stavamo all’opposizione”.
Lo schiaccianoci e i quattro regni
Anche il cinepanettone si tinge di politica, scrivevo quando uscì. Infatti i protagonisti sono un presidente del consiglio, Massimo Ghini, ex pd (anzi, “io non ero pd, ero di area progessista”), il suo portaborse Ricky Memphis, burino con mamma a Guidonia, che gli ricorda che un tempo era comunista, figlio di sindacalisti, una onorevole del pd bionda e toscana sul modello Boschi, Martina Stella, e suo marito leghista burino, Massimo Ciavarro, uno che a Tolfa ha presentato la “festa dei popoli padani”.
Si muovono in una pochade con corna vere o presunte e con un morto in albergo che morto non è. Il tutto si svolge, come nella commedia inglese del 1990 di Ray Cooney da cui i Vanzina hanno tratto il soggetto, “Out of Order”, grande successo in tutto il mondo, in un grande albergo dove un presidente del consiglio, che nell’originale era inglese e qui cinquestelle, di nascosto dalla moglie, ha deciso di passare qualche giornata tranquilla con la sua amante, che lì era la segretaria e qui una onorevole pd.
Nel film, che Marco Risi ha diretto per l’amicizia che da sempre lo legava a Carlo Vanzina, appena scomparso, e a suo fratello Enrico, l’azione si sposta in una Ungheria da coproduzione per farne una sorta di Natale a Budapest. Non solo.
Al cast dei protagonisti si aggiungono un inviato de Le iene travestito da Babbo Natale, Riccardo Rossi, che è pronto a filmare lo scoop svelando la tresca tra Presidente e onorevole dell’opposizione, una ex badante ungherese della mamma del portaborse, Andrea Osvart, la moglie del presidente, Paoa Minaccioni, un direttore d’albergo, Ralph Palka, un cameriere napoletano che non si fa i fatti suoi, Biagio Izzo, e perfino Rocco Siffredi in un cammeo.
Quindi un cinepanettone classico che riesce a portare a un gioco continuo di battute e situazioni legate alla nostra scena politica attuale. E quindi via ai “Ho capito, mica sono Renzi”, “Gli extra a Macron non glieli facevate pagare, eh?”, a continue frecciatine sul disastro del pd, sugli sputtanamenti su Dagospia, sul Fatto di Marco Travaglio.
Marco Risi e Enrico Vanzina riescono a far funzionare meglio il loro film quando giocano sul rimettere in scena il loro mondo, giocando coi loro codici di sempre, autocitandosi. E alla fine la grande qualità del film, certo più povero delle commedie prodotte da Aurelio De Laurentiis ai bei tempi, è proprio il voler continuamente omaggiare, ma in allegria, sorridendo, la grande maestria da commedia di Carlo Vanzina.
Cresciuti insieme sia come figli d’arte, sia come fratelli nel cinema italiano, Marco Risi e Enrico Vanzina ci dimostrano con quanta eleganza si possa trasformare un lutto in una continua risata.
Rai Movie alle 21,10 passa “Corsari”, costoso film d’avventure con una piratessa protagonista diretto da Renny Harlin per la sua musa Geena Davis, ma ci sono anche Matthew Modine, Frank Langella, Maury Chaykin. Celebre per essere stato un bagno di sangue per la Carolco, sia durante la lavorazione, con tre quarti della troupe che abbandonarono il regista dopo un contrasto pesante, sia alla sua uscita, visto che perse qualcosa pari a 147 milioni di dollari di oggi.
Non solo. Oliver Reed, in quel di Malta, dove morirà anni dopo girando “Il gladiatore”, si ubriacava e dava fastidio a Geena Davis e venne brutalmente cacciato. La scenografia venne realizzata prima che il regista capisse che film doveva fare. E siccome Harlin fece riscrivere il copione, cambiò tutto, anche gran parte della scenografia.
Su Rai Storia alle 21,10 passa il più recente “Il pataffio”, il picaresco medievale tratto dall’omonimo romanzo anni ’70 di Luigi Malerba diretto tanti anni dopo dal ben più moderno Francesco Lagi con Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Alessandro Gassmann, Valerio Mastandrea. Un po’ fuori tempo massimo.
Canale 20 alle 21,10 passa “Transformers 4” di Michael Bay con Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Nicola Peltz, T.J. Miller, Sophia Myles, Kelsey Grammer.
Cielo alle 21,15 propone un “Men in Black 3” di Barry Sonnenfeld con Will Smith, Tommy Lee Jones, Alice Eve, Josh Brolin, Emma Thompson, Bill Hader.
Iris alle 21,15 almeno torna al numero 1 della saga di “Ocean's Eleven”, diretto da Steven Soderbergh con George Clooney, Julia Roberts, Brad Pitt, Matt Damon, Andy Garcia, Casey Affleck, Don Cheadle, Elliott Gould, Carl Reiner, remake del bellissimo “Colpo grosso”/”Ocean’s 11” diretto nei primi anni ’60 da Lewis Milestone con Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis, Angie Dickinson, che rivedo sempre volentieri. Le star vennero tutte pagate meno del loro solito per poter disporre di un cast così importante.
giorgio tirabassi lino musella il pataffio
A Julia Roberts arrivò il copione accompagnato da un biglietto da 20 dollari e la scritta “So che adesso prendi 20 a film”, firmato George Clooney. In realtà era diventato di dominio pubblico che la Roberts prendesse non 20 dollari, ma 20 milioni a film. L’idea di Soderbergh era quella di fare un film di puro piacere per il pubblico.
La7 Cinema alle 21,15 propone “Nonno scatenato” di Dan Mazer con Zac Efron, Robert De Niro, Julianne Hough, Zoey Deutch, Aubrey Plaza, Dermot Mulroney. Più interessante “Mr. Bean. L’ultima catastrofe” di Mel Smith con Rowan Atkinson, Peter MacNicol, Burt Reynolds, John Mills.
alessandro gassman il pataffio
Su Rai4 alle 21,20 il fantascientifico “Super 8” diretto da J.J. Abrams, prodotto da Steven Spielberg con Elle Fanning, Kyle Chandler, Amanda Michalka, Noah Emmerich, Ron Eldard, Gabriel Basso, una sorta di anticipazione della parte autobiografica superottistica di “The Fabelmans” di Steven Spielberg, con tanto di ragazzino che mette in scena un disastro ferroviario e lo riprende col Super 8 per scoprire qualcosa di davvero anomalo.
J.J.Abrams gioca con le ossessioni da cinefili di tutta una generazione e di Spielberg in particolare. Assolutamente da non perdere la versione a colori targata MGM del 1949 di “Piccole donne” diretto da Mervyn LeRoy con le giovanissime June Allyson come Jo, Janet Leigh, Elizabeth Taylor, Rossano Brazzi, oltre a Peter Lawford, Mary Astor come la mamma delle ragazze e C. Aubrey Smith al suo ultimo film.
Si rimpiangeva non poco la versione precedente della RKO diretta da George Cukor con Katharine Hepburn e Joan Bennett. In realtà il film era stato ideato da David O. Selznick, sempre con la regia di LeRoy, ma con Jennifer Jones e Shirley Temple. Selznick poi perse interesse e passò il progetto alla MGM.
Passiamo alla seconda serata con “Il grande Lebowski” di Joel Coen con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman, Canale 27 alle 23,05.
La7Cinema alle 23,10 presenta “Intervista col vampiro”, grande successo di Neil Jordan tratto dal romanzo di Anne Rice con Tom Cruise e Brad Pitt nei panni di Louis e Lestat, giovani, belli e vampiri che attraversano secoli di storia succhiando in qua e là, Kirsten Dunst bambina, Stephen Rea, Antonio Banderas e la nostra Domiziana Giordano.
Leggo che Christian Slater subentrò nel ruolo di Malloy al povero River Phoenix e dette in beneficenza i 250 mila dollari del compenso. Il ruolo di Lestat, pensato dalla Rice per Rutger Hauer, venne offerto a Daniel Day Lewis, poi a Johnny Depp e solo alla fine venne assegnato a Tom Cruise, con dispiacere della Rice, che vide il film solo anni dopo, in vhs e rimase impressionata dalla sua interpretazione al punto che scrisse una lettera di scuse.
Rai4 alle 23,15 propone “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg con Richard Dreyfuss, François Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon, Bob Balaban. Iris alle 23,35 passa il biopic “Tolkien” diretto dal finlandese, ma nato in Grecia, Dome Karukoski, con Nicholas Hoult come John Randolph Tolkien, diviso tra Birmingham e Oxford, Lily Collins, Derek Jacobi, Colm Meaney. Niente di speciale, ma i set erano perfetti, gli attori bravi, e qualcosa in più su Tolkien, a cominciare da come si pronuncia (Tolkin), si capisce. E poi il numero di Derek Jacobi come professore di lingue antiche a Oxford è favoloso.
Tv2000 alle 23, 50 ripropone “Colazione da Tiffany” di Blake Edwards con Audrey Hepburn, George Peppard, Patricia Neal, Martin Balsam, Buddy Ebsen.
Rete 4 all’1 almeno ha la grazia di lanciare “West Side Story”, non il primo diretto da Robert Wise, ma quello diretto da Steven Spielberg con Ansel Elgort, Rachel Zegler, Ricky Alvarez, Ariana DeBose, Mike Faist. Lo adorano in tanti, da Luca Guadagnino a Quentin Tarantino. Recupero quello che scrissi quando uscì…
Ne possiamo parlare per delle ore. Preparatevi. Sia che lo pensiate un capolavoro, come fa gran parte della critica non solo americana, sia che lo vediate come un megaflop, che in effetti è, visto i magri incassi ovunque, anche se la colpa sembra ascrivibile a quelli che preferiscono vederlo comodamente a casa, la nuova versione del musical del 1957 di Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, “West Side Story”, diretta da Steven Spielberg, scritta da Tony Kushner rielaborando la storia di Arthur Laurens, coreografata da Justin Peak, va assolutamente vista, soprattutto se amate il cinema come costruzione di regia, come arte del Novecento.
E va soprattutto discussa e messa in relazione con la grande versione del 1961, firmata da Robert Wise e dal coreografo Jerome Robbins, che diresse solo quattro numeri musicali (il prologo, “Cool”, “America”, “I Feet Pretty”), prima di essere cacciato da Walter Mirisch perché girava e rigirava troppo le sue scene.
Holly Golightly colazione da tiffany 3
Versione meravigliosa in 70 mm, con una fotografia travolgente di Daniel L. Fapp, i titoli di Saul Bass, un cast pauroso, da Natalie Wood, appena uscita da “Splendore nell’erba”, come Maria a George Chakiris come Bernardo, da Russ Tamblyn come Riff a Rita Moreno come Anita e a Richard Beymer, un po’ dentone e lungagnone, come Tony.
E non mi dite che Robert Wise, come ho sentito dire, era solo un onesto mestierante. Ma che c… Wise, che con “West Side Story” vinse la bellezza di dieci Oscar, compresa regia e miglior film, era un grande regista che lavorava in un mondo dove aveva senso essere grandi registi.
Qualcosa che lo Spielberg di oggi si può permettere di esserlo come fosse una stravaganza da vecchio signore miliardario, ma ben sapendo che non sono più gli anni giusti per esserlo. Chissà, forse, avremmo davvero amato un “West Side Story” diretto da Bernardo Bertolucci, uno degli ultimi registi del 900 assieme a Scorsese, De Palma, lo stesso Spielberg, per la Disney, che glielo chiese nel 1996, più di vent’anni fa, operazione ancora non così tardiva come questa di 60 anni dopo.
rita moreno west side story 2021
Perché oggi sembra quasi gerontofilia. Basta vedere il simpatico volto della novantenne Rita Moreno, che da Anita nel 1961 è diventata qui Valentina, la moglie di Doc, il barista, per capire quanto tempo è passato da quando il cinema era ancora cinema.
Tutto questo per dire che il nuovo “West Side Story” di Spielberg, ha sì un cast di attori giovani, sconosciuti e bravissimi che siamo felici di incontrare per la prima volta o quasi, attori che ballano e cantano con la loro voce che fanno i portoricani, inoltre, perché sono portoricani senza bisogno di make-up ulteriore, ma che tutto il suo splendore, di messa in scena, di coreografia, abiti, fotografia, direzione musicale, non possiede, ahimé, la forza dirompente che aveva il vecchio film quando lo vedemmo 60 anni fa.
ariana debose west side story 2021
E, allora, ti chiedi, perché farlo? “For Dad”, è la risposta di Spielberg alla fine del film, per il padre scomparso un anno fa. Un film di pura regia che ci porta in un altro mondo, alla New York che già alla fine degli anni ’50 stava scomparendo descritta da Bernstein e Sondheim ancora giovanissimi.
Su Cine 34 all’1,05 passa il bellissimo “Scusate il ritardo” di Massimo Troisi con Massimo Troisi, Giuliana De Sio, Lello Arena, Lina Polito, Franco Acampora.
Troisi lo vedeva come un passo avanti dopo “Scusate il ritardo”, che era stato un grande successo, ma non lo convinceva del tutto. “…pecché nella storia sembra che non esiste niente della Napoli che uno si aspetta. Non c’è il traffico, non c’è il vicino di casa disoccupato. Oggi se giri una cosa su Napoli e non ci stanno perlomeno due che si sparano, ti pigliano per pazzo. (..) C’è il personaggio di Lello Arena, dell’innamorato che a me piace moltissimo. E’ un elemento della storia che mi dà soddisfazione…”.
Rai Tre alle 2,55 passa in prima visione “Quell’estate con Iréne”, opera seconda di Carlo Sironi con Noée Abita, Camilla Brandenburg, Claudio Segaluscio, Gabriele Rollo, Beatrice Puccilli.
Cine 34 alle 3,10 propone un altro dei finti Bud&Terence, “Noi non siamo angeli” diretto da Frank Kramer alias Gianfranco Parolini con Michael Coby alias Antonio Cantafora, Paul Smith, Renato Cestié, Woody Strode. Rete 4 alle 4 passa “La musica che non ti ho deto” di Jim Kohlberg con Julia Ormond, J.K. Simmons, Mia Maestro, Lou Taylor Pucci, Tammy Blanchard, Cara Seymour, dove due genitori ritrovano il figlio che non vedono da vent’anni malato all’ospedale con un tumore al cervello che sembra non ricordare nulla di quel che ha vissuto.
’unico legame con la realtà è la musica rock con cui è cresciuta. Chiudo con “Fronte del porto” di Elia Kazan con Marlon Brando, Lee J. Cobb, Rod Steiger, Karl Malden, Eva Marie Saint, Pat Henning. Vinse sette Oscar, miglior film, protagonista, Brando, non protagonista, Eva Marie Saint, fotografia, montaggio, sceneggiatura, scenografia, regista.
Non vinse Leonard Bernstein per la musica. Kazan riuscì a convincere Brando solo grazie a un trucco, facendogli credere che avrebbe dato la parte a Paul Newman. Ma quando Brando firmò il contratto quello che divenne una furia fu in realtà Frank Sinatra, che aveva capito che avevano scelto lui come protagonista. A film finito, Brando si vide e non si piacque per nulla. Grace Kelly rifiutò il ruolo di Edie Doyle per girare “La finestra sul cortile”.
Il film nasce dalla lettura dei 24 articoli pubblicati sul "The New York Sun" da Malcolm Johnson sulla mafia del porto. La prima sceneggiatura doveva scriverla Arthur Miller, ma uscì dal progetto quando i boss dello studio gli chiesero di far diventare comunisti i gangster.
Dopo il tradimento di Kazan di fronte ai giudici, il film venne visto sia come un atto di espiazione da parte del regista, ma anche di guerra a Miller che lo aveva pubblicamente attaccato. Nella celebre scena in taxi tra Brando e Steiger, che sembra tutta improvvisata, niente è improvvisato e Brando non era presente sui primi piani di Steiger per dargli le battute. Mentre Steiger lo aveva fatto. La cosa raffreddò i rapporti fra i due attori che non si parlarono per anni.
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