DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Marco Giusti per Dagospia
sylvester stallone irwin winkler 1
Che vediamo stasera in chiaro? Intanto avete “Rocky”, il primo, quello diretto da John G. Avildsen con Sylvester Stallone, Talia Shire, Burt Young, Carl Weathers, Burgess Meredith su Rete 4 alle 21, 25. Stallone, che stava a pezzi, con 106 dollari in banca, nessun lavoro (si era anche venduto il cane, Buktus), accettò di venderlo a Irwin Winkler e Robert Chartoff solo a patto che lui fosse protagonista.
Ma la United Artists, quando seppe che il protagonista sarebbe stato lui e non, come volevano loro, una star del calibro di Robert Redford, Burt Reynolds, Nick Nolte, James Caan, tagliò il budget da 2 milioni di dollari a 1 milione di dollari. Per poterlo fare Winkler e Chartoff ipotecarono le loro case per 100 mila dollari, visto che il film cosò 1 milione e 100 mila dollari. Fu il maggior successo del 1976. Nel ruolo di Paulie, interpretato da Burt Young, Stallone avrebbe voluto Harvey Keitel. Talia Shire, sorella di Coppola, fece il film nel ruolo di Adriana, la donna di Rocky, per 7500 dollari.
Se volete proseguire con i film di boxe vi ricordo anche “Hurricane” di Norman Jewison con Denzel Washington, John Hannah, Deborah Kara Unger, Vicellous Reon Shannon, La7D alle 22, biopic del celebre pigile Robin Carter detto Hurricane, che rimase chiuso vent’anni in galera con tre ergastoli sul groppone per l’omicidio di tre persone in un bar di Paterson quando era innocente. Famosa la canzone di Bob Dylan con lo stesso titolo.
Passiamo alla pandemia. Con tutta questa paura del ritorno del Covid, penso che possa accrescere l’ansia di molti “Virus letale” di Wolfgang Petersen con Dustin Hoffman, Rene Russo, Morgan Freeman, Donald Sutherland, Cuba Gooding jr., Iris alle 21. Meglio allor ala vecchia commedia di Walter Lang, “La segretaria quasi privata” con Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Joan Blondell, Gig Young, RTV San Marino alle 20, 45, dove assistiamo per la prima volta, siamo nel 1957, alla guerra tra un cervello elettronico e la memoria della segretaria Katherine Hepburn.
Magari vi divertite di più con “Death Race” di Paul Anderson con Jason Statham, Joan Allen, Tyrese Gibson, Ian McShane, Jacob Vargas, Robert LaSardo, versione più moderna e più cafone del bellissimo action-fantasy prodotto da Roger Corman e diretto da Paul Bartel “Anno 2000: la corsa della morte” con David Carradine.
Rai Movie alle 21, 10 presenta la commedia su connessi e non connessi di Massimiliano Bruno “Beata ignoranza” con Alessandro Gassman, Marco Giallini, Carolina Crescentini, Valeria Bilello. Ve lo ricordate? “Adesso puoi comunicare con miliardi di persone in tutto il mondo!”, cinguetta la ragazza che ha connesso il padre con lo smartphone. “E che cazzo ciavemo da disse?!” è la giusta risposta di Marco Giallini. Infatti, “e che cazzo ciavemo da disse” è un po’ quello che in tanti pensiamo della frenesia da connesso-dipendente di tante persone rovinate dall’uso scriteriato dello smartphone e dei social.
wolfgang petersen virus letale
E questo squinternato, caciarone, ma simpatico, divertente Beata ignoranza, prodotto dai Lucisanos, cerca un po’ di fare il punto su smartphone sì o no, connessione continua oppure sticazzi. Lo fa in maniera assolutamente poco strutturata, ma con tante piccole invenzioni, gag, intuizioni che finisce per intrattenerci sempre con piacere. C’è il ragazzetto obbligato a consegnare il cellulare al suo professore, Giallini, che parla a casa col padre, “A papà, ricordati le cotolette panate!”. C’è Giallini che inizia a recitare malamente “A Zacinto” di Ugo Foscolo davanti a una classe esterrefatta.
richard gere ufficiale e gentiluomo
Ma che piacere che ci fa (la scuola funziona sempre nel nostro cinema). Viene citato addirittura Jonathan Franzen. E noi che pensavamo che nel titolo, Beata ignoranza, ci fosse un accenno a una celebre battuta del Don Buro vanziniano, “Saremo puro burini ma beata l'ignoranza, se stai bene de mente, de core e de panza”.
Al di là della storia, che forse cerca di trovare una sua via da commedia chattarola per ripetere temi e successo di Perfetti sconosciuti, il film vive proprio di buffe battute, di volti poco visti o poco in luce del nostro cinema, come Emanuela Fanelli come regista coatta o Alessandro Di Carlo come bidello demotivato o Pietro De Silva come drogato di connessione, che risultano forti e ben evidenziati come i due più blasonati protagonisti, cioè Alessandro Gassman e Marco Giallini.
Su Canale 27 alle 21, 10 torna il sentimental-militare di grande successo “Ufficiale e gentiluomo” di Taylor Hackford con Richard Gere (altro che Vannacci!), Debra Winger, Louis Gossett jr. Rai Storia alle 21, 10 rispolvera anche il bellissimo noir romano “L’odore della notte” di Claudio Caligari con Valerio Mastandrea, Alessia Fugardi, Giorgio Tirabassi, Francesca D'Aloja, quello dove Giallino rapinando a casa sua Little Tony lo obbliga a cantare “Cuore matto” (“Little… tu me stoni!”).
Cine 34 alle 21, 15 ci propone addirittura “Romanzo criminale” di Michele Placido con Kim Rossi Stuart, Stefano Accorsi, Anna Mouglalis, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Jasmine Trinca, Elio Germano, il primo dei film sulle bande criminali romane e il primo grande successo di Favino nei panni del Libanese.
Passiamo al drammone erotico con “Malombra” di Bruno Gaburro con Paola Senatore, Maurice Poli, Claudia Cavalcanti, Maurizio Boni, Cielo alle 21, 15, primo film erotico sul modello di “La chiave” di quella che nella testa del regista Gaburro e del produttore, Pino Buricchi, avrebbe dovuto essere una trilogia soft ispirata a Fogazzaro, pur se non nominato nei titoli di testa. Ma Paola Senatore, che finirà al gabbio per traffico di droga dopo il secondo film, non mostra qui le stesse cose che mostrava la Sandrelli.
E la sceneggiatura di Piero Regnoli fa il resto. Ricordo che gli spettatori in sala protestavano non poco. In tutto questo ricordo bene che ero pazzo di Claudia Cavalcanti. Che fine avrà fatto?
Su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa invece “It”, quello diretto da Andres Muschietti con Finn Wolfhard, Bill Skarsgård, Nicholas Hamilton, Javier Botet, Jaeden Lieberher, grande successo di pubblico e di critica. Semplice nella struttura ma non così facile nella sua messa in scena, è un film da non perdere anche per i non appassionati di horror truculenti. E che It sia truculento lo capiamo fin dalla prima scena che vede sbranato il piccolo Georgie. Non in fuori campo, come accadeva nella vecchia versione tv in due puntate con un indimenticabile Tim Curry nei panni di Pennywise e la regia di Tommy Lee Wallace, ma ben visibile, con la bocca piena di denti spalancata.
Frutto di un lungo e travagliato processo produttivo, che in qualche modo si sente, It, nella versione di Andy Muschietti, il notevole regista di Mama sponsorizzato da Guillermo Del Toro, è in realtà un film molto classico nella linea di Poltergeist e Goonies e dello stesso vecchio It. Non solo ambientato alla fine degli anni ’80, ma anche costruito come uno di quei film, con una fotografia di altissimo livello, Muschietti ha addirittura chiamato il coreano Chung-hoon Chung, il direttore della fotografia di Old Boy di Chan-wook Park, le scenografie di Mara LePere-Schlopp e la musica perfetta e paurosissima di Benjamin Wallfisch (Blade Runner 2049).
Muschietti ha limitato il più possibile gli effetti speciali digitali che vanno di moda adesso, preferendo giocare sulla fisicità stessa del Pennywise di Bill Skarsgard, e per questo ci fa più paura, e sulla sua capacità di interpretare gli orrori delle sue piccole vittime. Rispetto alla versione molto adulta e più cattiva che voleva farne Cary Fukunaga, primo regista del film, rimpiazzato per dissapori con la produzione a causa di una serie di scene di sesso violnete che riguardavano soprattutto i bulli, Muschietti preferisce qualcosa di meno esplicito ma non meno conturbante, soprattutto per quel che riguarda il personaggio di Beverly e i rapporti con l’orrendo padre.
Inoltre Muschietti, assieme al suo sceneggiatore Garu Dauberman, re-inseriscono nel copione già scritto da Fugunaga e Chase Palmer (e prima ancora da David Kajganich), molte scene classiche del libro che erano state tolte. Se Fukunaga tendeva a un It molto diverso da quello di King e da quello del film per la tv, Muschietti cerca di recuperare come un valore d’epoca proprio la loro classicità. Non a caso ha ambientato il suo It negli stessi anni che venne girato il primo film, e ne ha ripreso la divisione in due capitoli. Come in Blade Runner 2049 siamo insomma ancora una volta di fronte a una lettura post-postmoderna di un classico, come dimostra anche il nuovo Pennywise, che nella versione di Fukunaga doveva essere interpretato da Will Poulter. Perché a Muschietti interessano i piccoli spettatori del primo It e i primi lettori del libri nel lontano 1986.
Su Rai Tre alle 21, 20 una sofisticata commedia francese, “Il mistero Henri Pick” di Rémi Bezançon con Fabrice Luchini, Camille Cottin, Alice Isaaz, Bastien Bouillon, Josiane Stoléru. Occhio a “Odio l’estate” di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Massimo Venier con Aldo Giovanni e Giacomo Poretti, ma soprattutto Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Canale 5 alle 21, 20, grande ritorno al successo dei trio e del loro vecchio autore e regista Massimo Venier che li seguì dai tempi di “Tre uomini e una gamba”, ventitrè anni fa, fino a “Ti presento Claudia”, ormai sedici anni fa. Quando Aldo duetta con il suo idolo Massimo Ranieri cantando “Erba di casa mia” anche lo spettatore più cinico si commuoverà.
Ovviamente, i tempi sono passati per tutti, sia per noi spettatori che per i tre attori, che qui si presentano sposati, con tre commedianti di rango, la depressa Lucia Mascino con Giacomo, la buffa Maria Di Biase con Aldo, la paziente Carlotta Natoli con Giovanni, hanno dei figli e non pochi problemi. Giacomo è un dentista che non riesce a comunicare né col figlio né con la moglie e aspetta come una manna la flat tax berlusconiana, Giovanni ha un negozio di accessori per scarpe che non funziona più bene e dovrà probabilmente chiudere, Aldo è quello che sembra più allegro di tutti, ma la moglie pensa che nasconda un segreto.
L’idea di Venier e degli sceneggiatori, Michele Pellegrini e Davide Lantieri, oltre ai tre, è che per la disattenzione di una agenzia, le tre famiglie si ritrovino su un’isola non precisata del sud (ma siamo in Puglia grazie alla Film Commission più potente d’Italia), a dover dividere la stessa casa. Ma la vacanza, dal disastro che sembra all’inizio, si dimostrerà più interessante del previsto, grazie anche ai buoni rapporto che si stabiliscono tra i figli e tra le mogli. E, per noi spettatori, grazie anche alle apparizioni di un divertente Michele Placido come maresciallo dei carabinieri alla Vittorio De Sica e di Massimo Ranieri nei panni di se stesso.
Passiamo alla seconda serata. Ci sarebbe su Rai Storia alle 22, 45 il documentario di Anselma Dell’Olio, “La lucida follia di Marco Ferreri” con testimonianze di Isabelle Huppert, Roberto Benigni, Hanna Schygulla, Ornella Muti, Sergio Castellitto sul grande regista, parecchio trascurato negli ultimi anni.
Rai Movie alle 22, 45 presenta invece la commedia fantastica “Momenti di trascurabile felicità” di Daniele Luchetti con Pierfrancesco Diliberto, Renato Carpentieri, Thony. Rispetto all’omonimo romanzo di Francesco Piccolo da cui è tratto, nelle mani di Luchetti e Pif il film diventa un’altra cosa. Intanto si trasforma in uno stravagante triller a tempo, dove il protagonista Pif, tecnicamente già morto, è un cadavere in arrivo e ha un breve tempo a sua disposizione, un’ora e 32 minuti, la durata di un film, per fare i conti con la sua vita. Ma non deve scoprire come nei thriller americani chi lo ha avvelenato e perché o cercare un antidoto.
E’ morto in un banale incidente stradale passando in scooter col rosso per le strade di Palermo. E una specie di angelo, il grande Renato Carpentieri, gli spiega che per l’uso accorto delle centrifughe (è così…), gli rimane un po’ di tempo per salutare l’ultima volta i suoi, la moglie, Thony, e i i due figli. O ripensare alle tante donne della sua vita. Ai suoi errori. Magari riesce anche a vedere in tv un po’ di Palermo-Ternana, col la sua squadra, il Palermo, che sta per andare in serie A. E’ in questo tempo, che Pif, uomo medio con difetti e virtù da uomo medio, dovrà capire quali sono le cose davvero importanti della sua vita.
Luchetti, da sceneggiatore e da regista, con l’ausilio dello sguardo poco paziente di Carpentieri e delle belle musiche di Franco Piersanti, ma c’è pure il “Voglio vivere così” di Ferruccio Tagliavini, si trova a mediare con molto tatto e intelligenza tra il maschilismo da sceneggiatore di Piccolo e quello da protagonista di Pif. Ne viene fuori una commedia che un tempo si sarebbe detta alla René Clair o alla Frank Capra, dove l’elemento fantastico serve per smorzare il realismo della situazione drammatica e in questo caso anche per puntare senza retorica sulla bellezza della vita di tutti i giorni.
Rispetto ai tanti film italiani su maschi che si relazionano a altri maschi, almeno questo di Luchetti mette sulla graticola il maschilismo egoriferito di Piccolo e Pif. E lo fa con divertimento e ironia. Ambientandolo in una Palermo finalmente senza mafia, quasi moderna. Gold alle 23, 30 propone la vecchia commedia con spie “Due sotto il divano” diretta da Ronald Neame con Walter Matthau, Glenda Jackson, Ned Beatty, Herbert Lom. Iris alle 23, 40 risponde con il thriller “Delitto alla Casa Bianca” di Dwight H. Little con Wesley Snipes, Diane Lane, Alan Alda.
Pedro Almodovar ne Gli amanti passeggeri
Rete 4 a mezzanotte si lancia nel fenomenale “Sessomatto” di Dino Risi con Giancarlo Giannini, Laura Antonelli, Paola Borboni, Alberto Lionello, Duilio Del Prete, commedia sul sesso a episodi coi due attori più amati del momento, Giannini e la Antonelli. Sono favolosi fin dal primo episodio, quello del cameriere terrone innamorato della bella e fredda padrona che parla solo francese, sia in quello della famiglia di poveri che si menano e scopano, con lei che si lancia in battute del tipo “Stai a cacà amore mio?” o “Però se contenta, perché l’omo è omo, ha da menà”.
O il clamoroso e cortissimo episodio del donatore di sperma italiano in Svizzera che si eccita pensando alla bella suora sexy mezza nuda che lo ha accompagnato in clinica. Risi sapeva come trattare il sesso al cinema con eleganza.
Anche negli episodi più terribili. Mi diceva sempre che gli sarebbe piaciuto montare un film con gli episodi migliori dei suoi film sul sesso, che fecero tutti incassi spaventosi. Canale 5 alle 0, 25 propone invece la commedia estremamente attuale sui baroni dell’università e gli studenti “Tuttapposto” di Gianni Costantino, piccola commedia con Roberto Lipari, interprete giovanissimo proveniente dalla stand-up comedy, Luca Zingaretti, Monica Guerritore, Ninni Bruschetta, Sergio Friscia. Non l’ho visto. Uffa.
Cine 34 alle 0, 30 propone il bel noir di Fernando Di Leo “I padroni della città” con Jack Palance, Al Cliver, Harry Baer, Gisela Hahn, Edmund Purdom, Vittorio Caprioli. E’ considerato un film minore, ma io lo trovo molto divertente il curioso airplane movie di Pedro Almodovar “Gli amanti passeggeri” con Javier Cámara, Cecilia Roth, Lola Dueñas, Raúl Arévalo, Carlos Areces, Rai Movie alle 0, 30, folle commedia erotico-politica tutta su un aeroplano che non riesce a atterrare. "Voi coppie gay come siete etero!". Almodovar ritrova qui la grande vena comica di certi suoi primi film, mixa satira sociale, politica, alcool, mescalina, una scelta musicale pazzesca e aggiunge sesso. Tanto. Scritto ed esibito.
Una goccia di sperma cade dalla bocca di uno steward. Mentre stanno per tentare l’atterraggio di fortuna all'aeroporto di La Mancha, Benito chiede al comandante: “Tu che sei bisessuale, è vero che gli uomini succhiano il cazzo meglio delle donne?”.
Non c'è nessun dramma, a parte quello della situazione base, visto siamo su un aereo con destinazione Città del Messico che si ritrova da subito in avaria, a causa di un carrello inceppato, e che gira a vuoto sopra il cielo di Toledo (metafora politica della Spagna, dell’Italia, dell’Europa..) alla ricerca di uno scalo d'emergenza dove atterrare. Non c’è però da preoccuparsi perché, sul modello dei vecchi “Airport” o degli “Aeroplani più pazzi del mondo”, passeggeri e personale di bordo sono tutti svitati e fuori controllo.
A cominciare dai tre steward gaissimi capitanati da Joserra, il grande Javier Camara, fidanzato con lo sposatissimo comandante Alex, Antonio de la Torre, sorpreso però proprio da Joserra a farsi fare una megapompa dal suo secondo, il bel Benito, Hugo Silva (“tu sei proprio una frociona!”). I tre steward cercano, a modo loro, di tranquillizzare i passeggeri della prima classe, visto che quelli della seconda sono stati pesantemente addormentati.
Così i tre passano da un gran numero coreografato di “I’m so excited” delle Pointer Sisters a un micidiale cocktail, l'Agua de Valencia, rinforzato con una bella dose di mescalina tirata fuori dal culo di un bel passeggero (“per passare la frontiera il culo è la cosa più sicura!”), che farà sballare un po' tutti scatenando le già poco represse pulsioni sessuali dei presenti.
Nella notte più fonda occhio su Rai 3/Fuori Orario al film iranmiano del 1965 “Mattone e specchio” di Ebrahim Golestan con Taji Ahmadi, Zackaria Hashemi, Goli Bozorgmehr, Masoud Faghih, Parviz Fanizadeh. O su Iris all’1, 45 al primissimo euro-western “Agguato sul grande fiume” di Jürgen Roland con Hansjörg Felmy, Sabine Sinjen, Horst Frank, Brad Harris, Tony Kendall, Dorothee Parker. Si segnala, come regista della seconda unità per le scene d’azione, il nostro Frank Kramer-Gianfranco Parolini, che si ritrova sul set la sua coppia preferita Brad Harris-Tony Kendall, anche se scoppiati in due ruoli ben diversi.
In realtà, per noi, è il lato più interessante del film. “Era il primo western europeo e questo Jurgen Roland era un bravo regista e un buon amico”, ricordava Tony Kendall alias Luciano Stella. “I protagonisti eravamo io e Brad Harris, con il quale credo di aver fatto qualcosa come undici film.” (“Cine 70”). È probabilmente grazie al successo di questo film che Kendall si vede proporre da Papi e Colombo della Jolly Film di fare il protagonista di Per un pugno di dollari. Brad Harris, vero americano e vero culturista, non è ancora l’eroe, lo diventerà nei peplum girati più o meno contemporaneamente da Parolini (Anno 79 la distruzione di Ercolano e Sansone), ma una co-star dello sceriffo Hansjörg Felmy, che si deve vendicare dei banditi del fiume che hanno ucciso la sua sposa. È anche il primo spaghetti di Dan Vadis, altro culturista americano, già molto attivo nel nostro peplum. Il grande fiume del titolo è il Mississippi.
Horst Frank ricordava che utilizzarono, come costumi, quelli da western a noleggio utilizzati nel carnevale di Monaco. Con “La dottoressa preferisce i marinai” diretto da Michele Massimo Tarantini con Alvaro Vitali, Gianni Ciardo, Paola Senatore, Renzo Montagnani, si torna nella vecchia commedia sexy, Cine 34 alle 2, 20. Dopo le 3 di notte passa di tutto, da “Angelica” di Bernard Borderie con Michèle Mercier, Claude Giraud, Robert Hossein, Rosalba Neri e il nostro Giuliano Gemma, Iris alle 3, 25, al folle e divertente “Favola” diretto da Sebastiano Mauri con Filippo Timi en travesti, Lucia Mascino, Luca Santagostino, Sergio Albelli, Piera Degli Esposti,
Rai Movie alle 3, 30, dal bellissimo e rarissimo film indiano “A River Called Titas” di Ritwik Ghatak con Kabori Sarwar, Prabir Mitra, Rosy Samad, Farid Ali, Fakrul Hasan Boiragi, Rai Tre alle 3, 45, adorato da Marco Melani, a “La setta” di Michele Soavi con Kelly Curtis, Herbert Lom, Mariangela Giordano, Tomas Arana, Italia 1 alle 4, 25. Chiudo col brutto, ma stracultissimo “Paolo il freddo” di Ciccio Ingrassia con Franco Franchi, Ileana Rigano, Guido Leontini, Isabella Biagini, Annie Carol Edel, Rete 4 alle 4, 45.
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