
DAGOREPORT - CHI SONO I VERI OPPOSITORI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI? L'AMMUCCHIATA SCHLEIN-CONTE? I…
IL DIVANO DEI GIUSTI – RAI STORIA CI PRESENTA UNA RARITÀ, “LA RIMPATRIATA”, COMMEDIA TRISTE TRA MASCHI CON WALTER CHIARI, FRANCISCO RABAL, RICCARDO GARRONE, AMBIENTATA NEGLI ANNI DEL BOOM E DELLA CEMENTIFICAZIONE DI MILANO – CINE 34 CI TIRA SU CON UNA COMMEDIA PEPATA DIRETTA DA LUCIANO SALCE, “L’ANATRA ALL’ARANCIA” CON MONICA VITTI, UGO TOGNAZZI, BARBARA BOUCHET. IL SESSO, PIÙ ESIBITO E MIMATO CHE FATTO, DIVENTA LA MOLLA DI TUTTA LA STORIA. GRANDE SUCCESSO AL TEMPO – RAI TRE ALLE 0,25 PROPONE A SORPRESA “DOGMAN”, VERSIONE ALLA GARRONE DELLA STORIA DEL CANARO DELLA MAGLIANA E DEL PUGILE CHE LO BULLIZZAVA... – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
jason bateman jude law black rabbit
Che vediamo stasera? Sarà difficile stasera non dare un’occhiata alle nuove puntate di “Slow Horses” su Apple tv+. Tanto le otto puntate di “Black Rabbit” su Netflix le ho viste, inoltre le ultime due dirette da Justin Kurzel ("The Order") erano piuttosto buone, e “The Pitt” su Sky magari può aspettare.
In chiaro su Canale 20 alle 21 abbiamo “Nico”, buon poliziesco sulla corruzione e agenti a San Francisco, diretto da Andrew Davis con uno Steven Seagal al suo debutto, quando non si era ancora completamente rincoglionito e ingrassato a dismisura, Sharon Stone ancora sconosciuta, Daniel Faraldo, Pam Grier, e il grande Henry Silva, da poco tornato dalla lunga stagione italiana.
Seagal era stato chiamato, allora non era un attore, ma solo un esperto di aikido, quando era stato impossibile mettere sotto contratto Chuck Norris, legato alla Cannon. Leggo che in una scena Henry Silva ruppe davvero il naso a Steven Seagal, ma il giorno dopo, eroicamente, stava sul set. Fa il suo esordio, in un piccolo ruolo, John C. Reilly.
johnny dorelli spogliamoci cosi senza pudor
Su Cine 34 alle 21 trovate “Spogliamoci così senza pudore…” di Sergio Martino con Aldo Maccione, Alvaro Vitali, Ria De Simone, Ursula Andress, Barbara Bouchet, Enrico Montesano, Johnny Dorelli, Gianrico Tedeschi, Alberto Lionello, Nadia Cassini. Alessandro Continenza e Raimondo Vianello, dopo aver visto il film montato, decisero di togliere il loro nome dai titoli di testa.
Leggiamo sul Corriere della Sera, 27 novembre 1976, le dichiarazioni di Continenza: «Per tutto il tempo della lavorazione non siamo mai stati interpellati e il regista non ha mai provveduto, come è buona norma professionale, a richiedere la nostra collaborazione per eventuali modifiche del copione che gli avevamo fornito.
Così abbiamo visto il film già montato e ormai pronto per l’uscita: era un film completamente diverso da quello che avevamo progettato, nella sceneggiatura e nei dialoghi. Un film dove il nostro lavoro veniva stravolto e involgarito sino al punto da non poterne più riconoscere alcuna nostra paternità».
I fratelli Martino presentarono così in sala delle copie prive dei nomi di Continenza e Vianello come soggettisti e sceneggiatori. Al di là della polemica, il film ci apparve allora un po’ sgangherato. Interessante, ma eccessivo, l’episodio col produttore alla Luciano Martino dipinto da Alberto Lionello. Sicuramente spinto a strafare, Lionello è scatenato.
A un certo punto cita, tra i film che sta producendo, un certo «Le studentesse nude del collegio delle vergini violentate». Allora l’episodio migliore del film ci sembrò quello di Enrico Montesano che si finge donna e calciatrice professionista, con grandi scene di doccia e di manate sulle chiappe delle ragazze. Ma non è male neanche quello di Maccione e Vitali come coppia di detective privati apparentemente alle prese con un marito tradito.
ursula andress johnny dorelli spogliamoci cosi?? senza pudor
Rai Storia alle 21,10 almeno ci presenta una rarità, “La rimpatriata”, commedia triste tra maschi di Damiano Damiani con Walter Chiari, Francisco Rabal, Leticia Roman, Riccardo Garrone, Dominique Boschero, Gastone Moschin, Mino Guerrini e Enzo De Toma, il caratterista milanese del Pennello Cinghiale. Rimpatriata tra amici a Milano negli anni del boom e della cementificazione di Milano. Tutti doppiati a parte Walter.
Ma tutto diventa presto angoscioso. Sergio Endrigo canta “La rosa bianca”, traduzione italiana della canzone del poeta cubano José Marti. Non c’entra nulla con quello che vediamo. Moschin si salva sempre.
Rai Movie alle 21,10 presenta “Il principe del deserto”, avventuroso diretto da Jean-Jacques Annaud con Antonio Banderas, Mark Strong, Freida Pinto, Tahar Rahim, Riz Ahmed, Liya Kebede. Bruttino il giallo “La giusta causa” diretto da Arne Glimcher con Sean Connery che fa il professore di legge che torna a far l’avvocato per salvare la vita a un galeotto che gli sembra innocente, Laurence Fishburne, Kate Capshaw, Blair Underwood, Iris alle 21,15. Bella l’ambientazione delle Everglades della Florida.
Mediaset Italia 2 alle 21,15 passa l’horror “Dampyr” di Riccardo Chemello con Wade Briggs, Stuart Martin, Frida Gustavsson, Sebastian Croft, David Morrissey. La7Cinema alle 21,20 sprofonda nella tv per vecchi signori con l’ormai lontano “Va dove ti porta il cuore” di Cristina Comencini con Virna Lisi, Margherita Buy, Massimo Ghini, Galatea Ranzi.
antonio banderas il principe del deserto
Rai Due alle 21,20 propone un giallo recentissimo e sconosciuto, “Omicidi a Mystery Island” di Nicholas Humphries con Elizabeth Henstridge, Charlie Weber, Kezia Burrows, Matthew Chambers. Mah… Italia 1 alle 21,20 passa il primo, e molto divertente, “L’era glaciale”, film di animazione diretto da Carlos Saldanha, Chris Wedge. Purtroppo gli altri film della serie non sono all’altezza di questo. Lo scoiattolo Scrat ruba il film a tutti.
Su Rai4 alle 21,20 trovate l’action “Faster” di George Tillman jr. con Dwayne Johnson, Billy Bob Thornton, Moon Bloodgood, Oliver Jackson-Cohen, Maggie Grace, dove The Rock esce di prigione dopo dieci anni pronto a vendicarsi di chi gli ha ucciso il fratello. So’ cazzi.
Magari è meglio (insomma…) “Trespass”, thriller coi banditi che tengono in ostaggio una famiglia borghese piena di segreti, diretto da Joel Schumacher con Nicolas Cage, Nicole Kidman, Cam Gigandet, Liana Liberato, Jordana Spiro, Ben Mendelsohn, Rete 4 alle 21, 35.
Passiamo alla seconda serata con la commedia sentimentale per ottantenni “L’amore è senza età” di Martín Rosete con Bruce Dern, Caroline Sihol, Brian Cox, Serena Kennedy, Veronica Forqué, Sienna Guillory, Tv2000 alle 22, 50. Italia 1 alle 22,55 passa il divertente “Adele e l’enigma del faraone” di Luc Besson con Louise Bourgoin, Mathieu Amalric, Jean-Paul Rouve, Gilles Lellouche, Frédérique Bel.
Cine 34 alle 23,20 almeno ci tira su con una commedia pepata diretta da Luciano Salce, “L’anatra all’arancia” con Monica Vitti, Ugo Tognazzi, John Richardson, Barbara Bouchet, Sabina De Guida. Versione anni ’70, quindi involgarita e riadattata ai gusti italiani e alla commedia sexy dilagante, di una celebre commedia francese.
Al punto che Barbara Bouchet, l’amante esca di Ugo Tognazzi per fare ingelosire la moglie, diventa un personaggio chiave del film e si mostra nuda per gran parte del film. Non solo, il sesso, più esibito e mimato che fatto, diventa la molla di tutta la storia. Grande successo al tempo. Ben due David a Monica Vitti e a Ugo Tognazzi. Oggi non sarebbe possibile.
Il film doveva essere diretto in un primo tempo da Dino Risi, e infatti è scritto dal suo fido Bernardino Zapponi. Gabriele Mayer, che realizzò i costumi disegnati da Luca Sabatelli, ricorda che preparò tutto il film con Risi e lo stesso fece Barbara Bouchet.
Il protagonista maschile avrebbe dovuto essere l’attore americano George Segal. Accanto a lui ci sarebbero dovuti essere, oltre alla Bouchet, Sami Frey e Laura Antonelli. All’Antonelli subentrò presto Monica Vitti. Ma la Vitti si rifiutò di recitare il suo ruolo in inglese e George Segal si defilò dall’operazione. Lo stesso fece Sami Frey.
Come si legge su Variety si cercò di comporre un cast tutto italiano con Alberto Lionello - Monica Vitti - Valeria Valeri, con Risi ancora regista. Ma non si approdò a nulla. A quel punto Risi esce di scena, preferendo girare Telefoni bianchi. Subentra Luciano Salce, che ha subito uno screzio, segnalato anche dalle cronache, con Lionello.
Si parla anche di dissapori tra le due attrici, Monica Vitti e Barbara Bouchet. A riguardo proprio la Bouchet dichiara ai giornalisti su La Sicilia, 19 settembre 1975: «Monica e io abbiamo lavorato in piena armonia e la Vitti non ha mai espresso richieste in merito alla mia parrucca, al mio trucco e ai miei vestiti».
Anche la Vitti nega i dissapori: «Sono addolorata che si cerchi ancora di avvalorare presso il pubblico l’immagine dell’attrice come diva capricciosa e dispotica». Poco dopo Alberto Lionello se ne va. E compare Tognazzi. E così si girerà il film.
La7 Cinema alle 23,25 rilancia come cineclub per signore con “Coco Chane & Igor Stravinsky” di Jan Kounen con Mads Mikkelsen, Anna Mouglalis, Anatole Taubman, Yelena Morozova, Clara Guelblum. Così così il thriller “Nella morsa del ragno” diretto da Lee Tamahori con Morgan Freeman, Monica Potter, Mika Boorem, Michael Wincott, Penelope Ann Miller, Iris alle 23, 25.
Rai Tre alle 0, 25 propone a sorpresa “Dogman” di Matteo Garrone con Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Alida Baldari Calabria, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, cioè una versione alla Garrone della storia del canaro della Magliana e del pugile che lo bullizzava.
L’idea centrale che sta dietro e costruisce l’ossatura di questo perfetto film di Matteo Garrone, pensato e riscritto per molti anni assieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, che a Cannes vinse a sorpresa il premio per il miglior attore protagonista, è quella di una piccola comunità da film western anni ’60, penso a Killer on a Horse che Burt Kennedy diresse a partire da un romanzo di E.L. Doctorow, o allo stesso Liberty Valance di John Ford, che deve liberarsi di un mostro che domina incontrastato il paese.
Un mostro, il pugile Simone di Edoardo Pesce, con volto totalmente trasformato, che non arriva a cavallo, ma su una moto rossa super coatta, e che non ha molto di umano, sempre a caccia di coca, violento e cattivo con tutti, a parte con sua mamma, Nunzia Schiano.
Simone vive di prepotenza, come nel migliore dei mondi di Caligari, e domina tutti i tranquilli cittadini del paese, una sorta di Ostia ricostruita come terra di nessuno senza tempo a Castel Volturno, in un set meraviglioso che la fotografia di Nicolaj Bruel trasforma in qualcosa di irreale.
Ma, soprattutto, domina il canaro del posto, Marcellino, interpretato da Marcello Fonte, già assistente di artisti romani con qualche esperienza fra cinema e tv (anche a Stracult…), che non sa come reagire ai suoi soprusi.
Se la storia è quella che ben tutti conosciamo dai tardi anni ’80, e che molto colpì per i risvolti horror delle torture che il pugile, una volta finito nella trappola del canaro della Magliana, subì, e per gli eccessi di cocaina che già allora vennero fuori pesantemente e che rivelarono aspetti finora sconosciuti della periferia romana, il trattamento che ne fanno Garrone e i suoi sceneggiatori è del tutto diverso.
Non solo perché spostano l’azione dalla Roma degli anni ’80 in un posto e in un tempo non definiti, dove il coattume che vediamo è quello del cinema e degli attori di ora, e c’è una bella collezione di facce, dal compianto Adamo Dionisi a Mirko Frezza, da Francesco Acquaroli a Gianluca Gobbi, mentre il poliziotto è interpretato da Aniello Arena, il meraviglioso protagonista di Reality.
E questo rende il tutto metacinema. Ma anche perché Garrone&co. tolgono alla storia la componente più horror e trucida, diciamo di genere, puntando invece sulla costruzione del racconto, sull’archetipo western e sul meccanismo che porterà alla vendetta solitaria di Marcellino. Vendetta che lui pensa lo riporterà dentro la comunità, ma che invece lo vedrà solo un’altra volta isolato e perdente.
Smontando così i meccanismi del western classico americano e dell’Ostia movie alla Caligari, Garrone si ritrova una macchina perfetta di puro cinema dove far muovere i suoi personaggi. E bene ha fatto a puntare su uno sconosciuto come protagonista e a trasformare del tutto Edoardo Pesce rendendolo irriconoscibile.
Il loro rapporto, che noi vediamo mediato da inquadrature a altezza sempre di Marcellino e che quindi spesso escludono i totali della testa di Simone, è il motore del meccanismo che farà muovere la storia.
E più il tutto è indefinito, non detto, asciutto, più funziona sullo schermo. Dove Reality un po’ si perdeva nella seconda parte, Dogman trova sempre il suo giusto percorso di racconto. Con attori più noti e popolari o riconoscibili, Garrone in un primissimo tempo aveva pensato a Benigni, Ceccherini, Germano, Marinelli, tutto questo avrebbe funzionato meno.
Cine 34 all’1,15 ripropone “Il vizio di famiglia” di Mariano Laurenti con Renzo Montagnani, Edwige Fenech, Gigi Ballista. Commedia sexy un po’ anomala per Mariano Laurenti, che ebbe molto successo.
Così Laurenti: «Nel Vizio di famiglia ci inventammo quello che spiava la Fenech e la fotografava mentre lei prendeva il sole; era una cosa vecchia, ma girata in maniera particolare: bisognava sempre coinvolgere il pubblico. Erano anche stratagemmi per mostrare ma senza incappare nella censura» (dal documentario di Monica Repetto).
Superpochade, con molti nudi, allora poco chiara; molto simile, come impianto, al successivo Dove vai se il vizietto non ce l’hai?. Montagnani, che la stessa Fenech nel film apostrofa come “il Maiorca della scopata”, visto che riesce a farlo anche sotto la doccia, deve fingersi gay, ma in realtà è sempre pronto: «Sono un pederasta lesbico, una nuova categoria». È incredibile la scena in piscina con l’attore che si ferma a rimirare il nudo di Edwige commentando con una marea di «Ohiohiohi».
Sua una delle battute migliori: «Ti metto una mano in bocca, l’altra in culo e ti adopero come manicotto per l’inverno».
Rai Movie all’1,35 contrattacca con “Le conseguenze dell’amore”, secondo film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Angela Goodwin, Raffaele Pisu. Rai Tre/Fuori orario alle 2,20 passa al cinema sperimentale di Jonas Mekas con “As I Was Moving Ahead Occasionally I Saw Brief Glimpses of Beauty”, 288’. E la nottata è sistemata. Chiudo però con il raro “L’Angelica avventuriera”/”Soleil Noi”, esotico sentimentale diretto da Denys de la Patellière con Michèle Mercier, Daniel Gélin, Valentina Cortese, Louis Seigner, Rete 4 alle 4,50.
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