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IL DIVANO DEI GIUSTI – STASERA IN CHIARO CI VA BENE. INTANTO PASSANO “FANTOZZI”, IL PRIMO, E “REVENANT – REDIVIVO”, GRANDE WESTERN AVVENTUROSO E UNO DEI PUNTI PIÙ ALTI DELLA CARRIERA DI LEONARDO DICAPRIO - AVETE ANCHE “IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO”, IL FILM PIÙ DISTURBANTE DI LANTHIMOS, CON UN BARRY KEOGHAN STREPITOSO – NELLA NOTTE TROVATE “LA PATATA BOLLENTE”, PRIMO FILM COMICO INTERAMENTE COSTRUITO SU UNA SITUAZIONE GAY (O QUASI) DI QUALCHE CONSISTENZA E CREDIBILITÀ… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

liu bosisio,paolo villaggio e plinio fernando in fantozzi

Che vediamo stasera? In chiaro ci va bene. Intanto Cine 34 alle 21 ripropone “Fantozzi”, il primo, quello diretto da Luciano Salce con Paolo Villaggio, Anna Mazzamauro, Liù Bosisio, Plinio Fernando, Gigi Reder. Canale 20 alle 21, 10 propone un action con Vin Diesel, ormai visto come un “old fashioned action” visto che è di 25 anni fa, “Il risolutore”, diretto da F. Gary Gray con Lorenz Tate, Timothy Olyphant, Jacqueline Obradors e Geno Silva che fa il cattivissimo capo dei narcos Memo Lucero detto Diablo.

fantozzi

 

Il film, girato tra il 2000 e il 2001 uscì tre anni dopo, un po’ per i rifacimenti che la produzione volle, girati da John Hertzfeld e non da F. Gary Gray, tutto il finale, i tagli pesanti, un po’ dal fatto che si tendeva a sfruttare il nome di Vin Diesel dopo il successo di “Fast and Furious”. Alla fine il film venne massacrato e non si girò mai il sequel che avevano scritto gli sceneggiatori, Christian Gudegast e Paul T. Scheuring.

 

prima vittoria

 Il film che forse dovremmo rivederci è il war movie da tre ore diretto e prodotto da Otto Preminger “Prima vittoria”, dedicato a quel che accadde nel Pacifico dopo il disastro di Pearl Harbour con un megacast, John Wayne, Kirk Douglas, Patricia Neal, Tom Tryon, Paula Prentiss, Henry Fonda, Franchot Tone, Patrick O’Neal e Barbara Bouchet nel suo primo film. Mi ha raccontato che ogni mattina andava sul set assieme a John Wayne.

 

prima vittoria

Kirk Douglas, che non aveva mai lavorato da Wayne, venne scelto proprio da lui e i due si intesero benissimo. Anche Patricia Neal si trovò benissimo con lui, che aveva incontrato nel 1951 su “Squalo tonante”. Malgrado gli avessero diagnosticato un tumore ai polmoni, Wayne seguitava a fumare sei pacchetti di sigarette al giorno. Finita la lavorazione si operò e campò fino al 1979. Riguardo al film c’è una stupenda storia che vede Bob Dylan che andava sul set per seguire un’attrice con cui aveva una storia (chi sarà? Jill Haworth o Barbara Bouchet?).

prima vittoria

 

Incontrò John Wayne e Burgess Meredith e cantò per loro delle canzoni folk a bordo della nave dove giravano. Wayne gli disse che avrebbe potuto dargli un ruolo. Kirk Douglas accettò il secondo posto sui titoli di testa perché la sua carriera era in declino con l’insuccesso di “Solo sotto le stelle” e le pessime recensioni che aveva avuto a teatro per “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.

 

Henry Fonda appare per amicizia nei riguardi di Otto Preminger. Fu l’ultimo grande film di guerra americano in bianco e nero. E non andò bene. Kirk Doiglas trovava terribili i modellini delle navi della battaglia finale.

revenant

 

Su Tv2000 alle 21, 10 il bel drammone francese su come vivere una malattia terminale quando non si è ancora pronti a morire, “Peaceful” diretto da Emmanuelle Bercot con Benoît Magimel, Catherine Deneuve, Lou Lampros, Cécile De France, Oscar Morgan. La7Cinema alle 21, 15 propone uno dei punti più alti della carriera di Leonardo DiCaprio, “Revenant – Redivivo” di Alejandro González Iñárritu con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson, Paul Anderson, Lukas Haas.

leonardo di caprio revenant

12 nominations agli Oscar, ne vinse 3, miglior regia, miglior fotografia, Emannuel Lubezki, e miglior attore protagonista, DiCaprio, che non ne aveva mai vinto uno. Grande western avventuroso, costruito attorno alla vera storia di vendetta del trapper Hugh Glass, abbandonato in una buca e condannato a morte dai suoi uomini dopo una paurosa lotta con un orso grizzly, che fa 320 chilometri a piedi per ritrovare i suoi uomini. Anche nel racconto scritto nel 2002 da Michael Punke, curioso scrittore e ambasciatore americano, “The Revenant: A Revenge Story”, si parla di vendetta.

the revenant 2

 

Nella realtà, però, la storia di Glass e della sua lotta con l’orso e il suo viaggio nella neve e nel gelo, che si svolsero nel 1823 nel Missouri, qui ricostruito tra Canada e Argentina, e che già ebbe una grande trasposizione cinematografica nel 1972 con Man in the Wilderness, cioè “Uomo bianco va’ col tuo Dio” di Richard Sarafian, girato in Spagna, dove Richard Harris era il protagonista e John Huston il capitano Henry, ha toni meno vendicativi.

 

In pratica Glass, che allora aveva già una quarantina d’anni, se la piglia con i trapper che lo lasciarono a morire al gelo, ma perdonò Jim Bridger perché era giovanissimo, 19 anni, e tutto quello che fece a Fitzpatrick, che qui si chiama Fitzgerald e è interpretato da un cattivissimo Tom Hardy, fu riprendersi il suo fucile.

the revenant

 

Magari gli avrà anche dato qualche pugno, ma la storia finì lì. Al punto che Fitzpatrick/Fitzgerald, che nella realtà aveva 23 anni, campò ancora parecchio, e ancor di più Jim Bridger, che se ne andò nel 1881, dopo aver sposato ben tre donne indiane e essere diventato una celebrità del West. Fu proprio Glass, invece, a venire ucciso dagli indiani Arikara, quelli che vediamo all’inizio del film attaccare il convoglio di trapper del capitano Henry, interpretato dal bravissimo Domhnall Gleeson, nel 1833. Dieci anni dopo. E aveva già una cinquantina d’anni. Poco importa, però.

the revenant

 

Perché a Inarritu e a Di Caprio serve questa vendetta, e serve aver dato dei ricordi a Glass, una famiglia indiana, una moglie uccisa dai bianchi, per dare vita a un film costruito per 156 minuti sull’attraverso di un territorio selvaggio dove non sono gli indiani i soli selvaggi, e sul corpo a corpo continuo del protagonista con la natura, con l’orso, col gelo, con la morte, con gli alberi, con un Grande cielo alla Howard Hawks, impossibile non pensarci nella scena della fuga sul battello, con i Cacciatori del Missouri alla William Wellman.

 

the revenant

 Grandi e incredibili film della nostra infanzia, che Inarritu e Di Caprio fanno rivivere magari casualmente, solo rimettendo in scena le stesse situazioni disperate di uomini che viaggiano into the wilderness o across the wide Missouri.  Anche lì c’erano donne indiane da ricordare, fiumi da attraversare, tanti alberi altissimi, francesi e americani, indiani di ogni razza, coltelli e fucili da ricaricare.

 

E poco importa se quello che vediamo sia il Canada o l’Argentina ricostruiti dallo scenografia Jack Fisk, o la Spagna leoniana del film di Sarafian, perché quello che conta è la credibilità di quel che è messo in scena. E qui Leonardo Di Caprio che lotta contro l’orso e si rinchiude, nudo, nella carcassa del cavallo per non morire congelato è qualcosa di totalmente realistico. Ci credi, come credi che stia attraversando questi 350 chilometri in territorio indiano per acciuffare l’uomo che lo ha ucciso.

 

L’esorcista – Il credente

Non a caso è chiamato, già nel racconto e nella realtà, revenant, in francese, come lo chiamarono i trapper francesi. Certo, Hawks e Wellman lo avrebbero un po’ sforbiciato, 156 minuti sono tanti. Su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 trovate “The Exorcist – Il credente”, sorta di sequel del capolavoro di William Friedkin, diretto qui da David Gordon Green con Ellen Burstyn, Leslie Odom Jr., Ann Dowd, Raphael Sbarge, Jennifer Nettles, Lidya Jewett.

 

la febbre del sabato sera

Se qui si trema, su Canale 27 alle 21, 15 si balla con “La febbre del sabato sera”, classico di John Badham con John Travolta, Karen Lynn Gorney, Barry Miller, Joseph Cali, Paul Pape, Donna Pescow. Rai Due alle 21, 20 ripropone un bel noir tratto da un romanzo di Donald Westlake, “Parker”, diretto da Taylor Hackford con Jason Statham, Jennifer Lopez, Nick Nolte, Michael Chiklis, Clifton Collins jr.

 

Occhio all’action su Rai 4 alle 21, 20, “Farang” diretto dal francese Xavier Gens con Nassim Lyes, Vithaya Pansringarm, Loryn Nounay, Olivier Gourmet, Mehdi Hadim, Kenneth Wone, storia di un pugile che esce dal carcere e cerca di rifarsi una vita In Tailandia. Ma dopo quattro anni si scontro con un boss della droga e allora è costretto a menare. Ha ottime critiche. Prima tv.

il sacrificio del cervo sacro 3

Non è per tutti “Il sacrificio del cervo sacro”, il film più disturbante di Yorgos Lanthimos con Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Sunny Suljic, Denise Dal Vera, Cielo alle 21, 20, dove il figlio di un paziente che è morto sotto ai ferri per un’operazione riuscita male del chirurgo Colin Farrell, chiede al medico di dargli la vita del suo figlio maschio. Solo così eviterà la morte di tutta la sua famiglia. E non è uno scherzo. Strepitoso Barry Keoghan che non avevamo mai visto.

 

king arthur 11

Iris alle 21, 20 propone il curioso “Ore15:17 – Attacco al treno” di Clint Eastwood con Anthony Sadler, Alek Skarlatos, Spencer Stone, Jenna Fischer, Judy Greer, Ray Corasani, precisa ricostruzione di come un gruppo di americani sventò l’attacco terrostico al treno Thalys #9364 per Parigi. Un po’ cafone “King Arthur: il potere della spada” di Guy Ritchie con Charlie Hunnam, Jude Law, Astrid Berges-Frisbey, Djimon Hounsou, Aidan Gillen, Eric Bana, Italia 1, alle 21, 20.

 

Che coattata!, scrivevo quando uscì. Un Re Artù, ma loro lo chiamano Art, pieno di mostri, sirene, serpentoni giganti alla Damien Hirst, rapper, modelle fighe, maestri di kung fu, gladiatori e calciatori. C’è pure la spada de foco! Quando Art, il bisteccone Charlie Hunnam, si ritrova la spada nella roccia, sarà David Beckham a dirgli, come se fosse Totti: “Co’ du’ mani, la deve prenne co’ du mani!”.

 

king arthur

Alla fine, anche grazie alla musicona hard rock di Daniel Pemberton, alla cattiveria di Jude Law, alla regia senza regole, trashissima, di Guy Ritchie questo King Arthur: Il potere della spada è pure divertente. Ma non credo si possa dire proprio un film riuscito. Ridateci Camelot, Excalibur. L’idea di Guy Ritchie e dei suoi soci, Joby Harold e Lionel Wigram, anche co-sceneggiatori, è di dar vita a una vera e propria saga di Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda costruita in sei film.

 

king arthur – il potere della spada 1

Il primo, King Arthur, appunto, segue il futuro re dalla sua nascita regale, essendo figlio di re Uther, Eric Bana, ucciso a tradimento dal perfido fratello Vortigen, Jude Law, che ne prende il posto, alla sua crescita in una Londra, anzi Londinium, miseranda con tanto di mezzo Colosseo sbriciolato, fino a quando riuscendo a estrarre la spada dalla roccia (almeno questo…) e rivelandosi come il “nato re” si troverà obbligato a sfidare l’usurpatore assieme a un gruppo di fedelissimi da stadio e ad una bella maghetta, la Astrid Bergés-Frisbey di Alaska, inviata da Merlino per aiutarlo.

 

jude law king arthur

Guy Ritchie e i suoi sceneggiatori hanno trattato la storia di Re Artù come fosse una specie di super-episodio di Games of Thrones, con tanto di 3D fracassone ottimo per il lancio di frecce, spade, per i serpentoni giganti che fanno cucù, anche se il circuito delle sale Imax non lo ha voluto, e l’uscita è stata più volte spostata. Qualche problemino, insomma, deve esserci stato. E gli altri cinque film della serie non verranno mai girati. Embé…

prey 4

 

Passiamo alla seconda serata. Rai 4 alle 23 ripropone il bellissimo “Prey” di Dan Trachtenberg, cioè Predator alle prese con una cacciatrice indiana con la stupenda Amber Midthunder, Dane DiLiegro, Stefany Mathias, Benito Hofmann, Stormee Kipp. Mediaset Italia 2 alle 23, 10 passa il vero esorcista, cioè “L’esorcista” di William Friedkin con Ellen Burstyn, Max Von Sydow, Linda Blair, Jason Miller, Lee J. Cobb.

fracchia la belva umana 4

 

Cine 34 alle 23, 20 propone “Fracchia la belva umana” di Neri Parenti con Paolo Villaggio in doppio ruolo, Fracchia e il terribile cattivo, la belva umana, Lino Banfi come commissario Auricchio, Anna Mazzamauro, Francesco Salvi, Sandro Ghiani. Ovviamente staremo tutti lì a cantare “Eh benvenuti a sti frocioni, - Cantante: E benvenuti a sti frocioni, belli grossi e capoccioni, e tu che sei un po' frì frì, e dimmi un po' che c'hai da dì”.

micheal douglas black rain

Italia 1 alle 23, 50 ripropone il film con orchi “Warcraft” di Duncan Jones con Paula Patton, Travis Fimmel, Ben Schnetzer, Ben Foster, Dominic Cooper, Ruth Negga. Mi rivedrei su La7Cinema alle 23, 55, il grande giallo di Ridley Scott ambientato a Tokyo “Black Rain – Pioggia sporca “con Michael Douglas, Andy Garcia, Ken Takakura, Kate Capshaw, Yûsaku Matsuda, coi due poliziotti newyorkesi che scortano un gangster giapponese in Giappone, in mezzo agli yakuza.

 

l'amica di mia madre 2

Incredibilmente la storia del film era stata pensata per il sequel di “Beverly Hills Cop”. Ken Takakura, allora la più grande star giapponese del momento, qui fa il poliziotto, mentre Yûsaku Matsuda il gangster. Di solito i ruoli erano scambiati. Cine 34 all’1, 10 torna sulla commedia sexy (ma quando mai l’ha abbandonata…) con “L’amica di mia madre” di Mauro Ivaldi con Barbara Bouchet, Carmen Villani, Roberto Cenci, Raul Martinez.

 

Vero esordio di Carmen Villani nella commedia sexy a fianco della più celebre Barbara Bouchet, diretta da suo marito Mauro Ivaldi subito dopo Anima mia in questa strampalata coproduzione italo-colombiana. Accanto a lei c’è già il suo Alessandro Momo, cioè Roberto Cenci, con tanto di caschetto biondo, che sarà poi un elemento costante dei film della Villani, e che nella realtà si chiama Roberto Pace e diventerà un manager di Mediaset.

 

l'amica di mia madre 3

 Il film viene in un primo tempo tempo bocciato dalla censura, come si legge su “Il Messaggero”, 20 gennaio 1975, a cause di una serie di sequenze erotiche che Ivaldi descrive, sul giornale, come “Le emozioni e le reazioni, sia di carattere psicologico che erotico, vissute dal protagonista, un ragazzo di sedici anni che viene continuamente provocato dalla vicinanza di due belle donne”. Passato poi in censura il 28 febbraio 1975 incassò alla fine oltre un miliardo di lire.

 

Ritenuto tremendo e volgarissimo e pieno di battute assurde un po’ da tutti, lanciò però la Villani, come spiega per tutti il titolo de “Il Messaggero”: “Un minuto di nudità in un film che si chiama L’amica di mia madre è bastato a rivelare Carmen Villani come bomba del sesso”.

l'amica di mia madre 1

 

Non male le lotte tra polli combattenti e l’assurda ambientazione colombiana. Francesco Savio, allora critico cattivissimo lo bolla senza pietà su “Il Mondo”: “La trivialità è, per sua natura, innocente. Ma nessun racconto è soltanto scurrile. Questo, per esempio, è anche inquinato da un sottile veleno razzistico e non nasconde il proprio qualunquismo.

Pier Paolo Pasolini. Una visione nuova

 

Barbara Bouchet e Carmen Villani gareggiano nel farci rimpiangere Laura Antonelli, ma il loro è un Peccato Veniale, commesso senza Malizia”. Su Rai Storia all’1, 25 il documentario di Giancarlo Scarchilli “Pier Paolo Pasolini – Una visione nuova”. La7Cinema alle 2, 10 propone “La patata bollente”, commedia sexy di Steno con Renato Pozzetto, operaio comunista che deve scegliere tra la vecchia fidanzata, Edwige Fenech, e il giovane gay che ha ospitato a casa, Massimo Ranieri. Primo film comico interamente costruito su una situazione gay (o quasi) di qualche consistenza e credibilità.

 

scena vasca da bagno edwige fenech renato pozzetto la patata bollente 4

Nelle intenzioni dello sceneggiatore Giorgio Arlorio doveva essere un film più serio di come è venuto, ma è comunque abbastanza divertente come “vizetto” all’italiana senza stereotipi e con Renato Pozzetto nella parte del durissimo operaio comunista con fidanzata bona e popolare, addirittura Edwige Fenech, che ospita a casa sua Massimo Ranieri, militante gay. E, chissà come, sembra preferire lui a lei.

massimo ranieri e renato pozzetto la patata bollente

 

Enrico Vanzina, in La fabbrica del riso, dice: «Quando abbiamo fatto proprio con papà La patata bollente (scritto insieme ad Arlorio) e ci siamo occupati del rapporto fra comunisti e gay, che era un problema interessante, i critici sono diventati pazzi, perché non capivano più come classificarci». Certo, Steno spinge fino alle sue estreme conseguenze la situazione, non sono ancora maturi i tempi, ma già vedere le reazioni dell’operaio medio di fronte alla diversità non è male, perché in fondo Pozzetto è molto preso da Ranieri.

scena vasca da bagno edwige fenech renato pozzetto la patata bollente 2

Grandiosa la scena dello strip della Fenech che cerca di riconquistare il fidanzato. Notevolissimo anche il personaggio di Pozzetto, che tiene il ritratto di Berlinguer in camera, va a fare un viaggio premio a Mosca e torna col colbacco e il ritratto di Lenin, e torna a far l’amore con la sua ragazza sotto il palco della Festa dell’Unità il 1° maggio. L’artista Giorgio Vigna fa un cammero pazzesco come fidanzato abbandonato di Ranieri.

 

massimo ranieri renato pozzetto la patata bollente

Il primissimo soggetto di Giorgio Arlorio vedeva il film diviso in due episodi da affidare alla regia di Nanni Loy: quello che poi, grazie all’intervento del produttore Achille Manzotti, diventa il film affidato alla regia di Steno, e uno che diventerà Café Express e verrà effettivmente diretto da Nanni Loy. In un primo tempo il “nuovo film” si intitola “Fa male mischiare”, come si legge su Variety in data 30 maggio 1979. Molte idee della sceneggiatura di Arlorio, forse un po’ troppo esplicite, vengono censurate.

marisa mell bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella

 

Cine 34 alle 3 passa l’incredibile “Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella” di Nando Cicero con Carlo Giuffrè, Marisa Mell, Erika Blanc, Gina Rovere, Elena Fiore, Nino Terzo. Si chiude davvero in bellezza con “I bandoleros della dodicesima ora” di Alfonso Balcázar con Michael Forest, Fernando Bilbao, Malisa Longo, Antonio Molino Rojo, Luigi Bonos, Rete 4 alle 3, 30, noto come ultima produzione dei Balcázar nei loro studi di Esplugues, anche perché, durante la lavorazione, il villaggio prende fuoco.

 

Parte doloso e parte per esigenze di copione, visto che nel film, per recuperare il bottino rubato in un colpo al treno, i banditi fanno saltare il villaggio. Non solo. Balcázar lo fa fotografare da Jaime Deu Casas con tre cineprese e vende poi le riprese anche come stock shots per altri film. Nel libro dedicato ai Balcázar di Rafael de Espana e Salvador Juan i Babot si legge che l’incendio, opera dell’impresa di effetti speciali Juan Sanchez Calero, costò la bellezza di centomila pesetas.

bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella

 

 Malisa Longo ricorda che lo hanno girato a Barcellona, ma le sembra che il regista fosse Tonino Ricci, anche se poi lo ha firmato Balcázar. Ricorda anche un operatore italiano. Possibile? “Io facevo una specie di strega. Era un film carino, non aveva pretese. All’epoca i film si facevano anche così.”

 

Ma Iris alle 4, 25 passa “Fabiola”, peplum kolossal diretto nel 1947 da Alessandro Blasetti con Michèle Morgan, Michel Simon, Gino Cervi, Henry Vidal. Vi elenco solo gli sceneggiatori coinvolti: Jean-Georges Auriol, Antonio Pietrangeli, Alessandro Blasetti, Diego Fabbri, Cesare Zavattini, Vitaliano Brancati, Corrado Pavolini (e, non accreditati, Lionello De Felice, Alberto Vecchietti, Umberto Barbaro, Suso Cecchi D’Amico, Mario Chiari, Renato Castellani). C’è anche Sergio Leone assistente regista. La chiudo qui.

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