GABA GABA, HEY HEY! - DOMANI AL VIA “REPORT” E LA GABANELLI RIVELA: “GUBITOSI MI AVEVA PROPOSTO DI SFIDARE SANTORO IL GIOVEDI’, MA NON HA SENSO SCORNARCI SUGLI STESSI ARGOMENTI” - CASTA AVVISATA: “PARLEREMO DI CHI NOMINA CHI” - STOCCATA AL SACRO POTERE DELL’USIGRAI: “I GIORNALISTI DI “REPORT” FANNO ANCHE RIPRESE E MONTAGGIO. È POSSIBILE PERCHÉ NON SI TRATTA DI DIPENDENTI RAI E QUINDI SFUGGONO ALLE RIGIDITÀ SINDACALI…”

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Paolo Conti per il Corriere della Sera

Ricomincia «Report» domani, in prima serata su Raitre. E per la prima volta da anni non ci sono minacce di chiusura né di censure...Forse perché ha incontrato i nuovi vertici, Gabanelli...
«Sì. Ho incontrato sia il presidente Anna Maria Tarantola che il direttore generale Luigi Gubitosi. Avevo già avuto modo di conoscere la presidente Tarantola quando era in Banca d'Italia. È stato un incontro informale. L'ho invitata a visitare il nostro "cantiere" e lei ha promesso che lo farà».

E col direttore generale Gubitosi com'è andata?
«Mi ha convocato tre settimane fa e, rispetto al passato, mi ha un po' sorpreso. Mi aspettavo che volesse conoscere la scaletta degli argomenti in preparazione, come è sempre avvenuto con i precedenti direttori. Invece mi voleva proporre di cambiare serata: passare dalla domenica al giovedì per combattere contro Santoro. Una manifestazione di stima che mi ha lusingato. Ma secondo me lo spostamento di serata non sarebbe vantaggioso».

Perché mai non «duellare» con Michele Santoro su La7?
«Ma che senso ha scornarmi con Santoro, magari sugli stessi argomenti, quando il programma alla domenica può contare sull'ottimo traino di Fazio e sulla fidelizzazione dei telespettatori? Gli ho detto che, potendo scegliere, resto dove sono. Mi ha risposto che le sfide non si possono imporre. Ho apprezzato la chiarezza. Per quel che riguarda il mio lavoro ho capito che non intende interferire, questo per il momento mi rasserena. L'impegno e lo scrupolo sarà quello di sempre, ma poiché si sa sempre dopo come vanno a finire le cose, se vuole ci aggiorniamo a fine serie, cioè a Natale».

Di cosa si occuperà la nuova serie?
«Sarà costruita sulla classe dirigente: chi nomina chi, i criteri di scelta, cosa impedisce il ricambio visto che sono sempre gli stessi a scambiarsi poltrone. È un momento di svolta per il Paese ed è bene rinfrescarsi la memoria affinché le scelte dei cittadini siano consapevoli. Prima puntata: "Parlamento oggi". Il ministro Severino ha dichiarato che solo contrastando la corruzione si può crescere.

L'Ocse da 15 anni ci chiede di uniformarci al resto d'Europa aumentando le pene per alcuni reati, introducendone di nuovi, come la concussione per induzione, traffico di influenze, auto riciclaggio. E poi: rivedere i tempi di prescrizione per il falso in bilancio, incandidabilità per chi ha incarichi pubblici e condanne per reati contro la pubblica amministrazione. Il disegno di legge è in discussione da mesi e ora è in Senato. Cosa accadrà, visto che a votarlo sono i parlamentari e almeno un centinaio di loro ha condanne definitive, o processi in corso per reati legati alla corruzione?».

Un bilancio dopo quindici anni di «Report»?
«Siamo ormai tra i programmi Rai più longevi dopo "Tv7" che però ha cambiato spesso pelle. Abbiamo una modalità produttiva unica nel panorama anche internazionale: i giornalisti sono in grado sia di fare le riprese che il montaggio. È possibile perché non si tratta di dipendenti Rai e quindi sfuggono alle rigidità sindacali. Il risultato è che le risorse sono impiegate principalmente nel prodotto e sul prodotto e, nel tempo, si è costruita l'autorevolezza della testata».

Ma il marchio «Report» di chi è?
«Me lo sono inventato io nel '97 ma non l'ho mai depositato, poi lo ha registrato la Rai. Evidentemente funziona, visto che la società FremantleMedia vorrebbe usare "Report" per i suoi prodotti tv. Mi risulta che la Rai si sia opposta...».

 

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