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Robin Rinaldi per “New York Post”
robin rinaldi giorno delle nozze
Intrappolata in un matrimonio durato 18 anni, dove il sesso era diventato routine, la giornalista Robin Rinaldi, ora cinquantenne, ha condotto un esperimento di 12 mesi in cui viveva separata dal marito e si consegnava agli amanti. Il suo viaggio erotico è raccontato nel memoir ”The Wild Oats Project”.
Il bel ventitreenne che avevo appena rimorchiato si rimise le mutande dopo il nostro intimo incontro in un hotel di Las Vegas, mi diede il cellulare e mi chiese di digitare il mio numero. Gli dissi che non era necessario. Fare sesso con un estraneo è eccitante ma non ero interessata a una performance ripetitiva. Se ne andò e dopo due minuti inviai un messaggio a mio marito “Volevo solo dirti buonanotte”, lui rispose “Buonanotte, colomba”.
robin rinaldi dal matrimonio al sesso selvaggio
Scenari simili erano tipici fra il 2008 e il 2009, in quell’anno vissuto pericolosamente all’insegna del matrimonio aperto. Eravamo rinchiusi nell’abitudine, facevamo sesso una volta a settimana ed era bello ma mancavano spontaneità e passione. Bramavo seduzione e abbandono sessuale. Stavo avendo una crisi di mezza età e rincorrendo la profonda esperienza di essere donna.
Prima di allora, formare una famiglia mi sembrava il massimo della soddisfazione femminile ma mio marito Scott non voleva figli, e si sottopose a una vasectomia. Appena le porte della maternità si chiusero, mi ritrovai a voler completare la mia esperienza femminile attraverso una sfilza di amanti. Sono sempre stata la classica brava ragazza, abbastanza conservatrice. Incontrai Scott a 26 anni e prima di lui ero andata a letto con solo tre uomini.
Sessualmente stavo provando ciò che prova la maggior parte delle donne fra i 30 e i 40 anni: ero all’apice sessuale ma mi stavo rilassando. Qualche mese dopo la sua vasectomia, gli dissi che volevo un rapporto aperto. Mi rifiutai di finire nella tomba senza figli e con quattro amanti in tutto. Inizialmente lui rifiutò, poi chiudemmo un accordo. Avrei affittato un appartamento durante la settimana e sarei tornata a casa nei weekend. Tutti e due potevamo dormire con chi volevamo, a patto di usare protezioni.
annunco di robin rinaldi su nerve
Il primo passo fu iscrivermi a “Nerve.com”, una specie di versione intellettuale di “Craiglist”. L’annuncio recitava: “Bella ragazza cerca esperienza. Sono una professionista di 44 anni, educata, attraente, sposata ma con un rapporto libero. Cerco un uomo single fra i 35 e i 50 anni che mi aiuti ad esplorare la sessualità. Deve essere fidato e bravo nella conversazione come a letto. Avremo tre appuntamenti al massimo. Sono seriamente impegnata». In 24 ore ho ricevuto 23 offerte.
Il primo era un avvocato quarantenne, bello, magro, con gli occhiali e un taglio alla moda. Suggerì di baciarci prima, per capire che tipo di alchimia ci fosse. Il secondo si presentò con del vino, mi mise carponi e mi prese da dietro. Lo facemmo due volte e mi sentii sazia.
Nel frattempo seguii dei laboratori presso “One Taste”, centro che insegna la pratica dell’orgasmo con la meditazione. Lì ho selezionato la maggior parte dei miei amanti, incluso un astrologo dodici anni più giovane di me. Appena lo vidi, lo trovai irresistibile. Era un italiano neo-hippie, calmo, spirituale, che lavorava nel campo dell’editoria. Me ne infatuai, ma il sesso presto si scemò.
Poi ci fu lo scrittore, un trentenne che a letto mi catturò totalmente. Ma avevo promesso a mio marito di non farmi coinvolgere troppo e smisi di frequentarlo. Feci sesso anche con alcune donne. Imparai molto e non solo a livello fisico. Sono cresciuta, ho fatto errori, ho imparato a vivere senza tutte quelle paure, appropriandomi del mio lato oscuro, e trovando la differenza fra “una brava ragazza” e una “brava persona”.
Nei weekend tornavo da Scott e non era strano come immaginate. Mi piaceva. Era l’equilibrio perfetto: vivere da sola in mezzo alla settimana e tornare a casa per qualche giorno. La regola era che né io né mio marito parlassimo mai delle nostre avventure. Facevamo sesso ed era più bollente del solito. Almeno all’inizio.
Dopo l’esperimento di 12 mesi, tornai a vivere con lui, cosa che si dimostrò più difficile di quanto mi aspettassi. Una volta che hai scoperto nuove cose di te, non puoi riporle in un cassetto. Sei cambiata. Io mi sentivo ormai una donna totalmente diversa, più sicura, più selvaggia, meno timida. Scoprii che in quell’anno Scott aveva fatto sesso con un’unica donna, molto più giovane di me. Mi diede fastidio, perché non avevano usato il profilattico.
Ma non fu quello che mise fine al matrimonio. Il punto di rottura ci fu quando ricevetti una mail dallo scrittore. Il mio progetto era finito, eppure finii di nuovo a letto con lui. Era squisito stare insieme. Mi innamorai perdutamente e da cinque anni sto felicemente con lui. E’ una relazione regolare, monogama. Per quando riguarda il fatto di avere figli, mi sono messa l’anima in pace. Prima incanalavo la mia creatività e la mia sessualità nel desiderio di maternità, ora invece l’ho incanalata in un memoir. La mia storia prova che ci sono tanti modi nella vita per trovare passione e appagamento.
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