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Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”
Un viaggio nella memoria. Quella personale di Bono, quella artistica degli U2 e quella collettiva dell’Irlanda. La chiave del nuovo show degli U2, che ha debuttato ieri alla Rogers Arena, va cercato nel passato, ma senza rimpianto.
La prima memoria ad affiorare in questo «Innocence + Experience Tour», che il 4 e 5 settembre arriverà a Torino, è quella musicale. Si parte con «The Miracle (of Joey Ramone)», una delle canzoni dell’ultimo album: racconta di un concerto dei Ramones che accese nei quattro la scintilla del rock. Un paio di pezzi e Bono, completo scuro e t-shirt, capelli giallo risotto, invita i 20 mila: «Facciamo un salto nel passato».
Si accende il megaschermo che, invece di stare alle spalle del gruppo, taglia lo spazio a metà seguendo una lunga passerella che arriva sino all’estremità opposta della platea: un cielo stellato incornicia «Iris», brano dedicato alla madre. In mezzo alle due pareti video c’è una passerella e la rockstar sembra camminare dentro le immagini di un cartone animato per quella «Cedarwood Road» che prende nome dalla via in cui è cresciuto. Le immagini adesso sono quelle di un ragazzino che suona la chitarra in una casa disegnata: «Questo sono a io a 18 anni nella mia cameretta mentre provo a scrivere una canzone per una ragazza di nome Ali (la moglie, ndr ). E lei è qui questa sera», annuncia per «Song for Someone».
Il viaggio nel passato incrocia la vita politica irlandese. Una versione acustica di «Sunday Bloody Sunday», hit che racconta di quella domenica del 1972 in cui l’esercito inglese sparò su dei manifestanti a Derry, si lega a «Raised by Wolves», dall’ultimo cd «Songs of IInnocence», in cui la scena è quella della doppia autobomba che nel 1974 uccise 26 persone a Dublino e Monaghan. «L’Irlanda ha bisogno di verità e riconciliazione. E giustizia per queste persone dimenticate», si legge sullo schermo acceso dalle foto delle vittime.
La frattura al gomito post caduta in bici di qualche mese fa non sembra aver indebolito Bono. La grinta con cui agguanta l’asta del microfono è quella di sempre. L’unica conseguenza è che non può imbracciare la chitarra. La vera chitarra a rischio è stata quella di The Edge, anche lui colpito da una sorta di maledizione. A fine concerto è caduto dalla passerella. Se l’è cavata con qualche escoriazione. «Non ho visto il bordo (the edge, ndr ), ma sono ok», ha poi scherzato sui social.
La band passa in rassegna una carriera milionaria che spesso è andata in parallelo con le battaglie sociali come quelle per la pace e la lotta all’Aids rilanciate durante la serata. E a tal proposito, in un’intervista all’inglese Sky News, Bono è tornato a difendere la politica fiscale della band: «Paghiamo una fortuna in tasse. E siamo felici di farlo. Ma essere dei filantropi e degli attivisti non significa essere degli sprovveduti negli affari».
L’ultimo tuffo nel passato della serata è il ricordo degli esordi: «Siamo partiti da un garage e da una cucina. E siamo qui grazie a voi».
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