DAGOREPORT – IL MIRACOLO DEL GOVERNO MELONI: HA UNITO LA MAGISTRATURA – LE TOGHE SI SONO COMPATTATE…
a cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota
1- AGNELLINI IN FUGA...
La Fiat abbandona l'Italia, punto. Il suo paffutello presidentino, Yacht Elkann, vive a Milano e non vede l'ora di stabilirsi a Parigi. Il suo amministratore delegato, dopo aver fatto credere a una massa di coglioni di entrambi gli schieramenti politici - oltre che agli opinionisti prezzolati - di voler riformare il diritto del lavoro e le relazioni industriali, continua a vivere in aereo, raccatta soldi pubblici dove può e si fa pagare lo stipendio in Svizzera.
Come sempre bisogna studiare le ultime foto, per capire le metamorfosi dei personaggi pubblici. Quella di Marchionne pubblicata a pagina 5 di Repubblica ricorda un colonnello greco. Il resto sono chiacchiere e cortine fumogene, ma noi di questo viviamo e quindi ecco una rapida rassegna.
"La Fiat rompe con Confindustria. Marchionne accusa: passo indietro sulla flessibilità in fabbrica" (Corriere, p. 1). "La rivincita di Sacconi, ora la tela del dialogo" (Corriere, p. 12). Su Illustrato Fiat, non perdetevi le prime righe del coraggioso editoriale affidato da Mariopio Calabresi a Mario Deaglio: "Con la decisione della Fiat di uscire dalla Confindustria, l'amministratore delegato Marchionne si configura una volta di più come avversario del gattopardismo". Per la serie: la lingua batte dove il padrone vuole.
Repubblica: "Sindacati conflittuali fuori dalla fabbrica, l'obiettivo dello strappo del Lingotto. L'azienda vuole scegliere la rappresentanza sindacale più funzionale alla propria strategia", scrive Paolo Griseri in un bel pezzo (p. 8). E il giornale diretto da Eziolo Mauro si diverte anche a prendere per i fondelli il Real Nipote: "Doppi incarichi e così Elkann attacca Elkann". "Ieri il giovane erede della famiglia Agnelli ha deciso, come presidente della Fiat, di uscire da Confindustria, ma come membro del Comitato di presidenza della Confindustria ha criticato la sua stessa decisione" (p. 9).
2- POTERI MARCI IN MANOVRA...
"Della Valle esce dal patto Mediobanca e tiene le mani libere per la partita Rcs" (Repubblica, confinato a pagina 28). Si ride sul Corriere: "Della Valle a sorpresa esce dal patto Mediobanca. Bollorè sale verso il 6%". Testatina meravigliosa sopra il titolo: "Grande finanza" (p. 36). A noi sembra piccina piccina.
A scanso di equivoci, il programma elettorale di Diego Laqualunque è ben illustrato dalla pubblicità di Anne Hathaway per Tod's: pelle bianca e accessori in pelle nera, smalto rosso, decapottabile rossa. Cioè: due parti di rosso, una di bianco e una di nero (Corriere, p. 24). Chi non lo voterebbe, in Italia, un cocktail così?
Comunque il bello delle baruffe tra padroni (vale per Mediobanca come per Confindustria) è che puoi tranquillamente scommettere sul fatto che tanto prima o poi si mettono d'accordo. Devono solo capire a spese di chi. Di solito, preferiscono accordarsi a spese del mercato.
3- GLI ULTIMI GIORNI DI HARDCORE...
IL Corriere delle Elite corrucciate seppellisce nella pancia di pagina 16 un istruttivo retro-cena alfaniano di Marco Galluzzo: "Berlusconi dirà che non si ricandida. Con i suoi valuta modi e tempi del prossimo annuncio. Allo studio anche sondaggi sulla tenuta del Pdl senza il suo nome accanto al simbolo". Prosegue Galluzzo: ""L'intuizione è che potrebbe funzionare meglio un partito col volto di Alfano". Ah, ecco.
Sulla Stampa, il super-consulente della famiglia Agnelli Marcello Sorgi secerne una super-analisi: "Sfuma il governo tecnico. Elezioni o referendum. Il Quirinale alla finestra. Sotto la lente di Napolitano anche il ricorso anticipato alle urne. Ma resta il dubbio sulle intenzioni di Berlusconi" (p. 12).
Avendo a disposizione solo una pagina, il professor Sorgi non ha potuto inserire anche altre ipotesi sulla fine del Banana, comunque al centro del dibattito nella comunità scientifica della quale fa parte insieme alla consorte. Avendo rovistato nei cestini di via Marenco, i curatori di questa modesta rassegna sono in grado di rivelarne alcune: complotto di Vaticano e Poteri Forti; meteorite su Palazzo Grazioli; esplosione della pompetta con sgonfiamento del 45% della massa corporea del Cavaliere; Epatite "P" da pratiche non convenzionali in bagno; regicidio a opera di Schifani; rientro involontario del compagno socialista Valter Lavitola. Il tutto sotto "l'alta e responsabile vigilanza democratica" del Panama Napolitaner.
4- CAVALIER POMPETTA, NON METTERMI IL BAVAGLIO...
Dopo le leggi ad personam, scatta l'ora delle leggi ad puttanam. "Intercettazioni, l'ipotesi del bavaglio a tempo. Niente pubblicazione fino all'udienza-filtro. Vietti: basta leggi per interessi di parte". "Berlusconi cerca la doppietta, fiducia su ascolti e prescrizione per evitare la sentenza Mills" (Repubblica, p. 11). La Stampa abbocca: "Intercettazioni, l'ora delle colombe" (p. 15). Sul Cetriolo Quotidiano, Antonio Massari e Vittorio Malagutti raccontano come e perché "nessuno cerca Lavitola" (p. 6).
5- TORNA "LA VOCE DELLA PROCURA" (ANCHE I PM, NEL LORO PICCOLO, HANNO DIRITTO ALLA VELINA) ...
Titolo: "In aula niente gossip, solo i fatti di Arcore. I pm puntano alle sentenze per metà 2012". Svolgimento: "Sul doppio binario del "processo perfetto" a Silvio Berlusconi, i fascicoli stanno viaggiando in "orario perfetto". A permetterci di comprendere quello che accadrà nella tenaglia dei due processi, il Ruby-Silvio e il Ruby-Fede, più che le parole dei pubblici ministeri, contano i loro comportamenti".
Ohibò! "Cominciamo da Ilda Boccassini. Dopo che il tribunale ha triturato, come ci si attendeva, la spericolata richiesta della difesa berlusconiana (...), le viene data la parola. Boccassini mostra un fascicoletto e quando alle 16,15 esatte lo posa sul tavolo dei giudici, ripete che ha voluto rendere "un servizio alla difesa" (...) "E' come se la Procura avesse deciso di sciorinare attraverso un "romanzo popolare", basato sulle prove elencate puntigliosamente, come passo passo nasce il reato".
Di sicuro l'ottimo Piero Colaprico, a pagina 13 di Repubblica, oggi ci ha dimostrato come nasce la santificazione di alcuni magistrati milanesi. Fin qui abilissimi non solo nel fare le inchieste senza affidarsi solo alle intercettazioni (la pochezza dei loro colleghi di Bari, Roma e Napoli è dimostrata proprio dall'efficienza milanese su Ruby e dintorni), ma anche nel dividere la distribuzione degli scoop: a Repubblica le robe pecorecce sul Banana e al Corriere tangenti e corruzioni varie.
In ogni caso, Silvio o non Silvio, a noi libertari "il processo perfetto" fa venire i brividi.
6- E ALLA FINE LA GIUSTIZIA TRIONFA...
"Nel carcere di Terni, dove Raffaele Sollecito ha trascorso gli ultimi quattro anni, i detenuti lo hanno accolto sbattendo oggetti metallici contro le porte delle celle per festeggiare" (Repubblica, p. 3). E' questa l'unica bella immagine che ci resta, dopo la figura di merda in mondovisione che la giustizia italiana ha messo a segno ieri sera.
Al di là delle bieche strumentalizzazioni anti-giudici e pro-Banana, siamo perfino d'accordo con Giovannona Maglie quando scrive: "Possibile che ci siano voluti quattro anni, dagli imputati trascorsi in carcere, e lo sputtanamento dei periti, perché la colpevolezza annunciata trionfalmente in soli quattro giorni di indagini venisse smontata come un giochino riuscito male? Possibile che ci sia voluta l'attenzione della potente opinione pubblica americana..." (Figuraccia in mondovisione per la giustizia", Libero, p.1).
7- ULTIME DAL VENTENNIO A COLORI...
"Ammettiamolo: era davvero difficile battere l'exploit del fanta-tunnel per neutrini. Ma Mariastella Gelmini è riuscita ancora una volta a lasciarci a bocca aperta. Il ministro avrebbe occultato e manipolato i dati sulle bocciature, pur di propagandare l'immagine di una scuola più severa sotto la sua guida".
In prima su Repubblica, Benedetta Tobagi illumina il lato B della ministressa della Pubblica Distruzione. E se "il vero oggetto dell'educazione, come quello di ogni processo morale, è generare la felicità " (William Godwin, The Enquirer, 1797), il vero scopo della Gelmini sembra quello di generare ilarità a ogni sua mossa.
8- C'E' VITA SUL PD!...
"Bersani duella con Veltroni. "Tra noi c'è chi azzoppa il Pd". L'ex segretario: "Serve un governo d'emergenza non il voto". I sospetti del leader su Walter e Prodi "Vogliono tempo per liberarsi di me" (Repubblica, pp. 16-17)
9- DISECONOMY...
Dopo Repubblica e Giornale, anche il Cetriolo Quotidiano sistema a dovere il doppio gioco del ministero dell'Economia. "Salasso Equitalia. Il governo accelera la riscossione delle tasse. Nei guai imprese e famiglie ma non i grandi evasori" (p.2).
Pezzo meritorio, ma con le solite confusioni un po' demagogiche (e poi non c'è nessuna accelerazione, anzi... tira aria di condono quindi è tutta propaganda). Per esempio, gli avvisi di accertamento non riguardano le multe, ma sospette evasioni Irpef e Inps, ovvero cose molto gravi (c'è qualcosa di più schifoso di non pagare i contributi Inps?). A pagina 3, invece, Annamaria Usuelli racconta l'altra faccia dello scandalo: "Ma lo Stato debitore si rifiuta di saldare. Deve oltre 70 miliardi ai fornitori, fa le leggi sui tempi di pagamento e poi non le applica".
10- FREE MARCHETT...
"Borsa gommino. In mille al party Tod's". Paola Pollo racconta sul Corriere (p. 31): "Il parco e i saloni dell'ambasciata italiana in Rue de Varenne, a Parigi, per festeggiare la neonata "gommino", la nuova borsa la cui lavorazione ricorda la svolta iconica della griffe". "Svolta iconica" non lo direbbe neppure il navigatore di Alfonso Signorini.
11- VIENI AVANTI, CREATIVO...
Ritagliare e rimirare la pubblicità a pagina 5 di Repubblica (sul Corriere, p.4). Vi si contempla un bel faccino di cavolo implume, montato su dolcevita di cachemire multicolor, giacchina grigio sfigatino, capelli sulla fronte finto spettinati e, naturalmente, "Prada eyewear" sul nasino. E' assai probabile che il ragazzo in questione, se sottoposto a idoneo "trattamento Woody Allen" (sbriciolamento degli occhiali sotto le suole), sia ancora recuperabile.
12- ORA D'ARIA...
"L'ossessione infondata del complotto anarchico. Nessuna regia negli attentati a sovrani e statisti". Paolo Mieli recensisce molto bene il saggio di Erika Diemoz "A morte il tiranno. Anarchia e violenza da Crispi a Mussolini", Einaudi). A distanza di un secolo, fa piacere leggere una pagina del genere sul Corriere della Sera (p. 44).
John Elkann con MArchionne MAURIZIO SACCONI MARIO CALABRESI Della ValleVincent Bollorèamanda raffaele GG berlusconi mora fede pp BOCCASSINI
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