DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
1 - CRITICA SELVAGGIA. NEL DUBBIO, MEGLIO SMARCHETTARE
Dal "Fatto quotidiano"
Ma sì, diciamolo. Evviva la marchetta manifesta, la recensione di scambio. Perché fare tanta fatica nel cercare la trave nell'occhio altrui o, peggio, il pelo nell'uovo? Perché, soprattutto, costringersi all'ipocrisia, dando un'allure critica a quel do ut des antico quando il mondo? Ieri il Corriere, approfittando della bagarre per la recensione di Elisabetta Ambrosi al libro di Selvaggia Lucarelli, ha finalmente sdoganato - con un editoriale di Luca Mastrantonio - la "marchetta sincera", il consociativismo recensorio.
In fondo, spiega, nel dopoguerra ci sono già stati Arbasino e Citati, perché non vivere di rendita? E, più recenti, Giulio Ferroni e Enzo Golino, così bravi che gli stroncati elogiavano la stroncatura. E quando invece chi è criticato si arrabbia? Non c'è dubbio, allora sotto non c'è il vero intellettuale, ma un blogger coatto disposto a fare il bounty killer in cambio visibilità . Più tranquillizzante di così.
2 - AMBROSI-LUCARELLI: STRONCATURE COATTE (E REPLICHE TRISTI)
Luca Mastrantonio per "Corriere.it"
Nel mondo editoriale il senso critico cede spesso all'affettuosità , producendo ciò che volgarmente si chiama «marchetta»; la stroncatura, suo apparente antibiotico, spesso però ne rispecchia i difetti, cambiati di segno: quando è prevedibile, pregiudiziosa, acritica. In genere, la praticano intellettuali molto esigenti, maschi alfa della critica; ma non è tutto colpa del testosterone, dato il recente scontro mammifero di due blogger/giornaliste.
Sul Fatto quotidiano, Elisabetta Ambrosi ha stroncato il romanzo simil-autobiografico di Selvaggia Lucarelli (Che ci importa del mondo, Rizzoli), dando voce agli invadenti seni della protagonista, che protestano per la sua ingratitudine: sono state loro il «cavallo di Troia» che le hanno permesso di conquistare la tv. Nella replica su Libero, Lucarelli ha tirato in ballo la misura di seno della recensora («piallata come la Bassapadana»). Non proprio una disputa ermeneutica. Cosa è successo?
La critica italiana del Dopoguerra ha avuto grandi scrittori-stroncatori, come Alberto Arbasino e Pietro Citati; in anni recenti, sulle stesse barricate ha trovato accademici come l'italianista Giulio Ferroni - celebre la sua stroncatura di un libro di Alessandro Baricco - e critici militanti come Enzo Golino, di cui l'anno scorso è uscita la raccolta di stroncature: Sottotiro (Bompiani). La bontà stilistica e argomentativa delle stroncature di Golino, ad esempio, è testimoniata dalle risposte di molti stroncati, da Nanni Balestrini a Carlo Sgorlon, che riconoscevano diritto e valore di una buona stroncatura.
Oggi, alla crisi cronica di una critica spesso mortalmente affettuosa e affamata, come uno zombie, si accompagna la cinica disponibilità a fare il bounty killer da parte di molti blogger: produttori di giudizi che hanno allargato l'offerta, spesso schiavi dal bisogno di visibilità . Il rischio? Che dopo una sbornia di stroncature coatte si torni a rivalutare le marchette sincere.
3 - LA GUERRA DELLE TETTE FA BENE ALLE VENDITE
Da "Libero quotidiano"
Elisabetta Ambrosi è proprio ossessionata dal seno di Selvaggia Lucarelli. Prima ha pubblicato una recensione del suo libro (Che ci importa del mondo, Rizzoli) sul Fatto quotidiano in cui ha dato voce alle tette della scrittrice per criticare il suo romanzo, sbagliando persino il nome della casa editrice.
Poi ieri, punta dalla replica di Selvaggia su Libero, ha concesso il bis, sempre da «rosicona». Nella disputa si è inserito sul Corriere anche Luca Mastrantonio, talmente emozionato dall'argomento da confondere maschile e femminile per due volte in 20 righe. E Selvaggia gongola: tutta pubblicità , il libro è già alla terza ristampa in pochi giorni.
SELVAGGIA LUCARELLICOPERTINA DEL LIBRO DI SELVAGGIA LUCARELLI - CHE CI IMPORTA DEL MONDOluca mastrantonio leone - Copyright PizziSELVAGGIA LUCARELLIELISABETTA AMBROSI ELISABETTA AMBROSI
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