IL POMERIGGIO DI UNA TV DA CANI - IL “DUELLO” PEREGO-D’URSO, LA VANITÀ DEL GILETTI DI BACCALA’, LA VIRILITÀ DI MARIA LA SANGUINARIA, IL SEVERGNINI FATALE E LE ALTRE SFIDE POST PRANDIALI

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Pietrangelo Buttafuoco per "Il Foglio"

La regina del pomeriggio in tivù è Maria De Filippi. Siamo in zona teologia, è la colonna Mediaset e dunque, basta, non diciamo oltre. Quel che fece Antonio Gramsci nel secolo scorso lo fa lei, oggi, nel tempo corrente. Fa l'egemonia. La madonna televisiva della Rai, invece, nell'orario postprandiale, è Sveva Sagramola. Conduce su Rai3 la trasmissione "Geo", s'impegna in un target alto ma senza - buon per lei - la supponenza del saperla lunga che è tipico tic del regime culturale, anzi. Con garbo rassicurante e sensibilità (... e forse non è neppure de sinistra!).

Dopo di che, c'è il salotto. C'è la disfida tra due campioni: Barbara D'Urso e Paola Perego. Quest'ultima è su Rai1, l'altra su Canale 5. La D'Urso, raggiante di iperrealismo pop, carismatica di suo, prende possesso delle casalinghe italiane offrendo loro la totale immedesimazione. La Perego, invece, che pure è un volto affermato nelle platee popolari, paga pegno negli ascolti e altro motivo non si trova se non per aver giustiziato l'autore storico Pietro Raschillà, conoscitore della cronaca e del ritmo ditirambico che è proprio quello adatto alle ore 15,00 (oggi Raschillà è trionfante su "Matrix" cui ha apportato, affiancando Luca Telese, l'impennata nello share).

I salotti non mancano, è della fantasia che ci si priva. La7 non si decide ancora a scatenare Tiziana e usa solo telefilm mentre su Rai2 ci sarebbe una trasmissione dal titolo "Detto? Fatto". La conduce Caterina Balivo e gli addetti ai lavori, con tipico cinismo riprovevole, l'hanno ribattezzata così: "Detto? Fatto: cambiato canale!". Ci dissociamo. Perego e D'Urso, dunque.

Due stili, due diversità. Il canone di Rai1 è, appunto, un canone classico: informazione, didascalia e rosolio. Funzionerebbe ancora se solo mantenesse il ricettario alchemico della vecchia scuola. "Come faccio a convincerli a fare le cose in un certo modo", dice appunto un vecchio della Rai, "quando poi questi prendono un cachet almeno settantasette volte più alto del mio stipendio e mi fanno marameo?".

Il canone cerca sempre un fuori canone. Quello di Canale 5, più ammiccante, dà al proprio pubblico quel che le italiane vorrebbero nel salotto di casa propria. C'è la leggerezza e l'appiglio per la chiacchiera pomeridiana. La D'Urso, che fa da presidio quotidiano per arrivare al dominio della domenica, ha sempre gli occhi lucidi. Non esistono, come nella più inesorabile delle televisioni, sfumature. O tutto è un pianto. O tutto è uno gorgogliar di risa. Il canone è sempre dentro canone.

Lei stessa è la signora che le signore d'Italia vorrebbero essere: ancora sexy oltre le cinquanta primavere, simpatica quanto sfacciata, capace di maneggiare il trash al punto di farne cinica monumentalizzazione come ha fatto appena domenica scorsa raccontando la storia di uno che era maschio e che poi diventò femmina. Orbene, la D'Urso - falco tra i falchi - non ha esitato a farne epica fin dentro la sala operatoria al momento dello zac! svelando così il lato obbrobrioso del berlusconismo perché, vivaIddio, un lato obbrobrioso il berlusconismo ce l'ha.

Anche la domenica ha il suo pomeriggio. Rai1 ha l'Arena e Massimo Giletti, che offre risultati da prima serata portando Luca Cordero di Montezemolo, altro che il solito Rosario Crocetta, ostenta ormai i capelli bianchi che sono propri di una persona seria. Proprio come Pippo Baudo che non si concede frivole cosmesi. E le domeniche, Baudo, le faceva a livelli altissimi. Come quando intervistava i politici di rango per essere diventato, oggi, anche lui il canone cui attinge - ancora di domenica, ancora di pomeriggio - Lucia Annunziata.

Avrà pure, Lucia, la doppia inquadratura alla "Mixer" ma nella sua "Mezz'ora" di domenica, con l'intervista coupé, l'intervista duplex, l'intervista a due piazze, l'intervista more uxorio, l'intervista - insomma - ai fidanzati Sandro Bondi e Manuela Repetti, ha realizzato quel che con un abbraccio e un sorriso, nessuna Tribuna Politica poteva mai sperare di realizzare.

Il canone è sempre uno sperimentare canone. E la domenica della Rai, con Mara Venier, è l'appuntamento con i grandi del giornalismo: Gianni Riotta come minimo, per non dire di Beppe Severgnini - al massimo del piritollame - giusto lui che ogni sabato, da ospite fisso, pur non avendo la concorrenza di Paolo Del Debbio su Rete 4, fa crollare gli ascolti di Lilli Gruber.

Severgnini si ritrova a essere interrogato dalla Venier a proposito dei tanti riconoscimenti ricevuti. Dice: "Dobbiamo essere bravi a rifiutarli". E lo dice con l'aria sua da inglese spaesato in Italia o da italiano spaesato in Gran Bretagna, spaesato come il pastorello nel presepe, tutto spesato però nel gran bazaar del regime culturale del pomeriggio di strapaese.

 

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