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Davide Urietti per "www.corriere.it"
Una nuova funzionalità per frenare la condivisione delle password tra diversi utenti: è ciò a cui sta lavorando Netflix, gigante dello streaming con più di 200 milioni di abbonati in tutto il mondo. L’obiettivo - per ragioni di business, ma anche di sicurezza - è quello di bloccare gli accessi a un determinato account se non si è autorizzati. Come riportato da The Verge, se Netflix ritiene che chi ha effettuato l’accesso non sia il reale proprietario dell’account, chiederà agli utenti un codice di verifica che sarà inviato all’email o al numero di cellulare della persona abbonata al servizio in streaming. Nel caso in cui la verifica non avvenisse in un determinato lasso di tempo, sarà impossibile riprodurre i contenuti di Netflix.
Facilmente aggirabile?
L’idea è certamente interessante e, secondo l’azienda, favorirà una minore condivisione delle password. Tuttavia è facilmente aggirabile: chi ha ricevuto il codice di verifica potrebbe inviarlo alla persone con cui ha condiviso la password. Questa soluzione, di cui non sono stati specificati i tempi e i Paesi in cui si svolgono i test, è stata pensata anche per questioni di sicurezza. La richiesta di un codice di verifica complicherebbe la compromissione di un account da parte di un hacker, anche nel caso in cui avesse scoperto la password del legittimo proprietario.
Il problema della condivisione degli account
Il tema della condivisione delle password è qualcosa a cui Netflix ha sempre dovuto pensare: basti pensare all’esistenza dell’abbonamento Premium, che - di fatto - consente di avere un account formato famiglia. In questo caso la condivisione delle credenziali è assolutamente legittima, anche se Netflix - all’interno delle sue condizioni di servizio - specifica che «il servizio Netflix e qualsiasi contenuto visualizzato attraverso il servizio sono destinati esclusivamente ad un uso personale e non commerciale e non possono essere condivisi con persone al di fuori del tuo nucleo domestico».
Insomma, l’idea è che a sfruttare il servizio debbano essere solo le persone conviventi. Tuttavia nel 2016, lo stesso Reed Hastings - Ceo di Netflix - era consapevole che la condivisione avvenisse anche al di fuori delle mura domestiche: non sono rari i casi in cui i figli vivano in altri Paesi. A tal proposito Hastings disse che «la condivisione delle password è qualcosa con cui dobbiamo imparare a convivere: in molti casi è legittima».
Adesso, però, la situazione potrebbe cambiare, come dimostrano i test in atto per limitare la condivisione delle credenziali. La decisione, inoltre, non può non tenere conto di un’analisi condotta da Parks Associates: nel 2019, la pirateria e le password condivise sono costate 9 miliardi di dollari a servizi come Netflix, Hulu e Disney+.
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