DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Laura Zangarini per il “Corriere della Sera”
Settanta anni dopo la fine della guerra, Hitler si sveglia tra i cespugli di un cortile condominiale, più o meno nel punto in cui si suppone fosse il bunker in cui si sparò, diventato oggi una tranquilla zona residenziale di Berlino. Ha la stessa età che aveva nel 1945: non un giorno in più o in meno. Nemmeno lui sa come, ma è vivo. E spera di riportare la Germania ai fasti del Terzo Reich.
Film campione di incassi nel 2015 in patria, Lui è tornato del regista tedesco David Wnendt (Wetlands, Combat Girls ) uscirà nelle sale il 26, 27 e 28 aprile distribuito da Nexo Digital.
Tratto dal bestseller di Timur Vermes (che ha venduto solo in Germania oltre 2 milioni di copie, in Italia edito da Bompiani), Wnendt e i suoi sceneggiatori dicono di essersi ispirati sia al Borat di Sacha Baron Coen che al Bertold Brecht di La resistibile ascesa di Arturo Ui del 1941: «I tedeschi dovrebbero essere in grado di ridere di Hitler, ma di quel tipo di risata che ti si strozza in gola e che ti fa provare vergogna appena ti rendi conto di quello che stai facendo».
La pellicola mostra, mescolando fiction e candid camera, la reazione della gente all’incontro con il Führer. «Mi ha colpito il sincero entusiasmo che le persone mostravano al nostro falso Hitler (l’attore Oliver Masucci) — ha raccontato il regista —. Moltissime erano davvero felici di vederlo, era come se stessero incontrando una popstar. E anche se erano perfettamente consapevoli del fatto che non poteva trattarsi del vero Hitler, lo accettavano e si confidavano».
Fin dalla prima apparizione pubblica del dittatore, che gira vestito con la divisa nazista, la gente pensa che si tratti di un comico. A un angolo di strada, un mimo piuttosto aggressivo lo caccia quando lui gli si piazza proprio accanto: «Ehi, fatti un numero tuo!» gli urla.
Sulle prime Adolf fatica a dare un senso al mondo così enormemente cambiato che lo circonda. La società multietnica e multiculturale di Berlino lo sorprende: a giudicare dalla quantità di turchi in giro per la capitale, riflette, forse l’Impero Ottomano ha vinto la guerra e conquistato la Germania...
Finalmente il padrone di un chiosco che vende giornali (Lars Rudolph) lo mette al corrente della situazione: Adolf viene così a sapere del premierato di una donna (!), Angela Merkel, e delle spinte nazionalsocialiste che serpeggiano nel Paese.
La trama del film coinvolge anche Fabian Sawatzki (Fabian Busch), un giornalista che è stato appena licenziato dal (finto) canale MyTV, sull’orlo della chiusura, e due suoi colleghi: Christoph (Christoph Maria Herbst), ambizioso produttore che vuole diventare capo dell’emittente televisiva, in combutta con Katja (Katja Riemann).
Quando il risveglio di Hitler, ripreso accidentalmente da Sawatzki e postato su YouTube, diventa virale, il dittatore si trasforma in un star del piccolo schermo che potrebbe salvare MyTV. O almeno questo spera Christoph, che utilizza il battage pubblicitario sul dittatore («Mettetelo dappertutto!», ordina) per disfarsi dei suoi concorrenti.
Naturalmente il Führer non si fa sfuggire l’occasione che la rete gli offre per raggiungere milioni di spettatori e diffondere il suo messaggio, manipolando, come già aveva fatto in passato, i media...
libro di Vermes lui tornato LUI E' TORNATO
Anche il produttore Christoph Müller è rimasto «sbigottito» davanti ad alcune scene di prova girate. Come quelle in cui Masucci, nei panni di «Lui», si mescola alla folla durante la Coppa del Mondo nell’estate 2014 alla festa dei tifosi a Berlino. «In molti hanno chiesto al falso Hitler di fare un selfie»
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