DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fare la escort, col tempo, diventa un lavoro come un altro. Ma ogni escort ha dovuto affrontare il suo primo giorno. Su “Reddit” un utente ha chiesto di raccontare “il debutto” ed ecco alcune delle risposte più intriganti.
Una escort di lusso guadagna seimila dollari al giorno
Una ragazza ha iniziato su “Craigslist”: «Avevo 17 anni e un disperato bisogno di soldi. Ma venivo dalla periferia di un posto dimenticato da dio, quindi i soldi non erano comunque tanti. Ho guidato 45 minuti per raggiungere un cliente a casa sua. E’ una cosa pericolosa, non so come non sono morta quella sera. Quel tizio aveva 50 anni, era un fumatore incallito e puzzava d’alcol. Gli dissi che avevo 19 anni, invece ero minorenne. Mi ha pagato 60 dollari l’ora, per tre ore. Parlava di jazz e intanto si fissava con le mie tette. Per mezz’ora ha voluto che lo massaggiassi con una orribile lozione alle rose, poi abbiamo fatto sesso. Ero stupita che gli si fosse alzato, visto quanto era ubriaco».
Un’altra ha cominciato a 20 anni su “Adult Friend Finder”: «Mi sono stati offerti 2000 dollari per due ore del mio tempo. Il tizio era un vecchio di 65 anni e voleva scattarsi le foto con suo cazzo dentro di me. Onestamente: stringere i soldi in mano mi ha eccitata così tanto che quando sono tornata a casa mi sono masturbata con la busta».
Ha risposto all’invito anche un escort uomo: «Sono etero e il mio primo giorno di lavoro non è stato come mi aspettavo. In un appuntamento normale ti incontri, parli un po’, chiedi alla cliente di farsi la doccia prima di fare sesso. La prima cliente mi ha contattato via mail, mi voleva come regalo di compleanno per un’amica. Arrivai un po’ prima per aiutarla a preparare la festa e mi ritrovai davanti a un mucchio di donne attraenti. Scoprii che erano tutte spogliarelliste o escort come me e ci siamo dati da fare».
«Il mio primo giorno ho avuto due clienti, sulla trentina. Col primo abbiamo cominciato a chiacchierare. Lui ha fumato, mi ha baciato, e mi ha detto che era un feticista del culo. Gli ho permesso di mordermelo, mi ha sculacciata, poi abbiamo avuto un rapporto anale. Siccome era il mio primo giorno di lavoro, ho pensato di doverlo fare bene. Mi ha dato una bella mancia. Il secondo ragazzo non ha nemmeno provato a fare sesso con me: voleva solo che fumassi una sigaretta mentre lui si masturbava. Mi ha pagato l’ora senza farmi una domanda».
«A 18 anni cercavo un paparino e mi arrivò la convocazione del capo di un’azienda molto famosa, che mi offriva 1000 dollari per andare nella sua stanza d’albergo. E’ durato tre minuti e sono tornata a casa con un enorme sorriso sulla faccia. L’unico imbarazzo è stato quando mi tirò i soldi contro la porta e mi ordinò di sparire. Siccome era venuto in un attimo, forse si vergognava».
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«Sono stata una escort indipendente per quattro anni. La prima sera ero nervosa in maniera ridicola: quando sono entrata in hotel, in ascensore, per i corridoi. Desideravo apparire come una abituata a quell’ambiente elegante, non come una che si sa per quale motivo si aggira da quelle parti. Bussai alla porta del cliente, che aprì e mi chiese: «Ciao, sei Sara?», io risposi di no, gli dissi il mio nome vero, dimenticando che non lo dovevo svelare e che Sara era il mio nome da escort. Ridemmo e fu veloce, una decina di munti».
«Il mio primo cliente voleva solo un pompino e pensai che sarebbe stato facile. Quando ci incontrammo, lui chiese prima di parlare un po’. L’argomento era l’opera. Sì, era un appassionato d’opera e voleva che cantassi. Il primo pompino fu normale, al secondo decise di eiacularmi in faccia e mi ordinò di non pulirmi finché non se ne fosse andato. Mentre si vestiva, mi chiese di continuare a cantare come fossi in un coro. Fu a dir poco surreale».
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«Lui aveva 40 anni, veniva da un’altra città e mi offrì 900 dollari per una notte. Lo incontrai in un hotel, non ero attratta da lui ma non mi saltò nemmeno in mente che importasse qualcosa. Mi ubriacai per rilassarmi, una cosa che una escort non deve assolutamente fare. Scopammo due volte, ognuna è durata meno di due minuti. Mi addormentai e mi risvegliai la mattina dopo. Un’altra cosa poco professionale».
«Il mio primo appuntamento fu con un cliente privato. Fu calmo, tranquillo, nessun problema. Quando presi il taxi per tornare a casa, scoppiai a piangere. Involontariamente. Da allora lavoro per un’agenzia».
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«Discutevo in un forum orientato alla filosofia, quando mi contattò una psicanalista freudiana. Confessò di voler esplorare alcune fantasie sadomaso e un mese dopo mi pagò il volo per raggiungerla. Pagò anche la stanza d’albergo e mi stipendiò per due settimane in modo da soddisfare ogni curiosità. Mi ingaggiò come “schiavo”.
Per due settimane facemmo sesso mentre leggevamo poesia, sesso da ubriachi, sesso in pubblico, sesso a una festa privata davanti agli invitati, dominazione, sottomissione, giochi di ruolo, sul tetto durante la tempesta, convinti che saremmo morti fulminati. Svegliarmi stanco e disidratato era la normalità. L’ho legata, appesa a una ragnatela fatta coi suoi vestiti, li ho strimpellati come fosse un violoncello finché non è venuta. Poi lei mi ha messo il collare del suo cane, mi ha incatenato, mi ha insultato e umiliato per ore».
«Mi ha contattato questo giovane sposato, dicendo che aveva ordinato su “Amazon” un po’ di materiale bondage. Per me. Tra le sue priorità c’era il sesso anale ma io, da quel punto di vista, ero vergine. Titubai, poi accettai a condizione di venire bendata: non volevo vedere la sua faccia. Lo facemmo e lo detestai.
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Odiai ogni secondo di quella sera. Lo sentivo sculacciarmi, mi veniva da vomitare. Mi diede 400 dollari e me ne andai. Piansi tutto il tempo, prima di tornare a casa. Quel tipo era convinto che io non fossi andata da lui per via dei soldi, gli piaceva pensare che io avessi la mente malata, un lato oscuro che solo lui era in grado di soddisfare. Si formava così la sua autostima».
«Il primo ingaggio fu insieme a un’altra escort. Questo uomo d’affari sulla quarantina voleva un duo e aveva una fissazione per il fetish. Ci spiegò esattamente cosa voleva e lo facemmo: la mia amica doveva guardare e lui doveva sculacciarmi. Una volta venuto, dovevo raccogliere il suo seme con un cucchiaino e nutrirlo. Roba da non credere».
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