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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DAL SITO DELLA "REPUBBLICA": "AL VALICO TRA LIBIA E SIRIA LA CODA INFINITA DI CHI TORNA E CHI SCAPPA: 'QUI È CAMBIATO TUTTO'" - CONSIDERATO CHE DAL CONFINE LIBICO A QUELLO SIRIANO SERVE UN VIAGGIO IN AUTO DI CIRCA 20 ORE ATTRAVERSO EGITTO E GIORDANIA, È DAVVERO CAMBIATO TUTTO. (LA LIBIA CONFINA SOLO CON EGITTO, TUNISIA, ALGERIA, NIGER, CIAD E SUDAN, NON CERTO CON LA LONTANISSIMA SIRIA)

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

andrea monda con papa francesco

Titolo dal sito della Repubblica: «Al valico tra Libia e Siria la coda infinita di chi torna e chi scappa: “Qui è cambiato tutto”». Considerato che dal confine libico a quello siriano serve un viaggio in auto di circa 20 ore attraverso Egitto e Giordania, è davvero cambiato tutto. (Ma forse alla Repubblica ignorano che la Libia confina solo con Egitto, Tunisia, Algeria, Niger, Ciad e Sudan, non certo con la lontanissima Siria).

 

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Nicola Borzi, sul Fatto Quotidiano, nell’attacco del servizio intitolato «Il primo sciopero d’Italia contro l’AI parte da Cerved»: «Il primo sciopero italiano contro l’intelligenza artificiale scatterà per l’intera giornata lavorativa di giovedì 19 novembre». A prescindere dal fatto (non sappiamo se quotidiano) che il 19 novembre era un martedì, e non un giovedì, diremmo che, essendo l’articolo in questione uscito il 7 dicembre, ci è stato finalmente chiarito che cosa sia l’Intelligenza artificiale: la macchina del tempo.

 

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l'arcivescovo michel aupetit

Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, commenta in un editoriale la prima predica di Avvento del cappuccino Roberto Pasolini, nuovo predicatore della Casa pontificia, e afferma che Elisabetta, la madre di Giovanni Battista, «lascia lo spazio al rinnovamento scegliendo, contro tutti e contro il passato, il nome del figlio».

 

Monda, già docente di religione nelle scuole, evidentemente conosce la Bibbia solo per sentito dire. Infatti il terzo Vangelo canonico, quello secondo Luca, dopo il prologo si apre con la scena del sacrificio del sacerdote Zaccaria, marito di Elisabetta, al quale appare l’angelo Gabriele per annunciargli:

 

«La tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni» (Vangelo secondo Luca, 1, 13). Aggiungiamo che il direttore del quotidiano vaticano, la cui direzione editoriale è peraltro in mano ad Andrea Tornielli, autore di un libro su Gesù, imperniato ovviamente sui Vangeli e recante la prefazione di papa Francesco, non legge nemmeno L’Osservatore Romano, dove era stata sintetizzata la stessa predica del predicatore pontificio che seguiva invece scrupolosamente il testo evangelico.

 

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la repubblica valico tra siria e libano

Un articolo sul Tempo, firmato dal sempre informatissimo Luigi Bisignani, racconta come alcuni cardinali starebbero in gran segreto preparando, per quando, alla morte (o all’eventuale rinuncia) del Papa, sarà aperta la sede vacante, la riabilitazione del loro collega Angelo Becciu, processato in Vaticano per volere di Francesco.

 

Secondo Bisignani, «agli occhi di Bergoglio, l’unico vero grande peccato di Becciu sembra essere stata la moral suasion per candidare a prossimo Pontefice, un cardinale focolarino, tra il francese Philippe Barbarin, il tedesco Rainer Woelki o l’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit». Data l’indiscussa attendibilità dell’autore, condoniamo l’inutile virgola scappatagli dopo «Pontefice», ma siamo obbligati a segnalare una doppia imprecisione: Aupetit, infatti, non solo non è più alla guida della grande diocesi francese, ma non è nemmeno cardinale, come sembrerebbe di capire dalla frase di Bisignani.

 

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luigi bisignani

In prima pagina, editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità, con la solita virgola fuori posto: «Invece, non fu un privato cittadino, ma il presidente francese Emmanuel Macron a dichiarare, nel 2019, che l’Italia avrebbe meritato altri leader». Per non separare il soggetto dal verbo non ci voleva la virgola dopo «cittadino» o bisognava metterne una dopo «Macron».

 

Di seguito, Belpietro cita «Elisabeth Borne, ovvero l’ex premier francese», che però si chiama Élisabeth, con l’accento acuto sulla prima e, quello che il direttore della Verità s’è peraltro ricordato di porre sui nomi di Gérald Darmanin e Clément Beaune nel medesimo articolo di fondo. Poco più avanti, Belpietro parla di «un altro ministro francese, la responsabile degli Affari europei, Laurence Boome»: peccato che la signora si chiami in realtà Boone. Inoltre Boone era segretario di Stato per l’Europa, quindi non un ministro. Operava infatti sotto l’autorità del ministro degli Affari esteri, tant’è che lo stesso Belpietro la definisce «un peso piuma dell’esecutivo di Parigi».

 

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La Stampa intervista padre Francesco Patton, custode di Terra santa. Il suo pensiero viene riassunto in un titolo fra virgolette, a tutta pagina: «“Siamo in una spirale di odio e vendette / Le parole del Papa puntano a evitarla”». Ma se ci siamo dentro, significa che non è stata evitata. Al massimo, si può puntare a uscirne.

 

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maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (1)

Intervistato dal Corriere della Sera, Nino Frassica dice fra l’altro: «Ancora oggi, in Don Matteo, a me capita di improvvisare nei panni del commissario Cecchini, ma guai a farlo senza sapere tutto del contesto». L’impressione è che il primo a ignorare il contesto sia proprio Frassica. Nella celebre serie di Rai 1 il simpatico attore interpreta infatti il maresciallo dei carabinieri Nino Cecchini, e non un commissario di polizia. È curioso che l’intervistatrice Roberta Scorranese non lo abbia corretto o almeno gli abbia chiesto perché si autodefinisce commissario anziché maresciallo.

 

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Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nel suo editoriale di prima pagina osserva che l’Italia «ai militanti del partito armato ha garantito ogni diritto, tra i quali perfino quello di rimanere in libertà in attesa della sentenza». Ogni è aggettivo indefinito singolare, quindi il plurale «tra i quali» è fuori luogo: sarebbe bastato ometterlo perché la frase filasse. Poi, in ossequio al conflitto permanente con le virgole, Belpietro aggiunge: «Di più, i dieci latitanti, oltre a rivendicare la loro appartenenza ai gruppuscoli di estrema sinistra non hanno mai dato prova di essersi pentiti».

 

nino frassica gatto hiro

Senza una virgola dopo «sinistra», il soggetto («i dieci latitanti») risulta separato dal predicato verbale («non hanno mai dato prova»). Segue questa frase: «Eppure, sia la Corte d’appello che la Chambre de l’instruction della Corte d’appello di Parigi che la Cour de cassation hanno trattato le richieste di estrazione». Premesso che non si capisce perché la Cour d’appel diventi la Corte d’appello, mentre gli altri due organismi giurisdizionali sono scritti in francese, presumiamo che si trattasse di richieste di estradizione, non di estrazioni dentarie.