“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Fonti Iv, 'contro Renzi esproprio ad personam, deriva sudamericana'
L’emendamento proposto contro Matteo Renzi, dal vago sapore sovietico, dá il segno della aggressione ad personam che addirittura il presidente del Senato consigliava di evitare, riferiscono fonti di Italia viva. Si legifera per la prima volta nella storia fiscale italiana l’esproprio ad personam, con l’obbligo di versare il 100% del fatturato allo Stato, ovviamente a condizione che il fatturato sia quello di Matteo Renzi. Una norma pensata per colpire uno dei leader dell’opposizione dà anche il senso di una deriva sudamericana delle istituzioni.
Il primo partito di maggioranza legifera ad personam con un subemendamento contro uno dei leader dell’opposizione e lo fa violando tutte le consuetudini fiscali. Non si era mai vista -sottolineano le fonti del partito guidato da Renzi- norma ad personam della maggioranza contro un singolo esponente dell’opposizione. Stupisce che le forze di maggioranza che si definiscono liberali possano votare il primo esproprio proletario della storia fiscale italiana.
GIORGIA MELONI E MATTEO RENZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Manovra, torna la norma anti-Renzi: stop a compensi oltre 50 mila euro dall’estero ai politici
Da repubblica.it - Estratti
L’emendamento prevede che i componenti del governo non possano svolgere incarichi retribuiti “in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell’Unione europea”. Se il divieto viene violato, il compenso percepito dovrà essere versato al bilancio pubblico entro 30 giorni dall’erogazione: le risorse “saranno riassegnate al fondo di ammortamento dei titoli di Stato”.
GIORGIA MELONI MATTEO RENZI CARLO CALENDA FOTOMONTAGGIO
Se il componente del governo non paga – si legge nel testo dell’emendamento – scatta una multa “di importo pari al compenso percepito”. È la cosiddetta norma anti-Renzi, proposta nel 2023 dal leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, che a sua volta riprendeva un’idea di Carlo Calenda (Azione).
L’iniziativa era nata sulla scia delle polemiche per i compensi che il principe saudita Mohammad Bin Salman aveva riconosciuto all’ex premier e fondatore di Italia Viva. Obiettivo: impedire che Renzi, o i suoi emuli, possano essere remunerati da Stati esteri per la loro attività di conferenzieri e consulenti.
Il divieto si applica anche a deputati, senatori e presidenti di Regione, “salva preventiva autorizzazione rilasciata dagli organi di appartenenza secondo le procedure stabilite dai rispettivi ordinamenti”. Lo stesso divieto vale anche per gli europarlamentari italiani.
MATTEO RENZI COME GIAMBRUNO - MEME BY DAGOSPIA
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