“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
prodi dalema
Su Robinson, supplemento culturale della Repubblica, Antonio Gnoli intervista l’editore Luca Formenton, precisando che «ha 72 anni». Per la verità, ne ha 71, essendo nato il 28 maggio 1953.
Dopodiché fa pronunciare al presidente della casa editrice Il Saggiatore la seguente frase: «Avevo 17 anni quando è morto mio nonno Arnoldo».
A questo punto Luca Formenton dovrebbe essere nato nel 1954, perché Arnoldo Mondadori si spense l’8 giugno 1971. In realtà, alla morte del grande editore suo nipote aveva già compiuto 18 anni. Dal che si evince che la coppia Gnoli-Formenton è senza tempo.
•••
LA REPUBBLICA - ANTICIPARE L ALZHEIMER
Incipit di un articolo firmato da Roberto Gressi sul Corriere della Sera, nel quale si parla di Romano Prodi: «Certo che gliele hanno fatte di tutti i colori, al Professore. Prima vince e dopo poco Massimo D’Alema gli soffia Palazzo Chigi. Poi rivince, finisce sull’ottovolante di una colazione pazza, e quindi via, a casa». Ce l’ha ancora sullo stomaco. (Ipotizziamo che si trattasse di una «coalizione»).
•••
eugenio cefis
Post della Repubblica su Facebook: «Uno degli interrogativi chiave a cui gli scienziati che si occupano di disturbi cognitivi e demenze cercano di dare una risposta è come fare per anticipare l’arrivo dell’Alzheimer». Troveranno di sicuro risposta nelle redazioni.
•••
Il coltissimo Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore ricorda: «“Segnato da Dio, un passo indrio” era il proverbio veneto spesso in bocca a Eugenio Cefis». Non potendo chiedere conferma al defunto presidente dell’Eni e della Montedison, che peraltro era un friulano di Cividale del Friuli, in lingua veneta l’adagio citato dal satanasso suona diversamente: «Dai segnà da Dio stàghe tre passi indrìo» oppure «Da quei segnà da Dio tre passi indrìo».
Mephisto Waltz si complimenta poi per «un guizzo d’ingegno» dello scrittore Sandro Veronesi, il quale, parlando del presidente Trump, «ha paragonato l’America di oggi a Gotham City: senza Batman, ma con Donald nella veste di Pinguin». Peccato che il nemico di Batman si chiami Penguin (Pinguino).
•••
CORRIERE DELLA SERA - PANETTIERE KILLER
«Come si può accettare che dopo un Giuseppe Conte che nessuno conosceva, gli italiani si ritrovino un Mario Draghi che gli elettori non hanno scelto?».
Il conflitto permanente con le virgole fa sì che Maurizio Belpietro, direttore della Verità, ancora una volta si dimentichi di metterne una al posto giusto (dopo «Conte»).
Nello stesso editoriale di prima pagina, si rintraccia anche questo periodo: «Ma, che ci sia il Covid, il Pnrr o altri inderogabili impegni, forse gli italiani vogliono essere loro a decidere cos’è il bene per il Paese».
Nella frase vi sono tre soggetti («il Covid, il Pnrr o altri inderogabili impegni»), quindi la flessione del verbo richiedeva il plurale: «siano».
•••
Titolo dall’Osservatore Romano: «“Perché cerco una chiesa quando piove?”». Forse perché ha dimenticato a casa l’ombrello?
•••
L OSSERVATORE ROMANO
Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Sparatoria in piazzale Gambara a Milano: un morto e un ferito gravissimo. Due aggrediti dal panettiere, il killer è in fuga».
Quindi il panettiere ha aggredito due persone, una delle quali è deceduta, e ora, divenuto un killer, è in fuga. Ma, nel testo sottostante, Matteo Castagnoli e Pierpaolo Lio raccontano una storia ben diversa: in un panificio, due uomini sono stati feriti dai colpi sparati dallo sconosciuto, poi fuggito, e uno dei due, un ucraino di 49 anni, è morto poco dopo essere giunto in ospedale, mentre l’altro è ricoverato in gravi condizioni.
MAURIZIO BELPIETRO
Quindi quel «dal panettiere» andava inteso come fuorviante sinonimo di panetteria, non di fornaio. Se Castagnoli e Lio sono anche gli autori del titolo, meritano di essere mandati dietro la lavagna. Se invece non hanno vigilato sul modo in cui veniva titolato il loro servizio, pure.
•••
«Negli anni Ottanta il male era Bettino Craxi, nel 2000 D’Alema ha voluto il figlio Bobo al governo», scrive Aldo Torchiaro sul Riformista. A prescindere dalla disarmonica scelta dei verbi («era», imperfetto, «ha voluto», passato prossimo: dopo un quarto di secolo, sarebbe stato preferibile il passato remoto), Torchiaro ricorda male.
Bobo Craxi non fece mai parte del governo D’Alema. Fu invece sottosegretario di Stato al ministero degli Affari esteri dal 2006 al 2008 nell’esecutivo presieduto da Romano Prodi.
•••
BOBO E BETTINO CRAXI
Su Libero, Serenella Bettin si occupa di «Paola Paoletta Pettina – si faceva chiamare così –, la badante quarantaseienne arrestata mercoledì sera scorso a Vicenza per omicidio aggravato, quadruplo tentato omicidio, rapina, autoriciclaggio, spaccio di medicinali». Non è che si facesse chiamare: all’anagrafe è Paola Pettinà, con l’accento sulla a.
«Una personalità, qualora le ipotesi della procura venissero confermato, alquanto narcisista, senza scrupoli, e soprattutto spregiudicata». Viva la concordanza. Aggiunge Bettin: «Avrebbe stordito una anziana signora rubandole alcuni gioielli. Monili che avrebbe rivenduto nei negozi “compro oro” e da cui ne avrebbe ricavato almeno tremila euro». Viva la sovrabbondanza.
•••
SANGIULIANO SAN GENNARO - MEME BY EDOARDO BARALDI
Paolo Cuozzo sul Corriere della Sera: «Presenze che testimoniano ciò che si vocifera da tempo: un ritorno di Gennaro Sangiuliano sulla scena. Politica e non». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, quindi: «Politica e no».