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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - TITOLO DAL SITO DEL "MATTINO": “IL PADRE LO CHIAMA GAY, E LUI LO ACCOLTELLA: ARRESTATO A 15 GAY”. COSÌ GIOVANI E GIÀ COSÌ GAY - FIORELLO SU “VIVA RAI 2!” TARTASSA CHIARA FERRAGNI: “ANCHE IL CODACONS HA FATTO UN PANDORO. AL POSTO DEI CANDITI HA TUTTI GLI ESPOSTI FATTI AI FERRAGNEZ!”. VABBÈ CHE È NATO IN SICILIA, MA: NELL’IMPASTO NON HA NÉ CANDITI NÉ UVETTE...

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

rai news, fiorello e i canditi nel pandoro

Il pandoro è il dolce del momento. Per una Chiara Ferragni che forse ha ripetuto, a spese dei generosi clienti della Balocco, l’esclamazione uscita nel 1894 dalla bocca del pasticciere veronese Domenico Melegatti appena lo trasse dal forno («Xè propio un pan de oro!»), ecco un Fiorello che su Viva Rai 2! tartassa la disinvolta influencer: «Anche il Codacons ha fatto un pandoro: al posto dei canditi ha tutti gli esposti fatti ai Ferragnez!».

 

Così riportano Rai News, Adnkronos, La Stampa, Fanpage, Il Giornale e molti altri siti. Fiorello, vabbè che sei nato in Sicilia, terra delle arance, ma il pandoro non è il panettone: nell’impasto non ha né canditi né uvette. Non chiedere conferma ai giornalisti: non lo sanno.

 

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ARIANNA MELONI AL RISTORANTE LA CAMPANA

Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera parla della sorella di Giorgia Meloni: «Chiamano Arianna. Ha la faccia grigia, e tesa. Ha già dovuto difendere il compagno/ministro Lollobrigida, spiegando che è normale fermare un Frecciarossa. Del resto, chi di noi non l’ha mai fatto? Ora gli tocca la custodia dell’ex simil cognato Giambruno». Il gender dilaga.

 

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Titolo dal sito del Mattino: «Il padre lo chiama gay, e lui lo accoltella: arrestato a 15 gay». Così giovani e già così gay.

 

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«E se fosse la natura a spingerci verso la denatalità?», titola La Stampa. Nell’articolo sottostante, Simonetta Sciandivasci argomenta, a proposito dei continui allarmi sul calo demografico: «Quello che ci manca, in questa eziologia ripetuta e ripetitiva, è un salto: una visione. Per esempio questa, che pongo in forma di domanda, così nessuno si scandalizza: e se non fare figli fosse, in questo momento, che è un minuscolo momento della storia umana e infinitesimalmente striminzito momento della storia della Terra, un adattamento evolutivo?».

 

la stampa, tartufi dai dormitori

Manca la domanda successiva: come mai l’«adattamento evolutivo» non riguarda l’intero pianeta, bensì investe principalmente il Vecchio Continente? Dove però risparmia la Francia. Secondo i dati di Eurostat, il tasso di fertilità delle francesi è costantemente il più alto di tutta l’Unione europea: 183 figli per 100 donne nel 2021 e 180 nel 2022, contro una media di 153 nell’Ue e di 124 in Italia, che figura al terzultimo posto nella classifica.

 

Che possa dipendere dal fatto che la Francia destina a famiglia e figli il doppio del Pil rispetto all’Italia? Sciandivasci potrebbe confrontarsi in proposito con i suoi colleghi della Verità, quotidiano su cui esordì nel 2017 con un articolo dal titolo oseremmo dire profetico: «Il rimbalzo della gomma ci costerà caro. Schizzano in alto i prezzi di pneumatici, guanti in lattice e persino preservativi». (Segnaliamo che l’avverbio infinitesimalmente nella lingua italiana non esiste: al massimo i dizionari registrano infinitesimamente, da infinitesimo).

 

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il venerdi?? di repubblica, nata dopo la morte

Matteo Sacchi ripercorre sul Giornale gli eventi del 1974, anno che a suo dire «cominciò in anticipo» con l’attacco terroristico palestinese del 17 dicembre 1973 all’aeroporto di Fiumicino (32 morti, 23 feriti): «Il commando composto di 5 terroristi si diede poi a una rocambolesca fuga, terminata in Kuwait, rapendo un Boeing 737 della Lufthansa». Sequestro di fusoliera. Che colpo d’ala.

 

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Marco Cicala sul Venerdì di Repubblica: «In fondo, l’invenzione del presepe “vivente” – anno 1223, proprio otto secoli fa – nello sperduto borgo reatino di Greccio fu una fra le tante genialate di Francesco d’Assisi. La medievista Chiara Frugoni (1940-1922) aveva ripercorso la storia di quella “trovata” in un libro che adesso torna da il Mulino». Frugoni, partorita nel 1940, era già morta nel 1922. Il signore sì che se ne intende, di nascite. (E sorvoliamo sul fatto che nel libro la medievista ribadisce quanto gli storici sanno bene, e cioè che quel presepe non fu il primo).

 

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Titolo dal Corriere della Sera: «Israele accusa Spagna e Belgio / “Sostengono con i terroristi”». Cioè?

 

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Dalla Stampa: «Madama Vigna. Un luogo di affascinante semplicità dove la cucina trova una dimensione unica e con le radici ben piantate sul territorio. Dormitori locali garantiscono tartufi al prezzo giusto». Sogni d’oro.

 

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Incipit a tutto gas di Giorgio Terruzzi nelle pagine sportive del Corriere della Sera: «Non è stanco Verstappen. Pole numero 32 al pari del Leone, Nigel Mansell, arraffata con un ruggito da predatore indefesso. C’è Leclerc in prima fila a rappresentare sul sipario la coppia più veloce del Mondiale». Sul sipario? Sono acrobati appesi? Forse sul palco.

 

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STRAGE DI FIUMICINO DEL 17 DICEMBRE 1973

Per L’Osservatore Romano il latino è ormai un problema. In un’intervista con il cardinale Fernando Filoni, riguardante un suo libro dedicato alle conferenze episcopali, l’intervistatore Roberto Cetera fa pronunciare al porporato la seguente incomprensibile definizione ottocentesca: amicalibes conventus episcoporum, cioè «amichevoli riunioni di vescovi». La forma esatta dell’aggettivo è amicabiles, attestata nella prima metà del IV secolo dallo scrittore siciliano Giulio Firmico Materno, un pagano che poi si convertì.

 

E francamente divertente è il cappello dell’intervista dove si legge che il tema è «di stringente attualità in questo tempo sinodale dal titolo: Le Conferenze Episcopali. Un’istituzione moderna di comunione ecclesiale». Il «tempo sinodale» è già astruso di suo, non era certo necessario dargli addirittura un titolo.

 

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Parlando sul Corriere della Sera dell’iscrizione di Silvio Berlusconi nel famedio del Cimitero monumentale di Milano, Chiara Baldi indica fra i 14 milanesi illustri cui il Comune ha concesso questo onore anche «Gisella Floreanini, prima ministra italiana». A parte che scritto così potrebbe sembrare che Floreanini sia stata premier, ricordiamo a Chiara Baldi ciò che già avevamo fatto notare al suo collega Maurizio Giannattasio, il quale il 5 ottobre scrisse:

 

«La prima donna che è stata ministra in Italia». Gisella Floreanini non fu mai ministro della Repubblica italiana, ma soltanto rappresentante del Pci e commissaria di governo durante i 40 giorni della Repubblica dell’Ossola (9 settembre-23 ottobre 1944) e poi deputata per due legislature alla Camera.