quentin tarantino ennio morricone

FACCI: MORRICONE VINCE IL GOLDEN GLOBE PER LA SUA COLONNA SONORA PIÙ BRUTTA. MA TARANTINO LA VOLEVA COSÌ: SACCHEGGIATA DA ALTRE - IL GRANDE COMPOSITORE: ''IO COME MOZART? BATTUTA SIMPATICA'' - VIDEO: QUENTIN ACCETTA IL PREMIO E LO ELOGIA. PERÒ, CAZZO, LO CONOSCE DA 30 ANNI. POTEVA ALMENO IMPARARE IL NOME E NON DIRE ''INIO MORICONI'' (VIDEO)

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VIDEO - QUENTIN TARANTINO RICEVE IL GOLDEN GLOBE DI ENNIO MORRICONE (CHE LUI PRONUNCIA ''INIO MORICONI''): ''NON AVEVA MAI VINTO UN PREMIO PER I SUOI FILM. LO HANNO PREMIATO IN ITALIA, MA NON QUI. E' IL MIGLIOR COMPOSITORE DI SEMPRE, MEGLIO DI MOZART E BEETHOVEN''

 

 

 

1. NÈ MOZART, NÈ BEETHOVERN: MORRICONE, E TANTO BASTA

Filippo Facci per “Libero Quotidiano

 

tarantino accetta il golden globe per ennio morriconetarantino accetta il golden globe per ennio morricone

Per questo premio elargito all' 87enne Ennio Morricone - Golden Globe per la colonna sonora di The Hateful Eight, l' ultimo film di Quentin Tarantino - l' 87enne Morricone potrebbe anche incazzarsi. Ma, se non è  andato a ritirarlo, non è per questo, e non è per questo se ha lasciato che lo ritirasse direttamente Tarantino che ha subito sparato un' americanata delle sue: «Morricone è il mio compositore preferito, e quando parlo di compositore non intendo quel ghetto che è la musica per il cinema, ma sto parlando di Mozart, di Beethoven, di Schubert».

 

ennio morricone quentin tarantinoennio morricone quentin tarantino

Un fuoco d' artificio come un altro, un paragone senza senso: l' unico dato in comune è che tutti questi compositori ebbero gloria tardiva o postuma. Sicché un Morricone potrebbe anche incazzarsi - dicevamo - perché i premi più pesanti sono quelli che non gli diedero quando li meritava. Non, dunque, quelli genericamente celebrativi che lo omaggiano in differita e che vivono di luce riflessa.

 

ennio morricone  quentin tarantinoennio morricone quentin tarantino

Il numero che impressiona, del resto, non sono gli 87 anni di Morricone, bensì le 500 e oltre colonne sonore che ha realizzato in vita sua (più varia musica contemporanea) e la sessantina di film che anche grazie a lui hanno vinto dei premi: pure impegnandosi per conoscerlo a fondo - lo scrivente ci provò in una vita intera - alla fine ci si perde. Ora Morricone fa "solo" due o tre colonne sonore all' anno, ma negli anni Settanta poteva superare le 25, più di un paio al mese.

 

E trovatene una brutta, se ci riuscite, una tirata via, una che non si riconosca all' istante («Morricone») e al tempo stesso che non sia diversa da qualsiasi altra. A volerla proprio trovare - oddio - pescheremmo proprio questa di The Hateful Eight, che nell' ouverture ci ha ricordato il «deserto» del Il buono, brutto e cattivo (1966), ma può darsi che Tarantino la volesse così, saccheggiata: del resto è lui ad aver sempre saccheggiato Morricone infilandolo nei suoi film. Anche La lettera di Lincoln riecheggia vecchi motivi e soprattutto vecchi arrangiamenti, ma non è il caso di fare i leziosi.

ennio morricone   quentin tarantinoennio morricone quentin tarantino

 

Il punto è che le colonne sonore che meritarono di più sono proprio quelle che non vinsero un tubo, le stelle la cui luce, ora, giunge con decenni di ritardo. Ne citiamo tre? La «Trilogia del dollaro» (facciamo quadrilogia, aggiungiamoci Giù la testa) e poi C' era una volta in America oppure Mission. Ne aggiungiamo un' altra ventina? Anche no. Ricordiamo semmai che nel 2007 Morricone ricevette un senile premio Oscar alla carriera dopo esser stato nominato almeno altre cinque volte (a partire dal 1979, non prima) e questo mentre con ritardo cominciavano a fioccare "solo" tre Grammy awards, cinque Baftas, dieci Davide di Donatello, undici Nastri d' argento, un Leone d' oro ecc..

 

ennio  morricone   quentin tarantinoennio morricone quentin tarantino

Tuttavia Morricone non s' incazzò allora né s' incazza ora, in linea di massima non s' incazza mai, andò alla cerimonia degli Oscar e fece un discorso di una modestia annichilente: «Il mio pensiero va a tutti gli artisti che hanno meritato questo premio e che non lo hanno avuto. Io gli auguro di averlo in un prossimo vicino futuro. Credo che questo premio sia per me non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per migliorarmi al servizio del cinema... Dedico questo Oscar a mia moglie Maria che mi ama moltissimo e che amo allo stesso modo».

 

tullio solenghi ennio morricone quentin tarantino david di donatellotullio solenghi ennio morricone quentin tarantino david di donatello

Ora: dire le cose come stanno rischia di far sembrare piagnoni e provinciali, ma se Morricone non fosse stato italiano (e se Sergio Leone non avesse osato spaccare il botteghino proprio con dei western, americani per eccellenza) forse le cose sarebbero andate diversamente. Non inventiamo nulla: agli americani piacciono soprattutto gli americani, mentre amano premiare gli italiani, da sempre, perlopiù nella storica salsa a base di mafia e spaghetti e P38 e Pulcinella e ladri di biciclette.

 

Ricordo, nel 2001, quando nelle nomination all' Oscar Morricone si ritrovò in lizza col pur dotato Hans Zimmer, all' epoca autore della colonna sonora de Il Gladiatore: una scopiazzatura clamorosa di Wagner, Mahler, Sibelius, Peter Gabriel, Holtz, Stravinsky con l' aggiunta - minuto 7.40 - di un' inconfondibile schitarrata tipo Morricone nei western di Leone. Beh, morale: l' imitatore ha preso più Oscar e più nomination dell' imitato.

samuel l jackson in the hateful eightsamuel l jackson in the hateful eight

 

Due parole infine sul Morricone compositore di musica "seria". Si formò al Conservatorio di Santa Cecilia e rischiò di diventare uno sbiadito emulo del suo professore di composizione, Goffredo Petrassi: ossia un' autentica biblioteca umana, ma al tempo stesso un esponente spesso inconsapevole di certa alterìgia che per decenni aveva rinchiuso la musica contemporanea nell' astrazione, nell' enigma, nell' isolamento narcisistico travestito da sacralità.

locandina the heiful eightlocandina the heiful eight

 

Si parla di quella musica che ha perso definitivamente ogni rapporto col sedicente pubblico e che si meritò la famosa riflessione di Leonard Bernstein: «La nostra è l' unica epoca della storia che si nutra, in fatto di musica classica, della produzione del passato». Morricone avrebbe rischiato d' ingrossare le fila dei Donatoni, Sciarrino, Bussotti, Maderna, Nono, Berio, più altri non a caso sconosciuti a un pubblico anche colto: i seguaci della dodecafonia, dell' atonalità, gli epigoni del triangolo Berg-Schoenberg-Webern, della scuola di Darmstadt negli anni '50, personaggi che non hanno mai accettato confronti che non fossero arroccati nella loro cittadella musicale.

il maestro ennio morriconeil maestro ennio morricone

 

Tutti pensiamo di essere votati a qualcosa di più alto: Morricone non lo pensò, rimase al suo massimo livello di competenza e ne divenne il numero uno. Lunga gloria, dunque.

 

 

2. MORRICONE: "IO COME MOZART E SCHUBERT? SARÀ LA STORIA A GIUDICARE"

Michela Tamburrino per “la Stampa

 

Ecco che Ennio Morricone si ritrova sistemato tra Mozart e Beethoven, senza dimenticare Schubert, almeno nella considerazione di Quentin Tarantino, il regista di The Hateful Height per il quale il grande musicista italiano ha vinto il suo terzo Golden Globe, dopo Mission e La leggenda del pianista sull' Oceano .

ennio morricone ennio morricone

 

Sua immensità musicale, il nostro vanto nazionale, icona per antonomasia della bellezza da ascoltare, è stato festeggiato dal premier Renzi che l' ha voluto subito chiamare per congratularsi del bel riconoscimento, dal ministro Franceschini che ne ha parlato come di un gigante, ha ricevuto, compatto, il plauso di tutto il mondo e del suo mondo che lo ha sempre portato ad esempio. Lui che quel famoso Oscar lo avrebbe meritato molte volte, non indugia a rimpianti che riguardino il passato. Sempre una spanna sopra.

 

ennio morricone con la moglie mariaennio morricone con la moglie maria

Felice maestro?

«Certo, molto, non faccio salti di gioia ma sì, felice, anche perché non me lo aspettavo. Queste cose non si aspettano mai. I riconoscimenti quando arrivano, arrivano, tanto meglio così. Io non penso mai a queste cose, la mia vera tensione sta nel film, il mio dovere è fare al meglio il mio lavoro e lo faccio per me e per il film ma soprattutto per me stesso. Lì vanno le mie speranze, le mie angosce».

Chi è stato il primo a comunicarle la bella notizia visto che lei non era sul posto?
«Svegliandomi ho trovato due fax, uno di mio figlio Giovanni che vive a New York e uno del mio fidatissimo tecnico del suono che si sveglia presto».

MORRICONE TARANTINO ELISA MORRICONE TARANTINO ELISA


Tarantino ha spesso messo le sue musiche nei film ma questa volta è diverso

«Mi ha chiesto spesso di lavorare con lui e in momenti importanti dei suoi film ha usato spesso le mie musiche. Quasi ci riuscivamo a farlo per Bastardi senza gloria ma io non potevo, lui voleva la colonna sonora pronta in due mesi per portare il film a Cannes. Avevo altri impegni, non potevo farcela».

tarantino regista in the hateful eighttarantino regista in the hateful eight


Tarantino dal palco dei Golden Globe ha detto che lei è il suo musicista preferito paragonandola a Mozart.
«Ho sentito, vabbè, la prendo come una battuta simpatica. Io che rispondo? Magari sono pure meglio... No, ha detto una cosa carina, l' ha detta grossa come è grosso lui, pieno di sostanza. Mi fa piacere che mi abbia fatto un elogio gentile ma non siamo noi a doverci collocare, sarà la storia a decidere e perché arrivi il tempo giusto ci vogliono secoli».

Tarantino ha ringraziato anche sua moglie. Ha avuto una parte importante nella sua decisione di scrivere le musiche per questo film?
«Mia moglie mi dà sempre consigli buoni».

Russel e Jackson insieme per tarantino hateful eightRussel e Jackson insieme per tarantino hateful eight


Ancora colonna sonora per un western, un genere che le è particolarmente caro e che l' ha sempre premiata, ora magari più delle altre volte.
« Ma non è un western, è un film storico d' avventure, il fatto che ci sia lo sceriffo e che per tutti il film si portino cappelli come li portavano gli americani, non vuol dire niente».


Magari adesso arriva anche l' Oscar...
«Solitamente dal Globe si passa facilmente all' Oscar. Ma io l' ho già detto, non mi aspetto mai niente».

 

The Hateful EightThe Hateful Eightla colonna sonora di the hateful eightla colonna sonora di the hateful eight