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pene ideale nella grecia e roma antica
Sono giorni caldi per il grande interrogativo sul pene “ideale”. Non essendo oggetto di criteri di valutazione oggettivi, è soggetto a una tempesta di opinioni. “È tutto un fatto di dimensioni? O di circonferenza? E che dire della circoncisione?” L’aspetto interessante è che oltre a variare da donna a donna, le risposte a queste domande mutano con il mutare della provenienza, della cultura, della religione. Gli americani, ad esempio, considerano la circoncisione un passaggio obbligatorio, mentre altrove è rarissima.
pene ideale in inghilterra nel 1500
Dunque chi si sente escluso dalle tendenze attuali (perlopiù dettate dalle regole poco realistiche della pornografia) può sentirsi confortato leggendo questo articolo. Si tratta di un tema che dura sin dall’alba dei tempi e le risposte ai suoi interrogativi sono state sempre diverse.
Non essendo mai esistito un manuale per il “pisello perfetto”, è difficile stabilire gli ideali specifici di una data cultura. Dobbiamo attingere all’arte, ai quadri e alle sculture, alle immagini erotiche, ai manuali del sesso, e altre forme più indirette.
Antico Egitto: Sicuramente circonciso
È difficile stabile l’ideale del pene per gli antichi Egizi, in quanto essi raramente davano un significato positivo alla nudità nelle loro raffigurazioni (in battaglia, ad esempio, i nemici sconfitti venivano raffigurati nudi). Una delle migliori fonti è un papiro conservato al museo di Torino dove gli uomini raffigurati sono tozzi, bassi e con peni decisamente affusolati.
A parte questo, possiamo fidarci dell’antico storico greco Erodoto quando ci diceva che gli egiziani circoncidevano i ragazzi per “pulizia e sicurezza”.
Antica Grecia e Roma: Piccolo e delicato
in dickumetary la storia del pene
Se sei mai stato a una mostra di statue greche, avrai notato che i piselli non sono esattamente lunghi e grossi. Sono delicati, piccoli e circoncisi. Perché? Perché erano simbolo di civiltà ed educazione. I peni grossi invece alludevano alla lussuria e al trionfo dei piaceri carnali.
I peni circoncisi erano sicuramente all'ordine del giorno: Per i Greci e i Romani, il prepuzio era visto come un oggetto di grande bellezza. Doveva essere lungo tre quarti della lunghezza del pene ed era spesso la parte più importante nelle statue nude degli atleti e degli dei.
India antica: La lepre, il toro e il cavallo
Una fonte sicuramente affascinante nell'antica India è il famoso manuale sanscrito indù, il Kama Sutra. Esso riflette un concetto molto più ampio dell’ideale del pene e più che su un aspetto universale, si concentra sulla compatibilità.
Il Kama Sutra individua tre diverse misure di genitali per entrambi i sessi. Quelle maschili sono la lepre (piccolo), il toro (medio) e il cavallo (grande). La guida identifica i partner sessuali per queste dimensioni (un maschio lepre dovrebbe andare con una donna cervo, i tori con le giumente e i cavalli con gli elefanti). Non si fa il minimo riferimento a una taglia “preferibile”: è un sistema di ricerca basato sul fare in modo che ognuno ottenga il massimo piacere possibile. Dannatamente geniale.
Giappone periodo Edo: Enormi e pelosi
pene ideale in giappone periodo edo
Una delle fonti principali per scoprire il pene ideale in epoca Edo in Giappone è la pornografia, la Shunga nello specifico (l’arte erotica giapponese). La grande caratteristica dell'arte shunga è che i genitali sono esageratamente enormi, sia per gli uomini che per le donne. Gli studiosi pensano che fosse un modo per massimizzare l'impatto e rendere più facile l’osservazione dell’atto. I piselli sono circoncisi, con la testa in primo piano, le vene in evidenza e, stranamente, le immagini celebrano peli pubici.
L’Inghilterra di Enrico VIII
Nell’era pre-elisabettiana dell’Inghilterra del 1500, il re Enrico VIII (con le sue sei mogli) rappresentava l’ideale dei valori maschili. Possiamo affermare con assoluta certezza che in quegli anni, a corte, il formato contava seriamente e, proprio in quel periodo, s’introdusse la braghetta (stoffe per ricoprire il pene, spesso molto elaborate e costose). Inventate per proteggersi in battaglia (ironicamente i francesi le chiamavano ‘baguette’), Enrico le rese un simbolo di potenza e ricchezza.
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