C’ERA UNA VOLTA BERLUSCONI – MOLTI AZZURRI RIFIUTANO DI CANDIDARSI ALLE EUROPEE: ‘SIAMO CON RENZI, MA NON TANTO, SIAMO CONTRO L’EURO, MA NON TANTO. C’È UN LEADER, MA PER QUANTO?’ - SE DOVESSE PREVALERE LA ‘LINEA BRUNETTA’ 10 SENATORI PRONTI A PASSARE A NCD

Mattia Feltri per ‘La Stampa'

«Noi vogliamo bene a Berlusconi, ma vogliamo più bene ai suoi voti». L'epitaffio di vent'anni di Forza Italia, se epitaffio servirà, è dunque già scritto a nome del partito intero da un aspirante candidato alle elezioni europee.

Aspirazione per la quale rinuncia prudentemente alla paternità della battuta: «Tanto lo sappiamo tutti che è così». Vogliono così bene a Berlusconi, lì dentro, e soprattutto ai suoi voti, che nessuno dice niente se a sei giorni dalla scadenza le candidature non sono ancora stabilite. Forse se ne parla oggi ma tutto potrebbe restare in sospeso finché il tribunale di Milano non avrà deciso se l'ex premier meriti la detenzione domiciliare o l'affidamento in prova, come ha chiesto la procura. Si comincia domani pomeriggio, al palazzo di giustizia di Milano, e magari ci sarà bisogno di qualche giorno. Si aspetterà, come ci hanno detto ieri dalla sede di San Lorenzo in Lucina, «in depressione e prostrazione». E da lì in poi ogni cosa cambierà.

Per esempio: Silvio Berlusconi ha già preparato dei video. Se avrà i servizi sociali, li butterà: gli sarà consentito parlare in tv, rilasciare interviste, prendere parte a comizi. Se avrà la detenzione domiciliare, li diffonderà in una specie di campagna elettorale postuma dagli effetti imprevedibili ma non promettentissimi.

La decisione della magistratura avrà poi un peso sulla nuova guerra intestina, coi filo-renziani in minoranza ma di maggior peso politico, e gli antirenziani in maggioranza ma di peso minore. «Fra due giorni scateneremo l'inferno», ha già detto Renato Brunetta, comandante in capo degli oltranzisti.

Opposizione furibonda, dunque. E però è anche vero che l'altra sera Gianni Letta - il sire dei trattativisti - ha chiamato Berlusconi sul tardi e lo ha convinto a telefonare a Matteo Renzi con la motivazione che un partito col leader condannato ed escluso dalla partita delle riforme sarebbe un partito da buttare; e poi sai che bello vedere Berlusconi semirecluso che partecipa alla rifondazione dello Stato? Sai che bello mostrare al mondo una simile spettacolare contraddizione?

Quando Brunetta ha saputo del contatto fra i due, s'è imbufalito e ha fatto il numero di Silvio. Il quale s'è scusato con una frottola delle sue: ti ho cercato ma non sono riuscito a trovarti. E Brunetta che guardava il cellulare e non c'erano chiamate perse, e sacramentava con Berlusconi come (quasi) solo lui può. «Che errore! Bisogna sempre telefonare a Berlusconi per ultimi», ha detto il capogruppo avvalorando la teoria che l'ultimo che parla con Berlusconi è quello che ha ragione.

Ecco, Forza Italia è messa così, e si sa. E uno di quelli incaricati di selezionare le candidature la spiega meglio: «Siamo un partito senza futuro e non abbiamo neanche un gran presente». Cioè, non si riesce a mettere insieme le liste, perché quelli infilati a riempitivo si rifiutano. Una volta uno ci provava, si sa mai.

Ma adesso i sondaggi deprimono le più ottimistiche aspettative: se uno si candida e non spende soldi, raccatta quattro voti e fa la figura del fesso; se spende soldi prende voti ma comunque non abbastanza per passare. Difficile trovare disponibilità di suicidio. Quanto ai capilista, ancora ieri Raffaele Fitto diceva che quelli forti «dovrebbero mettersi a disposizione per garantire un minimo di risultato al partito e al leader». Ma qualcuno coltiva il sospetto (forse eccessivo) che ci sia chi intende esibire la forza in vista di una competizione interna e trasformare le Europee in primarie. Probabilmente è l'effetto di un eccesso di avvilimento e paura.

Dice un ex ministro: «Siamo con Renzi ma non tanto, siamo di destra ma non tanto, siamo contro l'euro ma non tanto. Abbiamo anche un leader, ma non tanto e non so per quanto». In effetti lo slogan selezionato per le Europee è di una bruttezza competitiva: «Più Italia in Europa, meno Europa in Italia».

In FI gli spettri sono tali che si vive di sospetto. I parlamentari - consegnati al silenzio sulle vicende giudiziarie sinché non si saranno compiute - additano i più loschi congiurati. La voce diffusa è che, se dovesse precipitare tutto e prevalere il napalm di Brunetta, una decina di senatori sarebbe disposta a passare col Nuovo centrodestra di Angelino Alfano per prolungare la legislatura, visto che alla prossima non li candiderebbe nessuno. Ma non è una voce così: la ripete chiunque.

Dopodiché, dice Osvaldo Napoli, «vorrei vedere riforme fatte da un premier che non è stato eletto dal popolo insieme a gruppi di fuoriusciti. E vorrei proprio vedere che farebbe Giorgio Napolitano». Ma in un saliscendi di allucinazione ti fanno notare che da qualche tempo il Mattinale, l'esuberante organo del brunettismo, non ha più gli alfaniani per obiettivo. Qua e là, per le amministrative, si stringono alleanze.

Ieri, guarda caso, c'è stato un convegno dal tema «Riflessioni sul centrodestra» con quelli di Ncd (Cicchitto, Quagliariello, Schifani) e col berlusconiano Paolo Romani. Una serie di coincidenze, e di piccoli fatti, che in realtà non avvalora niente. Ma è la ciccia quotidiana che viene offerta con una strizzata d'occhio. Si stabiliscono link estrosi («Letta ha detto a Berlusconi che se non rompe sulle riforme avrà i servizi sociali»). Si intuisce l'untore a ogni spiffero («Marcello Fiori dice che ha dodicimila club. Ma chi ha mai visto l'elenco?»). Nei momenti di vitalità si progettano manifestazioni contro le toghe rosse, e si è presi da fiacchezza al solo pensiero. Si aspetta domani, nella bella speranza che sia un giorno in più.

 

 

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI RENATO BRUNETTA BRUNETTA E BERLUSCONI LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI ROMANA LIUZZO GIANNI LETTA raffaele fitto silvio berlusconi RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO angelino alfano pennarello argento MARCELLO FIORI DECADENZA BERLUSCONI IL BACIO DI PAOLO ROMANI ALLA BERNINI