DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Silvia Marchetti per “News.Com.Au”
I muri delle celle sono ancora imbrattati di graffiti, formule alchemiche e simboli massonici. Le imprecazioni sono scritte con il sangue e con l’urina, lo scheletro di una strega sta ancora in gabbia. Tutto questo si può vedere in Italia, grazie alla nuova vacanza sadica che permette ai turisti di visitare luoghi di dolore e orrore mentre sorseggiano vino di qualità e mangiano piatti di alta cucina.
messaggi dei prigionieri sui muri
Ex sotterranei e aule di tribunale usate dal Vaticano per processare e condannare gli eretici e le streghe sono stati ristrutturati, trasformati in hotel di lusso con spa e ristoranti. I palazzi dell’Inquisizione sono resort rurali, i tour guidati prevedono attori mascherati da monaci crudeli, che conducono i curiosi nelle stanze della tortura.
Il Sant’Uffizio si è trasformato in un marchio per fare soldi. I turisti arrivano pure dalla Polinesia, e l’Umbria è l’epicentro. A Spoleto, ad esempio, ammirano le tavole con il buco che servivano da bagno in prigione, giusto per capire le condizioni inumane in cui vivevano i detenuti.
A Palermo, Palazzo Steri mostra i suoi bellissimi dipinti ma nelle sue stanze furono rinchiusi centinaia di eretici, e si vedono ancora i loro disegni, immagini di speranzose navi che salpano verso la libertà.
Il Relais Sant’Uffizio, in Piemonte, oggi centro benessere tra i vigneti che danno Barbera, era un angolo di inferno, quartier generale della Santa Inquisizione. Si dorme dove dormivano i torturatori, le celle sono diventate suite, i prodotti di bellezza sono ispirati alle antiche pozioni composte da erbe, spezie e fiori. La spa era un laboratorio, qui si facevano anche i test per determinare si una donna fosse strega o no.
A Narni si va nei sotterranei, affascinati dal male. Il Podere del Cardinale è la villa amata da Papa Giulio II, che qui veniva in ritiro, ma poi gli speleologi hanno scoperto un pozzo e l’accesso ad una rete nascosta di stanze del tormento. Tra le torture c’era la pera anale su cui le vittime erano calate dal soffitto.
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