fedez ferragni martani

“FEDEZ E FERRAGNI IDIOTI PALLONI GONFIATI” - PER IL PM LE OFFESE DI DANIELA MARTANI AI "FERRAGNEZ" VANNO ARCHIVIATE: “I SOCIAL GODONO DI UNA SCARSA CONSIDERAZIONE E CREDIBILITÀ E NON SONO IDONEI A LEDERE LA REPUTAZIONE ALTRUI” - I LEGALI DEL RAPPER: "MA COSÌ C' È IL RISCHIO DI TRASFORMARE I SOCIAL IN UNA VERA E PROPRIA ZONA FRANCA IN CUI TUTTO E CONCESSO"

Giuseppe Guastella per il “Corriere della sera”

 

daniela martani

Un' offesa sui social network che sono frequentati da milioni di utenti può anche non essere considerato un fatto grave. Ne sanno qualcosa Fedez e Chiara Ferragni dopo che la Procura di Roma ha chiesto l' archiviazione della querela che il rapper aveva presentato contro Daniela Martani, la ex pasionaria dell' Alitalia e concorrente del Grande fratello 2009 che su Twitter aveva definito la coppia del web «idioti palloni gonfiati». Per il pm, i social non sono autorevoli, godono di una «scarsa considerazione e credibilità» e, di conseguenza, «non sono idonei a ledere la reputazione altrui».

 

fedez ferragni

Insorgono i legali di Fedez: proprio perché un numero enorme di persone li frequenta l' offesa è molto grave. Così c' è il rischio di trasformarli «in una vera e propria zona franca in cui tutto e concesso».

 

Non c' è mai stato un grande feeling tra Fedez-Ferragni e Daniela Martani, almeno stando agli scambi di post.

 

Daniela Martani

Esattamente un anno fa le ruvidezze culminarono in un attacco dell' ex assistente di volo, che nel 2008 fu l' icona del fronte del no dei dipendenti al piano «Fenice» dell' Alitalia, dovendo poi firmare per non perdere il posto. Moglie e marito avevano appena concluso la festa di compleanno a sorpresa che Chiara Ferragni aveva organizzato per Fedez in un supermercato (che aveva sponsorizzato l' evento) e già si stava sollevando un vespaio di critiche per lo spreco di prodotti alimentari lanciati come proiettili, tanto che poi i due si erano sentiti in dovere di scusarsi pubblicamente.

Daniela Martani

 

Anche Daniela Martani volle dire la sua e, all' 1,50 del 23 ottobre, poco dopo la festa tra gli scaffali, sentì il bisogno di digitare: «Io ve lo dico da anni che sono due idioti palloni gonfiati irrispettosi della vita delle persone e degli animali.

 

Per far parlare di loro non sanno più cosa inventarsi. Fare una festa a casa era troppo normale altrimenti chi glieli mette i like». Martani, che ha preso posizione contro il maltrattamento degli animali, più volte ha criticato via internet la Ferragni perché indossava pellicce naturali.

 

Fedez, al secolo Federico Leonardo Lucia, non ha gradito e, tramite gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, ha querelato la ex hostess per diffamazione ritenendo che avesse superato «abbondantemente i limiti del diritto di critica» con una condotta che era stata ancor più grave perché fatta su Twitter, che è in grado di raggiungere un quantità enorme di persone.

chiara ferragni e fedez 4

 

Per la Procura di Roma, invece, le cose non stanno così.

 

Chiedendo al giudice per le indagini preliminari di archiviare il caso, il pm Caterina Sgrò scrive che «sui social accade che un numero illimitato di persone, appartenenti a tutte le classi sociali e livelli culturali», sente «la necessità immediata» di «sfogare la propria rabbia e frustrazione» scrivendo «fuori da qualsiasi controllo» qualunque cosa, anche con «termini scurrili, denigratori, ecc., che in astratto possono integrare il reato di diffamazione, ma che in concreto sono privi di offensività».

 

Perché proprio il «contesto dei social in genere, frequentato dai soggetti più disparati», «priva dell' autorevolezza tipica delle testate giornalistiche o di altre fonti accreditate tutti gli scritti postati su internet» tanto che, a parere della Procura, la «generalità degli utenti non dà peso alle notizie che legge».

 

Le «espressioni denigratorie» che possono offendere una persona «godono di scarsa considerazione e credibilità» e «non sono idonee a ledere la reputazione altrui».

 

Per i legali di Fedez, le cose stanno in modo diametralmente opposto. Nell' opposizione all' archiviazione riportano alcune decisioni della Cassazione per sostenere che «la diffusione di un messaggio diffamatorio» su Facebook o Twitter, proprio perché può raggiungere un numero incalcolabile di utenti, «integra un' ipotesi di diffamazione aggravata». Se così non fosse, «si rischierebbe di trasformare i social network in una vera e propria zona franca in cui tutto è concesso», con il rischio di «imbarbarire i costumi e le abitudini di vita delle persone». La parola al giudice.

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