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A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA…
Marco Giusti per Dagospia
Bisturi! Certo, un festival dove si applaude senza neanche un fischio un filmone lacrimoso acchiappaoscar come "The Danish Girl" di Tom Hooper, il regista de "Il discorso del re" e "Les Miserables", dominato dalle mossette di Eddie Redmayne, fresco dell'Oscar di "The Imitation Game", e si saluta come un capolavoro immortale il marchettone di Sokurov sul Louvre, ha qualche problema. O forse hanno qualche problema i nuovi critici cinematografici. Anche se poi l'argomento caldo del giorno e' l'articolo di Conchita De Gregorio sul film di Sokurov, sei palle!, letto in mezzo alle risate dai colleghi cattivi. Aiuto!
Ma stamane, nella sala dove vidi il secolo scorso "Squadrone bianco" di Genina, sentire tutti questi applausi per il melo stracultissimo di Tom Hooper che ai tempi di Ungari sarebbe stato ricoperto di fischi, mi ha fatto un certo effetto.
Inquadrature acchiappone, musica di Alexandre Desplat da oscar immediato, faccette del povero Redmayne che da maschio dipinge paesaggi danesi con quattro alberi stecchiti e quando si sente donna smette di dipingere e sogna di far la profumiera, Sebastian Koch tinto di nero che fa il dottore tagliatutto per risolvere il problema, quella povera Alicia Vikander, oggi la star numeri uno mondiale, che dipinge quadri terrificanti col marito transgender come modello-a, Matthias Schoenarts con cappottone che si scalda in attesa di ruoli migliori, Amber Heard bonissima come ballerina Ulla e altrettanto come fidanzatina dello scoppiatissimo Johnny Depp, fanno di questo biopic con trasformazione alla Stephen Hawking, un'opera cultissima, che rivalutiamo magari come transmelo per i motivi opposti a quelli della critica locale. Ma che vediamo con gran divertimento, in tutti i casi.
Francofonia - Il Louvre sotto occupazione
Nella Copenhage del 1926, Gerda, la bellissima Vikander, e' una ritrattista modesta, mentre suo marito Eiran Wegener, come il regista del"Golem", cioe' Redmayne, e' un paesaggista di fama (dipinge sempre quattro alberi stecchiti). Lei sogna di diventare una grande artista e usa il marito come modello femminile.
Non lo doveva fare. Cosi' Einar. Svela la creatività della moglie, ma tira fuori dal di dentro la sua femminilità e perde una virilità che in questo festival, palle di Sokurov a parte, sembrano possedere solo i personaggi femminili. Cosi' diventa la fragile Lili. Una Lili che smette di dipingere alberi stecchiti e sogna non la creatività da artista femmina, ma solo la femminilita' del corpo come la pensano i maschi.
Francofonia - Il Louvre sotto occupazione
Questo e' l'aspetto più interessante del film. Così la situazione si ribalta. Gerda diventa una pittrice celebre coi ritratti di Lilli e Einar scompare per far spazio a Lili. Il resto con le operazioni e il melo lacrimoso ve lo vedete al cinema. Si vede, per carità, vincerà pure dieci oscar, ma con tutta la buona volontà non riesco a farmelo piacere. Magari sono piu' vecchio di Sokurov e il tempo per me non passa lento come in Russia. Magari voglio solo vedere un film che non ammicca cosi' tanto.
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