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Arianna Finos per “la Repubblica”
Festival di Roma anno zero. «Buongiorno presidente, come va?». «La salute bene, grazie», risponde Paolo Ferrari con voce triste e gentile. L’ormai ex presidente della Fondazione Cinema per Roma smentisce di aver subito sollecitazioni a dimettersi. Ma la volontà di fare tabula rasa, ripartendo con nuovi nomi e progetti è stata espressa fuori e dentro gli appuntamenti istituzionali — l’ultima riunione del Cda di metà dicembre e l’assemblea dei soci della Fondazione, lunedì scorso. In questi giorni stanno partendo le lettere di commiato. Tra queste ci sarà anche quella di Ferrari, la cui carica di presidente della Fondazione scadrebbe tra un anno.
«Nessuno mi ha chiesto niente, ma l’avevo già deciso. È giusto che ci sia un gruppo nuovo, una nuova organizzazione e faccio un passo indietro. Lasciamo tre anni di bilancio in pareggio o positivi ». Lo è stata anche la sua esperienza: «Venivo da un percorso monocorde nelle major, Metro Goldwyn- Mayer, Columbia, Warner. Anche perciò applaudo la scelta di potenziare il mercato a Roma».
Il Consiglio di amministrazione si scioglierà quindi prima della scadenza di marzo, anche perché formati da membri espressi in epoche diverse (Alemanno-Polverini) o da enti, come la Provincia, spariti. Cooptato nel cda Cinecittà Luce (in rappresentanza del Ministero dei Beni culturali) e riassestati i fondi (via quelli della Provincia, quasi dimezzati quelli di Camera di Commercio) il Festival 2015 potrà contare su 4,1 milioni di finanziamenti, più il milione e mezzo destinato al mercato (erogato dal Ministero dello sviluppo) e il milione da Bnl. Ma c’è pochissimo tempo, il Festival di Berlino incalza e serve un direttore artistico da mandare a caccia di film.
Nomi. Per la carica di presidente della Fondazione è circolato il nome dell’ex assessore della giunta Alemanno, Umberto Croppi. Escluso il ritorno di Goffredo Bettini, o un coinvolgimento di Walter Veltroni. Sul fronte artistico, sarebbero disponibili Mario Sesti e Carlo Freccero (si parla anche di Antonio Monda). A dispetto delle risorse e della crisi, l’idea è di un festival-ponte con Hollywood e il mercato. Posizionato a metà ottobre e poi spalmato in una serie di anteprime tutto l’anno.
Coinvolgendo di più la città: non solo Auditorium, ma anche la Casa del cinema gestita da Giorgio Gosetti (coproduzioni e progetti con il Centro sperimentale) e l’area di Via Veneto. Sale del centro e spazi di periferia. L’idea è una Festa (potrebbe restare il premio del pubblico) accompagnata da un mercato per i nostri film e serie tv. Perde colpi l’ipotesi di accorpare il Roma Fiction Fest: a metà ottobre attori e creatori delle grandi serie sono impegnati sui set. Resterà, autonoma la sezione Alice nella Città , piccola roccaforte di successo uscita indenne da crisi e polemiche.
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