DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
“Ma vaffanculo va!”. “Chi ti sembro?”- “Un ricchione”. “Papà! Anche tu gay?!”. “Cosa tiene fra le gambe, una vongola?”. Arieccoli Massimo Boldi e Christian De Sica, la coppia protagonista di tanti cinepanettoni di nuovo insieme dopo 13 anni in un film, Amici come prima, diretto dallo stesso Christian, ma la regia tecnica è del figlio Brando De Sica, con un soggetto e una sceneggiatura firmati dai loro vecchi collaboratori Fausto Brizzi e Marco Martani, assieme a Alessandro Bardani, Edoardo Falcone e lo stesso Christian.
Non produce più Aurelio De Laurentiis, né la Wildside, dove il progetto era nato, ma la Indiana. Si ride quando vediamo Massimo Boldi con la parrucchetta ancora arzillo dietro alle signorine armato pure di pompetta come Berlusconi, ma a tre velocità, c’è pure quella “trapanazione”. E si ride con Christian De Sica truccato da badante del vecchio satiro, un po’ Crudelia De Mon un po’ Glen Close un po’ Totò quando fa la donna in Totò Diabolicus.
Ovvio che lui, il vecchio satiro, in carrozzella solo perché è pigro, si innamori della badante oversize. Come insegna il mondo della commedia. Lei/lui un po’ si nega di fronte alle proposte più scandolose, “Non gliela faccio! Non gliela faccio!”, un po’ fa la civetta. Ma grande è il desiderio di tornare per entrambi ai bei tempi dorati della coppia Boldi-De Sica, alle scene di sodomia sotto la doccia, anche se qui, dopo anni, è Boldi che spinge e De Sica quello che riceve, alle situazioni ambigue, “Cosa è quella roba lì?” chiede Boldi di fronte a una mal celata erezione della “badante” De Sica eccitato da una bona nella sauna. “Un’ernia collassata…”.
Ma assistiamo anche a una sorta di canto del berlusconismo più meneghino, con un Boldi che erano anni che non si sfogava così tanto in milanese, e, guarda un po’, abita in una delle vere ville di Berlusconi, Villa Cernobbio. C’è tutto, le olgettine, la follia da cavalier pompetta e il sesso in testa come chiodo fisso, ma anche un po’ degli anni della pulitura dei cessi di Poggio Bustone, raccontato con una frenesia anarchica antileghista che punta decisamente alla liberazione dei “culi” (non lo dico io, si sente nel film: “ma sei culo?”), dei trans, di tutti i diversi.
AMICI COME PRIMA - BOLDI E DE SICA
Al punto che Boldi e De Sica si troveranno liberi e felici solo nel baracchino che vende wurstel di fronte a San Siro in mezzo a veri trans milanesi molto agées e molto navigati. Come se fossimo in un vecchio film di Pozzetto. Se De Sica si libera travestendosi da badante con l’aiuto del suo vice Maurizio casagrande (bravissimo) per mantenere la famiglia dopo che ha perso il posto di direttore in un albergone del padrone Boldi, a sua volta Boldi trova nella badante la forza per ribellarsi al capitalismo globale voluto dalla figlia, Regina Orioli che fa la milanese cattiva.
Del resto proprio lei ha tolto a De Sica il suo posto di lavoro. E il poveretto non solo si è trovato mille porte chiuse col ritornello “Lei è molto qualificato, ma è troppo vecchio”, ma ha pure perso gran parte dei soldi del TFR, volati via in un lifting sbagliato della suocera, poi colpita da semiparesi, nelle follie della moglie, Lunetta Savinio, che si sente ancora rampante, nel produrre video e dischi del figlio rapper gay che non si decide a fare outing. “Gay… moderno!” dirà Christian citando una sua vecchia e celebre battuta di Vacanze di Natale. La vendetta dei due “troppo vecchi” per far parte attiva di questa società, sarà contro ogni regola e soprattutto contro ogni donna. Mai visto un film così pieno di “vattelapigliànel..” o “mavaffanculova” contro ogni donna che passa.
Sembra una sorta di mantra liberatorio che i due protagonisti lanciano dallo schermo agli spettatori maschi schiavi da troppi anni di mogli, badanti e figlie petulanti. Roba del secolo scorso. Diciamo. Anticaglia. Ma fa parte, mi sembra, dell’anima più anarchica e liberatoria del film, di machismo old style a suo modo già ridicolo mentre le battute vengono dette, scatenato da Boldi in carrozzella pronto a riprendersi la sua vita e da De Sica truccato da donna pronto a liberare la parte femminile che è in lui e nel figlio. Al punto che la scena madre vedrà il figlio dire al padre “Papà, anche tu gay?”.
AMICI COME PRIMA - SCENA DEL FILM .jpg
Un delirio. Dopo anni di cinepanettoni di precinepanettoni e di postcinepanettoni, devo dire che non mi aspettavo qualcosa di simile. E non mi aspettavo l’omaggio al berlusconismo libertario e anarchico. Era tanto che non si vedevano Boldi e Christian così divertenti e in forma, soprattutto assieme. E anche se il film è volgaruccio (beh…), pieno di riferimenti a pompe di ogni tipo (“non gliela faccio”non gliela faccio”, appunto), pieno di rimandi al mondo di Canale 5 (che malinconia…), perfino di inutili cammei come quello di Facchinetti.
AMICI COME PRIMA - SCENA DEL FILM
Sì. Manca alla regia sia la perfezione da slapstick di Neri Parenti sia le costruzioni matematiche da commedia di Carlo Vanzina, ma il film non solo ci stupisce, ci riporta dritti a un mondo decisamente più scatenato e allegro che abbiamo conosciuto prima di Renzi e Salvini. “Spinga!” – “Spinga ar cazzo!”. In sala dal 19 dicembre. Proprio un film natalizio.
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