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ANCHE FIORELLO SI E’ STANCATO DEI POMERIGGI DELL’ORRORE-TRASH IN TV - MENTRE BARBARA D’URSO SI DIFENDE DALLE ACCUSE, LO SHOWMAN SBOTTA: “BASTA CRONACA NERA NEI TALK, LASCIAMOLA AI TG” - LA PROPOSTA RACCOGLIE I PRIMI SÌ - RAI1: "PIENA SINTONIA" - MEDIASET: "MA NIENTE CENSURE" - VIDEO

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Massimiliano Castellani per ''Avvenire''

 

BARBARA D'URSOBARBARA D'URSO

L' ideale, Avvenire lo sostiene da tempo, sarebbe un infotainment fatta essenzialmente di buone notizie o ancora meglio, di storie esemplari di vita. Ora, all' ultimo "spottino" (un video caricato su uno smartphone) di Rosario Fiorello in cui invoca la «fine della cronaca nera in tv», qualcuno storcerà il naso dinanzi al 56enne showman siciliano e magari penserà che si comporta come quella gente «che dà buoni consigli quando non può dare il cattivo esempio».

 

In realtà Fiorello avverte "umilmente": «Io sono nessuno e lavoro in tv quando ne ho l' opportunità. Non voglio criticare il lavoro degli altri o le scelte editoriali delle reti, ma vorrei porre uno spunto di riflessione». Intervento legittimo da parte del vincitore dell' ultima edizione del premio "È giornalismo", nonché titolare dell' Edicola Fiore, fortunato programma di intrattenimento e rassegna stampa mattutina (andato in onda fino al dicembre scorso su Tv8).

 

EDICOLA FIORELLOEDICOLA FIORELLO

«Basta cronaca nera in tv a tutte le ore del giorno con schizzi di sangue e collegamenti dalle case dell' orrore che non fanno altro che spaventare i bambini e anziani e scatenare fenomeni di emulazione. Di questi casi si occupino i tg e la magistratura e non i rotocalchi», tuona il solito pirotecnico Fiorello, che non fa nomi e non punta il dito su trasmissioni specifiche, però ogni riferimento ai canali generalisti, servizio pubblico compreso, ci pare tutt' altro che casuale.

 

BARBARA D'URSOBARBARA D'URSO

«Massima stima per lo straordinario uomo di spettacolo Rosario Fiorello e legittimo anche lo spunto di riflessione che ci offre, però da giornalista fatico ad immaginare una tv veramente moderna che rinunci a dare notizie di cronaca nera o censuri qualora queste siano le più cruente possibili.

 

Nelle scuole di giornalismo si studia la trama del romanzo di Truman Capote A sangue freddo e il quadruplice omicidio della famiglia Clutter è un testo che insegna a saper leggere le notizie, a darne il giusto risalto, mantenendo un aspetto oggettivo e critico che possa essere d' aiuto a fare comprendere al pubblico la realtà e magari ad arrivare alla verità», interviene il direttore di Videonews Claudio Brachino responsabile delle testate di informazione all' interno dei programmi Mediaset Mattino Cinque Pomeriggio Cinque Quarto Grado Il terzo indizio.

 

Tutti contenitori in cui non mancano certo (specie in Quarto Grado) gli approfondimenti sui crimini e gli omicidi più noti ed efferati. «L' abolizione di questo tipo di informazione oltre che impossibile sarebbe anche sbagliata. Ciò che va fatto semmai è un accurato lavoro deontologico.

 

FIORELLO MELOCCAROFIORELLO MELOCCARO

I servizi Mediaset per esempio non hanno dato nessun tipo di indizio di riconoscibilità dei minori che hanno massacrato i genitori di Ferrara. E un caso del genere, come molti altri analoghi, va trattato anche tenendo conto delle fasce orarie». Sulle fasce pomeridiane, quelle più a rischio di presenza di telespettatori minori, Fiorello ricorda: «Una volta si faceva gossip, si sorrideva di Briatore o della Tatangelo... Parlate di libri, parlate di storia. Non potete ammorbare il pubblico per ore con dettagli di cronaca nera. I bambini si spaventano, la mia mamma è terrorizzata». Scenario di un Paese, mediaticamente inflazionato da "mostri" fuori e dentro l' etere, sul quale Brachino tiene a sottolineare: «Dieci anni fa venivamo criticati per il troppo gossip, spesso ci sentiamo dire che c' è un eccesso di politica... Ma accogliamo favorevolmente l' invito di Fiorello come stimolo a fare sempre meglio il nostro dovere ».

 

claudio brachino con la moglie barbaraclaudio brachino con la moglie barbara

È un dovere, anche morale, quello che la Rai ha preso, specie con la presidenza di Antonio Campo Dall' Orto, per cercare di sfoltire gli spazi intasati dalla cronaca nera. «Siamo in piena sintonia con il pensiero di Fiorello, fermo restando che non si può pensare di eliminare in toto la cronaca nera - commenta il direttore di Rai 1 Andrea Fabiano - . La Rai da un anno a questa parte ha mantenuto fede alla volontà di ridurre i tempi delle trasmissioni dedicate a un genere come quello dei crimini e dei mi- sfatti, che peraltro personalmente non mi appassiona, anzi.

 

E oltre a un miglior "dosaggio" informativo, abbiamo provveduto ad adottare modalità che garantissero un approccio qualitativo delle notizie e che tenesse conto delle diverse sensibilità del pubblico. I nostri obiettivi in tal senso sono: evitare "scivolate" e ogni forma di voyeurismo, trattare caso per caso approfondendo le fonti e nel massimo rispetto delle persone coinvolte. Cerchiamo anche di condannare quando è necessario stando attenti a non confondere mai i piani del bene e del male. Il tutto anche per non mettere a rischio il lavoro serio sia di informazione che di sensibilizzazione (vedi campagne contro il femminicidio e ogni forma di violenza) che vedono la Rai sempre in prima linea».

 

L' universo televisivo sembra aver accolto al meglio l' invito di Fiorello per tentare, quanto meno, di frenare il fenomeno.

CAMPO DALL'ORTOCAMPO DALL'ORTO

 

«Meglio tardi che mai», chiosa Giorgio Simonelli, critico televisivo e docente di Storia della radio e della televisione all' Università Cattolica di Milano. «Fiorello ha fatto benissimo a dire basta a un eccesso, una deriva che persevera da anni sul piccolo schermo, servizio pubblico compreso. Il dramma è che non ce ne accorgiamo neppure più...

 

È in atto una "normalizzazione" della presenza costante e invadente del crimine in tv. E non è vero che si fa approfondimento, per lo più si tratta di "sfrucugliamento" che genera assuefazione nello spettatore. In Italia - conclude - non si verificano più fatti di sangue rispetto alla media europea, anzi, ma posso assicurare che le nostre reti dedicano a queste storiacce il doppio delle ore di trasmissione rispetto a Francia o Germania. E chi asserisce il contrario, dice il falso e commette un "crimine"».

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