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Carlo Moretti per "la Repubblica"
Aveva una voce potente e baritonale, Francesco Di Giacomo, era come un inconfondibile sigillo sulla musica del Banco del Mutuo Soccorso, una delle più importanti band del rock progressivo, non solo italiano. Di Giacomo è morto ieri a 66 anni. Il cantante, che era nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, è stato colpito da un infarto intorno alle 18 mentre si trovava alla guida della sua auto nei pressi di Zagarolo, dove viveva con la compagna Antonella.
Di Giacomo ha sbandato invadendo l'altra corsia e scontrandosi con una vettura che proveniva in senso contrario, il cui autista non ha riportato ferite gravi. Trasportato in ambulanza all'ospedale di Palestrina, Di Giacomo vi è giunto morto. Il magistrato ha ordinato l'autopsia che si terrà oggi a Roma.
Di Giacomo arrivò nel Banco nel 1971. E riuscì a far valere il suo unico strumento, la voce, in un gruppo di grandi virtuosi strumentisti, a cominciare dai fratelli Vittorio e Gianni Nocenzi alle tastiere, da Pierluigi Calderoli alla batteria e da Rodolfo Maltese alle chitarre.
E poi Di Giacomo aveva aggiunto la sapiente cura nella scrittura dei testi, senza il suo contributo di certo l'album di esordio del 1972 che tutti conoscono come Salvadanaio non avrebbe raggiunto lo stesso incredibile successo. Non passava inosservato Francesco Di Giacomo, e non soltanto per la sua prorompente fisicità .
Il suo carattere poteva apparire burbero ma era piuttosto l'intransigenza di chi continuava a concepire la musica come un'arte, e mai avrebbe ceduto a compromessi mercantilistici: «Non ho mai truccato le carte, se mi rode si vede anche sul palco», ci aveva detto in occasione della riedizione del Salvadanaio per i 40 anni del Banco. Ieri sera Fazio lo ha ricordato durante il Festival di Sanremo.
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