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“IN SINTONIA CON IL NOSTRO MONDO ESTENUATO, L'ATTESA, IL RINVIO E IL FILM DIVENTANO NOIOSI” – FRANCESCO MERLO BOCCIA SENZA APPELLO “HOUSE OF DYNAMITE”, IL FILM DI KATHRYN BIGALOW SU UN ATTACCO NUCLEARE AGLI STATI UNITI: “IL RINVIO DELLA BOMBA TOGLIE L'URGENZA ALLA PAURA E IL CINEMA SI ADEGUA ALL'INDOLENZA MEDIOCRE DEL RINVIO” – “NON È PIÙ TEMPO DI CAPOLAVORI COME ‘IL DOTTOR STRANAMORE’ E ‘OPPENHEIMER’, LA BOMBA ARRIVA ALLA CASA BIANCA COME UN VIDEOGIOCO” – “IL PRESIDENTE È BUONO, DI COLORE E HA UNA MOGLIETTINA TENERISSIMA. PRENDERÀ LA SUA DECISIONE MENTRE…” - VIDEO
Estratto dell'articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica”
House of Dynamite racconta l'attesa del missile atomico, "meno dieci, meno nove, meno otto", ricominciando però a contare da capo ogni volta che si arriva a "meno tre, meno due, e meno uno". Insomma, il film aspetta la bomba-Godot ma non ha un finale, perché al bum lo schermo si oscura e si torna ad aspettare da un altro punto di vista.
Nei paesi del "mondo Netflix" ha avuto 22 milioni di spettatori in un weekend, e si sprecano le frasi fatte, dal "cast stellare" che include Idris Elba, Willa Fitzgerald e Rebecca Ferguson alla regista Kathryn Bigelow che «è all'altezza del suo vecchio Oscar», con un thriller che «forse non è thriller».
idris elba a house of dynamite
Ne parlo perché penso che il successo di questo missile atomico che, come il Vecchio frak di Domenico Modugno, non si sa dove vien né dove va, conferma che l'atomica è attesa, che la si sente arrivare, e che forse c'è persino la voglia rassegnata di affrettare l'Apocalisse, la verità rivelata, il destino, la storia.
Nessuno più chiama la bomba il fungo, il mostro, la catastrofe, e sono diventate fredde e tecniche le rievocazioni di Hiroshima, dell'isola di Bikini e delle esplosioni nell'Artico. Ci sono anonimi scienziati che stanno preparando la devastazione futura con la quale abbiamo la stessa solidarietà che il prigioniero ha con la prigione.
test del missile atomico russo Burevestnik
Putin dice di avere sperimentato il Burevestnik, «l'uccello delle tempeste», che può arrivare dovunque senza essere visto. Trump annuncia la ripresa dei test nucleari. E tutti sanno che la Cina da dieci anni accresce i suoi arsenali come quel leone addormentato che, disse Xi Jinping nel 2014, «quando si sveglierà, farà tremare il mondo».
Il rinvio della bomba toglie l'urgenza alla paura e il cinema si adegua all'indolenza mediocre del rinvio. Non è più tempo di capolavori come Il dottor Stranamore (1964) e Oppenheimer (2023), la bomba rimandata arriva sui desk della Situation Room della Casa Bianca come un videogioco. La traiettoria "suborbitale" (che vorrà dire?) è una linea rossa e le freccette a triangolino a poco a poco svelano il bersaglio: è Chicago, mizzica.
Quanti sarebbero i morti a Chicago? Falliscono i tentativi di abbatterlo e alla Casa Bianca c'è chi vomita, chi piange e chi si rifugia nel bunker. Il film insiste sulla presunta impreparazione degli Stati Uniti all'aggressione e il Pentagono, quello vero, ha vivacemente protestato facendo a House of Dynamite una magnifica pubblicità.
I punti di vista dell'attesa sono tre: quello dei soldati nella base di Fort Greely in Alaska, quello dei generali e dei vertici militari, quello del presidente americano che è buono, di colore e ha una mogliettina tenerissima che salva la vita degli elefanti in Kenya. Il presidente prenderà la sua decisione nel mezzo cielo di un elicottero mentre un grande aereo a forma di pipistrello high tech si leva per contrattaccare non si sa chi. In sintonia con il nostro mondo estenuato, l'attesa, il rinvio e il film diventano noiosi.
a house of dynamite 5
oppenheimer nolan
RUSSIA - MISSILE BUREVESTNIK - L UCCELLO DELLE TEMPESTE
robert oppenheimer progetto manhattan
test del missile atomico russo Burevestnik
a house of dynamite
A House of Dynamite
a house of dynamite 2
a house of dynamite 1
a house of dynamite 4
a house of dynamite
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