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1. FRECCERO VADA A RADIO ALICE, CHE LA RAI SI PIGLIA LINUS
Maurizio Crippa per “il Foglio”
Avrei anche lasciato perdere, Freccero. Ma ha attaccato pure Giovanna Botteri, che ogni volta che la vedo su Rai3 mi sembra di tornare al Village degli anni Settanta e la adoro anche solo per questo tuffo di gioventù.
Però la verità è che Carlo Freccero, famoso nella storia della televisione per aver fatto contro programmazione coi Puffi (cit. del supremo Enrico Ghezzi), ora che è consigliere al profumo di Grillo nel cda Rai fa un po' ridere, un po' tanto, quando se ne va a Radio Onda Rossa (quanto manca prima che provi a rilanciare Radio Alice?)
a dire la qualsiasi sull' emittente pubblica che dovrebbe contribuire a rendere più bella e indipendente che pria. Ma tracce, del suo portentoso lavoro di restauratore, non se ne vedono. Pazienza non gli vadano bene Obama e Renzi, la democrazia non è un Masterchef di gala.
Ma non gli sta bene Campo Dall' Orto, "uomo solo al comando", non gli sta bene Sgarbi per Umberto Eco, non gli vanno bene il glamour, la moda e nemmeno l' infotainment perché gli sembra Vanity Fair, non gli va bene "Linea notte", perché invita "solo quelli del Foglio".
Non è che qui si voglia fare l' elogio di Anzaldi, che è un bacchettone e non sopporta le "terminologie offensive". Ma quando dice: "Non si configura un danno per la Rai?". Be', danni non saprei. Ma se cercavano uno che si intendesse un po' di comunicazione, non è che invece di Freccero potevano nominare, che so, Linus?
2. FRECCERO SBROCCA: LA RAI FA TV PER POVERI
Chiara Pellegrini per “Libero Quotidiano”
Matteo Renzi «un capo di condominio»; Barack Obama «uno che fa il frocio con il culo degli altri», con l' inviata del Tg3 Giovanna Botteri «che sta sempre lì a parlare di "Obama, Obama, Obama" dimenticando la politica estera disgustosa del presidente degli Stati Uniti. Di più. La Casa Bianca prima fa casino e poi interviene nelle crisi mondiali».
Il consigliere di amministrazione Rai, Carlo Freccero, sembra non aver preso favorevolmente le recenti nomine di viale Mazzini.
Lo storico direttore di Raidue ieri, in una lunga intervista a Radio Ondarossa, non le ha mandate a dire, parlando non solo di televisione ma spaziando su più temi, dalla politica estera, alla crisi di Mediaset, sino al ruolo dominante della finanza «che finisce con il limitare e condizionare le sovranità nazionali», quella italiana compresa, sino a definire il presidente del Consiglio «un capo condominio».
Innarrestabile Freccero, fornisce humus fresco per Maurizio Crozza, pronto ad imitarlo sulle frequenze di La7 nella nuova stagione di «Crozza nel paese delle Meraviglie».
carlo freccero con michele santoro, marco travaglio riccardo iacona gad lerner
Se la prende con il neo amministratore delegato della Rai, Antonio Campo Dell' Orto, «un re assoluto, il Consiglio di amministrazione ha solo pochissimi poteri di vigilanza» e aggiunge «è l' impianto renziano che vuole cancellare la intermediazione. Cioè un uomo solo al comando».
Critica anche Carlo Verdelli, nominato dal dg come coordinatore dell' offerta editoriale delle testate Rai, «si è sempre occupato di informazione glamour, pop, e ha dato ottimi risultati, ma non s' è occupato mai di inchiesta». Spara ad alzo zero contro il Tg3, Freccero, e dopo l' attacco alla Botteri filo-obamiana se la prende con gli ospiti di Linea Notte.
«C' è molto Foglio e poco Manifesto - tuona Freccero, che affonda sulla Rai - Oggi è protetta dalla debolezza dei suoi avversari», la sua fortuna «in questo momento è la debolezza dell' avversario», cioè Mediaset, e questo «è molto importante da tener presente».
Il consigliere della Rai, infine, attacca Segreto e le altre soap opera che la televisione pubblica manda in onda. Abbiamo perso il «pubblico borghese» e «guardiamo ormai ai poveri con telenovelas degne delle nazioni meno evolute».
E sull' intervento del consigliere Rai si è espresso il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: le parole di Freccero «denigrano il lavoro dei giornalisti del servizio pubblico, attaccando questa o quella trasmissione o tg, questo o quel cronista, persino usando terminologie offensive a proposito Barack Obama», configurano «un danno per la Rai».
Il segretario della commissione di Vigilanza ha chiesto quindi al cda della Rai di esprimersi a partire dalla presidente «che proviene proprio dai giornalisti della tv», passando per il presidente della Commissione, Roberto Fico del Movimento 5 stelle.
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