DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Un mantello decorato con fiori colorati, occhiali neri fiammeggianti, rossetto e smalto nero e cantando una versione rock italo-inglese maccheronico di Grazie dei Fior. È così che Fiorello fa il suo ingresso sul palco dell'Ariston per il via del 71/o festival di Sanremo. Un po' trasformismo alla Achille Lauro, un po' Cirque du Soleil, il mattatore esordisce marchiando Amadeus con un bacio in fronte.
IBRA
In smoking, la spilla argentata enorme con il suo nome, Zlatan Ibrahimovic entra in scena all'Ariston e, giocando la carta dell'ironia, prova a dettare le regole del 'suo' festival. "Il direttore è Zlatan, me l'ha detto Zlatan. Regola numero uno, il festival sarà di 22 cantanti, 11 contro 11. Regola numero due, il palco non va bene, deve essere 105 metri per 68, come San Siro, sennò il festival è annullato".
AMADEUS E FIORELLO GAG SUL TEATRO VUOTO
Renato Franco per il "Corriere della Sera"
«Quest' anno il cuore batte più forte rispetto all' anno scorso - le prime parole di Amadeus -. Ho fatto questo Festival rispettando ogni norma di sicurezza, pensando a chi vive di musica e di spettacolo, al paese reale che sta lottando per ritrovarsi». Si è acceso così il Sanremo che mai avremmo immaginato di vedere da 70 edizioni a questa parte: le sedie vuote, gli applausi registrati rinforzati da quelli veri dell' orchestra, il conduttore che si fa il segno della croce.
L' alchimia tra Amadeus e Fiorello è rimasta ferma a un anno fa, si intendono con uno sguardo e un bacio in fronte; Amadeus si lancia anche in terreni inesplorati come quelli del musical con risultati francamente sorprendenti, l' atmosfera è da grande varietà retrò come a bilanciare lo scarto tra un pubblico che vuole il conforto di un certo tipo di spettacolo e può invece rimanere spaesato di fronte a molti cantanti in gara, sconosciuti alla grande platea di Rai1.
Amadeus padrone, Fiorello che esce alla distanza.
La sua è la situazione peggiore, perché con gli applausi finti e senza vere risate è dura.
Quindi piuttosto che la strada della comicità spinta preferisce percorrere quella della rassicurazione e della leggerezza. Anche il look anni 50 sembra essere una scelta in questo senso, l' idea di un tempo passato, elegante e senza covid. Che poi è quello che bisogna chiedere al Festival: scordarci per qualche ora quello che c' è fuori. Si rivolge alle sedie vuote: «Voi non avete mai potuto vedere il Festival, occupate da tanti fondoschiena. Una poltrona senza culo è come Zingaretti senza la D' Urso... Amadeus è ancora convinto che il presidente del consiglio è Prodi. Lo sai che è Draghi? È una specie di Merkel con la cravatta, ci guarda con il suo Telefunken».
Con Amadeus sfila l' attrice Matilda De Angelis, la prima co-conduttrice. Il primo ingresso all' Ariston l' aveva fatta piangere («non ho provato un' ansia del genere nemmeno di fronte a Nicole Kidman, è un palco che tira fuori il meglio e il peggio di tutti»). Sicuramente le ha tirato fuori il fiatone, l' emozione che fatichi a trattenere («questo palco ti fa dimenticare tutte quelle cose che sai fare, anche quelle basiche, come produrre saliva»). Poi intorno a mezzanotte (seconda vera apparizione) si scioglie e diventa più spigliata (anche se la lezione sui baci non è che sia così appassionante).
La quota impegno è garantita dall' appello di Amadeus per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente recluso da un anno in Egitto; da Loredana Berté, sul palco con una scarpa rossa, simbolo delle manifestazioni contro i femminicidi; e da Alessia Bonari, l' infermiera la cui foto con il volto segnato dall' uso prolungato della mascherina è stata uno dei simboli della pandemia.
Da San Siro a Sanremo: la carriera ultraterrena di Zlatan Ibrahimovic, uno che si sente Dio, aggiunge un altro Santo alla collezione dei suoi seguaci («i miei non sono follower, sono believer, persone che credono in me», una delle sue zlatanate d' autore). Il senso dello spettacolo non manca certo al fuoriclasse svedese del Milan, che si diverte a fare il profeta con un culto della personalità che però non disdegna affatto l' ironia e l' autoironia («sono iocentrico»).
Anche al Festival si è presentato con la sua posa da statua, 195 centimetri di muscoli e tatuaggi chiusi in un vestito su cui campeggia il logo con il suo nome. «È un onore essere qua - le prime parole di Ibra -, ma anche per te è un onore avermi qui. Su questo palco mi sento piccolo, ma comunque più grande e più potente di te». Insomma gioca a fare il padrone di casa, celentaneggia tra culto della personalità e fede in se stesso. Le pause, il volto da sfinge sempre incazzata, il sorriso perennemente beffardo (non stupirebbe vederlo fare l' attore), detta ad Amadeus le regole del Festival perché tutto deve girare intorno a lui.
L' attesa di oggi è per gli ascolti, ma con una nazione chiusa in casa facile prevedere che Amadeus riesca a battere il se stesso di un anno fa. Ibra - uomo dei record - è qui anche per questo: «Mi è stato detto che il Festival è la cosa più grande che si faccia in Italia, e allora ho risposto "facciamolo". Amadeus mi ha chiamato perché vuole spaccare tutti i record e io mi presento». È fatto così, un po' dio del calcio, un po' dio dell' Auditel.
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