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“GELATO AL CIOCCOLATO? NON C’E’ NESSUN DOPPIO SENSO” – CRISTIANO MALGIOGLIO SMENTISCE PUPO SECONDO CUI IL PEZZO SI RIFERIREBBE A UN’AVVENTURA AMOROSA DI CRISTIANO CON UN BEL MAROCCHINO: “FIGURATEVI SE HO BISOGNO DI ANDARE IN MAROCCO PER TROVARMI COMPAGNIA. STO AL GIOCO PERCHÉ PUPO È UN CARO AMICO, LA STORIA DEL MIO AMANTE MI SA CHE L’HA MESSA IN GIRO PIERACCIONI" - "BONCOMPAGNI MI FECE SENTIRE 'A FAR L’AMORE COMINCIA TU', MI SEMBRAVA UNA FILASTROCCA, RISPOSI: 'QUESTO PEZZO È ORRENDO” – LO STALKING A DE ANDRE’, IL CIUFFO BIONDO (“MI HANNO COPIATO IN TANTI, NON SVELERÒ MAI LA RICETTA”) E LA VOGLIA DI ESSERE UN PINGUINO: “PARE CHE SIANO TUTTI OMOSESSUALI” – VIDEO

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Giovanna Cavalli per corriere.it - Estratti

 

La verità definitiva su «Gelato al cioccolato»: il doppio senso c’è o no?

«Nooo».

 

Allora chi se l’è inventato?

cristiano malgioglio

«Ma che ne so io!» salta su Cristiano Malgioglio, cantante, paroliere, personaggio tv, autore del testo. Secondo Pupo, che ha composto la musica e l’ha cantato, il pezzo non parla di un cremino, ma di un’avventura amorosa di Cristiano con un bel marocchino («Pensi come mi posso sentire, ora che lo so»).

 

Sicuro?

«Amore, figurati se ho bisogno di andare in Marocco per trovarmi compagnia. Sto al gioco perché Pupo è un caro amico, simpatico, fantasioso, piace tanto nei Paesi dell’Est, però a me di diritti d’autore non mi arriva un cacchio da Russia e Kazakistan. Dice pure che è la canzone preferita di Putin».

 

«Dolce un po’ salato».

«Mi chiamò il suo discografico Freddy Naggiar: “Ho qui un ragazzo, vorrei chiamarlo Pupo”. “Bupo?”. “Sì. Scrivigli una canzone fresca”. Torno a casa, mi viene voglia di budino al cioccolato, lo preparo. La governante aveva scambiato i barattoli di sale e zucchero. Ed è venuto “dolce un po’ salato”. La storia del mio amante mi sa che l’ha messa in giro Pieraccioni».

PUPO E IL POKER

 

Sarà.

«Mi era già successo con L’importante è finire, che festeggia 50 anni. Fu censurata alla radio da certi bigotti. Mamma mi sgridò: “Che schifezza hai scritto?”. Poi la lesse e la trovò bellissima. Ci vedevano chissà cosa, mi vergogno pure a dirlo. Invece racconta di due che si lasciano facendo l’amore, oggi è un classico, Mina quando l’ha sentita è impazzita».

 

Anche «Ancora, ancora, ancora» fece scandalo.

cristiano malgioglio

«Ero avanti. Per Amanda Lear scrissi Ho fatto l’amore con me. Per Raffaella Carrà, Boncompagni mi fece sentire A far l’amore comincia tu, mi sembrava una filastrocca, risposi: “Questo pezzo è orrendo”. Preferii fare Forte, forte, forte, anche lì c’è erotismo. Non compongo con la testa di un uomo, ma di una donna».

 

Con Califano.

«Insisteva: “Dobbiamo lavorare insieme”. “Franco, tu non hai bisogno di me”. Aveva grande ammirazione».

Per Celentano.

«Arrivò in studio, si sedette e cantò le parole, ma con una melodia completamente diversa, era un’altra canzone, non la mia. Lo ascoltai rapito, per me poteva fare tutto».

 

A Julio Iglesias disse no.

«Voleva che traducessi il testo. “Io creo, non traduco”. E poi non mi piaceva la sua voce. Roberto Carlos invece era pazzo di me, mi lasciò libero e venne fuori quel capolavoro di Testarda io. Se dopo tanti anni sono ancora qui in prima fila, significa che me lo sono meritato. Sono sempre stato diverso, quante porte in faccia ho preso».

bianca balti cristiano malgioglio

 

Carmen Miranda.

«Se sono gay è per lei. Papà portò un suo disco da Madrid, la copertina era tutta colorata, lei aveva in testa manghi e banane. La imitai, ballando con le scarpe di mamma e una corona di fichi d’india. Si aggrovigliarono ai capelli e dovetti tagliarli».

L’incontro con Mina.

«Avevo fatto una testa così a Dori Ghezzi perché le parlasse di me. Un giorno la vidi per caso a Milano, circondata dai fotografi. Alta, bellissima, la pelle di burro, un vestito a fiori. Mi aggrappai alla sua gonna. “Ti prego, ascoltami, sono l’amico di Dori”. “Vieni domani alle 9 alla Pdu”».

 

Suonò al campanello.

«E mi aprì lei. “Sono le 9, sei in ritardo. Bisogna sempre arrivare 5 minuti prima”. Agitatissimo, presi una chitarra, ma non sapevo suonare. Lei rise. Mi feci coraggio. “Cara, non ti preoccupare, per te scriverò una bella canzone”».

«L’importante è finire».

bianca balti cristiano malgioglio

«Ero a Parigi. La buttai giù in un attimo. Chiesi a Vecchioni di farmi la musica. “Troppo seria”. Roberto non era mica quello di oggi, scriveva canzoncine allegre tipo Donna felicità e Singapore».

 

Una vita sulle zeppe.

«Dieci centimetri. Mina mi chiamava “Tacco d’oro”».

Tampinò De André.

«Vivevo a Genova da mia sorella. Volevo fare l’attore, ma Zeffirelli mi scartò per Fratello Sole, Sorella Luna. Lavoravo alla posta, arrivavano un sacco lettere per Gino Paoli, speravo di incontrarlo però non veniva mai. Quando avevo 15 anni ero pieno di brufoli, mi chiudevo in camera e ascoltavo le sue canzoni, Ora non lo sopporto, spengo, mi ricorda quei giorni tristi».

 

Torniamo indietro.

cristiano malgioglio copia

«De André dormiva sempre. Ero il suo stalker. Ogni giorno suonavo alla porta, apriva una strega di domestica. “Il signore riposa”. Un pomeriggio sulla soglia apparve lui, con i capelli sugli occhi. Si accese una sigaretta. Gli porsi i fogli con i miei testi. “Sei troppo originale, ma vieni con me a Milano”. “Non ho una lira per il treno”. Mi pagò il biglietto e mi diede dei soldi, andai in una pensione a una stella, quella delle prostitute, mica lo sapevo».

 

Tanta gavetta. Il momento più deprimente.

«Quando avvisai le mie sorelle: “Stasera sono in tv”. Invece mi tagliarono. Arbore protestò: “Era l’unico originale”. Ho studiato anche danza classica, sulle punte ero stupendo. Altrimenti mi sarebbe piaciuto fare l’ostetrico».

 

Il luogo o il momento più strano in cui ha composto.

«Su un volo, c’era una grossa turbolenza, sembrava l’aereo più pazzo del mondo. L’altro giorno ho fatto i complimenti a Eros Ramazzotti per la nuova canzone. Mi ha ringraziato: “Detto da te che hai scritto cose meravigliose”. Ma anche cose bruttissime, sono onesto».

cristiano malgioglio

«Mi sono innamorato di tuo marito». È successo?

«Con una mia amica, ma non ho avuto il coraggio di portarglielo via. Si rubano i fidanzati, non i mariti».

 

Il ciuffo fu uno sbaglio.

«Volevo schiarirmi appena, non mi accorsi che l’acqua ossigenata era a 30 volumi. Ero al telefono con mamma, mentre tenevo la pappetta sulle ciocche. Quando ho sciacquato, ero arancione come un caco. Ci ho messo una settimana a tornare normale. Sophia Loren mi disse: “Ti ho visto in tv, il biondo ti porterà fortuna”. Mi hanno copiato in tanti, ma poi perdono i capelli, i miei sono forti, non svelerò mai la ricetta. Mi sento sensuale come Naomi Campbell, fiero di essere come sono. Ai ragazzi che si sentono discriminati dico: “Fregatevene, andate a testa alta”».

 

Cher.

«Avevo scritto un testo per lei, ma Sonny Bono quel giorno era rauco, non se ne fece niente. La intervistai anni fa, la sala piena, lei aspettava me: “Where is Cristiano?”».

cristiano malgioglio

Jennifer Lopez.

«A Sanremo le mandai rose bianche, fece la foto solo con me. Se non avessi voluto tatuarmi il suo autografo, non avrei scoperto il melanoma e oggi forse non sarei qui».

Lady Gaga.

«Voleva un gelato per la gola secca, le diedi il mio ghiacciolo leccato. La più grande».

 

 

«Ho cinque pezzi pronti, uno più bello dell’altro. E un progetto con Carla Bruni, scrive divinamente bene».

Il più imitato: si diverte?

«Con Max Giusti rido come se quello non fossi io, altrimenti lo prenderei a ciabattate in testa».

cristiano malgioglio con il fidanzato turco onur

 

Quante volte si è innamorato sul serio?

«Quattro. Sono come Messalina. Li abbandono sempre io, per paura che mi lascino. Menomale, a quest’ora sarei sposato con uno della mia età che prende le pillole».

 

Di una donna?

«Sì, Maria Schneider, una storia platonica, mi chiamava “marituzzo mio”. Al suo funerale non sono andato, mi si spaccava il cuore».

 

Fedele poco.

«Per niente. La vita è una sola, bisogna divertirsi. Vorrei essere un pinguino, si dice che sono tutti omosessuali».

Sta sempre con Onur, il suo fidanzato turco?

«Sì. Ma l’amore è una carezza, è andare al mare, non solo sesso sotto le coperte».

 

C’è anche quello.

«Mica ne parlo qui».

 

(…)

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