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Francesco Persili per Dagospia
"Ma te poi presentà dal Papa con gli zoccoli?” La vignetta sulle scarpe della Boldrini è già negli annali della satira anche se il suo “bersaglio” preferito rimane Gentiloni: “Il premier e Renzi si ammazzano dalle risate con le mie creazioni ma anche Giorgia Meloni e Di Maio si divertono moltissimo”. Il nuovo Pasquino del web, Federico Palmaroli, ideatore della pagina Facebook “Le più belle frasi di Osho” seguita da oltre 630mila followers racconta a Dagospia il fenomeno social del momento.
“E’ nato tutto casualmente più di 2 anni fa, ho aperto questa pagina sul web e da allora la cosa mi è leggermente sfuggita di mano”. Motti di spirito e modi di dire folgoranti che campeggiano su una foto del santone indiano Osho trasfigurato nella parodia di Palmaroli in una sorta di para-guru alla vaccinara che tutto dissacra con la battuta in romanesco dall’effetto comico garantito.
In questa notte di afa e zanzare sul Lungotevere, il papà di Osho passa in rassegna le pagine migliori del suo (terzo) libro che colleziona le foto con didascalie che hanno spopolato sul web, ironizza sulla voce della Boldrini paragonata all’improbabile hostess di “Pappa e Ciccia” e si scatena sull’immagine di Trump che finge stupore davanti a Gentiloni: “Come hai detto che ti chiami?”.
Palmaroli, che in passato ha votato a destra e l’anno scorso ha scelto la Raggi come sindaco, non rinnega nulla ma non vuole essere trascinato nella polemica politica. Oggi rivendica il suo essere "non allineato" e racconta dell’incontro con Gentiloni a Palazzo Chigi. “La prima cosa che gli ho detto? Mi so’ venuto a ripijà i Ringo... E’ stato molto simpatico. A un certo punto è comparsa anche la Boschi. Ero un po’ titubante. In passato con lei ci ero andato giù pesante. E’ stata un po’ freddina, ha solo detto: “E adesso gli facciamo scrivere anche i discorsi?”
Un outsider appassionato di letteratura futurista e di Marinetti cresciuto tra “deliziose fanciullaggini” lontano dai salotti della cultura dominante, il Pasquino del web dice di apprezzare Giorgia Meloni (“Simpaticissima e preparata”), battezza la parola peggiore dei nostri tempi (“Apericena”) e si definisce estraneo alla visione del “comico moralista” molto in voga in Francia. “Ho sempre amato le parodie, da “La pallottola spuntata” a “L’aereo più pazzo del mondo”. I suoi riferimenti cinematografici spaziano da Mel Brooks a Alberto Sordi fino a Carlo Verdone.
Tifa Lazio, ha dedicato una vignetta all’addio di Totti (“Mo’ devi cercà de reagì”), ma tiene il pallone lontano dall’universo del suo Osho: “Sul calcio evito, a volte è meglio schierarsi politicamente che calcisticamente”. Resta il sesso. “Volete sapere se Osho scopa?” La satira di Palmaroli si fa tagliente sull’ansia da prestazione social e sull’angoscia che solo uno smartphone con la batteria scarica può provocare. “La ricerca del punto G è stata sostituita da quella del punto Giga”. Iperconnessi e alienati: “I giga sono diventati il male del secolo. Parafrasando Battisti si può dire: “Al 21 del mese i nostri giga erano già finiti”…
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