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CANNES STELLARE! – GEORGE LUCAS È STATO ACCOLTO DA ROCKSTAR SULLA CROISETTE. IL REGISTA, CHE RICEVERÀ LA PALMA D’ORO ALLA CARRIERA, RICORDA: “NON RIUSCII A OTTENERE I DIRITTI PER ‘FLASH GORDON’ COSÌ MI INVENTAI ‘GUERRE STELLARI’. ALL'EPOCA NON VOLEVAMO FARE SOLDI MA FARE CINEMA, A HOLLYWOOD ERAVANO PRONTO A RISCHIARE, ORA NON SO PIU’…” –  VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Chiara Ugolini per www.repubblica.it

 

george lucas a cannes 3

Un gruppo di rivoluzionari del cinema con molte idee, ma soprattutto una: «Non volevamo fare soldi ma fare cinema. È stata un’epoca magnifica, c’era un ricambio tra i vecchi studi che avevano fondato Hollywood e noi, pronti a rischiare». Il rischio ha pagato: George Lucas è diventato uno dei protagonisti della Nuova Hollywood, il movimento che ha rinnovato il cinema americano immergendolo nel contesto politico e sociale degli ultimi anni 60 e di tutti i 70.

 

Sceneggiatore, regista, produttore, 80 anni da pochi giorni Lucas, maestro di saghe come Star Wars e Indiana Jones, riceve la Palma d’oro alla carriera nel corso della cerimonia di chiusura del Festival ma il giorno prima ha regalato un lungo incontro a un pubblico entusiasta che lo ha salutato con tre minuti di standing ovation. «È un grande onore, ma c’è anche un po’ di nostalgia a essere qui, dove venni cinquant’anni fa con il mio primo film, THX 1138, ci infilammo di nascosto alla proiezione senza aver capito che era prevista anche una conferenza stampa».

 

george lucas a cannes 2

[…]  Racconta la fascinazione dello schermo, «vengo da una piccola città del centro California (Modesto, ndr) dove non si vedevano film stranieri: c’erano due sale, una dava i B-movie tipo Roger Corman, l’altra i film di Hollywood, noi prendevamo la macchina per cercare i film di avanguardia. Lì ho capito cosa volevo fare e sono andato alla scuola di cinema». Una borsa di studio lo porta sul set di Sulle ali dell’arcobaleno a collaborare con Francis Ford Coppola, «eravamo gli unici ad avere meno di sessant’anni, diventammo amici facendo film e bevendo birra».

 

Parla della fondazione dello studio di produzione Zoetrope e dei primi successi a partire da American graffiti che definisce «una commedia per ragazzi con molta musica». «Da giovane — spiega — ero ossessionato dalle macchine, ho fatto tante corse ma una settimana prima del diploma ho avuto un incidente e sono finito in ospedale: lì ho realizzato che se non sei un ottimo pilota è meglio mollare. Mi sono dato al cinema, alla prima di American graffiti il pubblico è impazzito. Lo avevano fatto uscire in sole 32 sale poi ha incassato 100 milioni».

 

 

carrie fisher e george lucas sul set

Il suo sogno era adattare Flash Gordon, il fumetto che leggeva da ragazzo, ma i diritti non erano disponibili. Allora si mette a scrivere la “sua” storia di fantascienza, che diventa troppo lunga per un solo film: «Nel contratto feci mettere i diritti per i sequel e la licenza sul merchandising, di cui all’epoca nessuno sapeva niente. Facemmo stampare t-shirt e poster e per venderli girammo tutti i raduni di appassionati». Nasceva il mito di Star Wars.

 

«Ora — conclude — non so più com’è Hollywood, sono in pensione da dieci anni. So che il nostro obiettivo non era fare soldi ma fare film e il segreto è la perseveranza. Sono convinto che ogni filmmaker abbia il diritto di fare il film che vuole, odio i focus group e le proiezioni test. Pensiamo a Michelangelo, che dopo sei mesi scende dall’impalcatura della Cappella Sistina e dice “la rifacciamo”».

steven spielberg e george lucasgeorge lucas a cannesgeorge lucas a cannes 5George Lucas sul set george lucas a cannes 1george lucas a cannes 4alec guinness e george lucas sul set