gigi proietti

“DI PROIETTI NON CE NE SARANNO PIÙ” - PIPPO BAUDO SI COMMUOVE PER LA MORTE DI GIGI: “AVEVA UNA CAPACITÀ TECNICA MA ANCHE FISICA ECCEZIONALI. E POI COME RACCONTAVA LE BARZELLETTE LUI, NESSUNO” - “LA COSA PIÙ BELLA DA RACCONTARE È COME È NATO ARTISTICAMENTE. ERA IL 1970. GARINEI E GIOVANNINI STAVANO PROVANDO 'ALLELUJA BRAVA GENTE' CON RASCEL E MODUGNO. A UN CERTO PUNTO RASCEL LITIGÒ CON MODUGNO CHE…”

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Renato Franco per www.corriere.it

PIPPO BAUDO E GIGI PROIETTI

 

«Ho tanti ricordi, abbiamo fatto tante cose insieme. Sono turbato, molto turbato. Sapevo che stava male da tempo...». Pippo Baudo ha la voce rotta, stanca. Con la morte di Gigi Proietti se ne è andato un pezzo anche della sua giovinezza.

 

Qual è il primo ricordo che le viene in mente?

«La cosa più bella da raccontare è come è nato Gigi artisticamente. Era il 1970. Garinei e Giovannini stavano provando Alleluja brava gente con Rascel e Modugno. A un certo punto Rascel litigò con Modugno che decise di abbandonare lo spettacolo. Arrangiatevi, disse. Rascel era felicissimo di rimanere senza un concorrente che lo potesse oscurare.

 

 

RENATO RASCEL GIGI PROIETTI

 

Per sostituire Modugno invitarono questo giovane attore che faceva uno spettacolo molto applaudito al Teatro delle Muse a Roma. Rascel accettò subito pensando di mangiarselo. E invece quando andò in scena la prima ci accorgemmo tutti che il dominatore assoluto era questo principiante, questo debuttante. Subito dopo lo spettacolo sono andato in camerino e l’ho portato a Fantastico».

RENATO RASCEL GIGI PROIETTI 1

 

Si capiva subito che era di un altro livello...

«Gigi veniva una settimana sì e una settimana no, si alternava niente meno che con Monica Vitti. Che tempi, che artisti, che gente».

 

Se si potesse riassume tutta la sua sconfinata bravura in uno spettacolo?

GIGI PROIETTI MONICA VITTI

«A me gli occhi, please fu un grande successo di Gigi e condensava tutto il suo talento. Era uno spettacolo di tre ore, da solo sul palco, un monologo ininterrotto in cui cantava, faceva sorridere, faceva piangere. Aveva una capacità tecnica ma anche fisica eccezionali. E poi come raccontava le barzellette lui, nessuno. Nessuno. Ogni barzelletta era una commedia».

 

Un talento infinito, straordinario, cosa la colpiva di più tra i tanti assi?

GIGI PROIETTI

«La capacità vocale. Con la voce Proietti faceva tutto quello che voleva. Era eccezionale. Era un vero camaleonte. Di Proietti non ce ne saranno più».

 

Un talento per nulla divisivo. Amato da tutti.

«Era adorato dal pubblico. Forse perché tutti capivano che ci si trovava di fronte a un essere dalla bravura eccezionale, ci si chiedeva come potesse riuscire a fare tutte quelle cose così bene. Si rimaneva allibiti di fronte alla sua classe e abilità. Non avevi parole».

GIGI PROIETTI SUL SET DEL MARESCIALLO ROCCA

 

E non faceva pesare il fatto di essere Proietti...

«Per niente. Penso che fosse cosciente della propria abilità ma non lo faceva mai pesare nel rapporto interpersonale. Era quasi modesto».

 

Della sua vita privata cosa ha colto?

«Il rapporto di grande amore con le figlie. Le adorava»

 

Voi vi vedevate anche fuori dal palco...

«Dopo che lui si era esibito a teatro andavamo spesso a mangiare alla trattoria toscana di piazza Barberini. E lì incominciava a raccontare barzellette fino alle tre del mattino. Era un intrattenitore nato. Il classico teatrante. Di Proietti non ce ne saranno più».

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