DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
Luca Dondoni per la Stampa - Estratti
«Un 2024 così non me lo sarei mai aspettata e l'unica cosa che posso chiedere al 2025 è di copiare il suo predecessore».
Giorgia, in gara a Sanremo con La cura per me scritta benissimo da Blanco e cantata meravigliosamente, è già fra gli artisti che si immaginano sul podio del 75mo Festival. Oltre alla gara però nel futuro della cantante un sacco di impegni, non ultima la conduzione della prossima stagione di X Factor .
Sesta volta in gara e a trent'anni dalla vittoria con Come Saprei. Già si parla di un podio quasi sicuro.
«Non me lo dica che mi sale l'ansia e poi ho un'età, è giusto che quest'anno vinca un pischello o una pischella. Lo giuro, non vado per vincere, ricordiamoci che io, trent'anni fa, vinsi contro Fiorello e Morandi per cui: largo ai giovani».
Il suo stile è sempre uguale o qualcosa è cambiato ?
«Da quest'anno lavoro con il team di Slait (Ignazio Pisano manager di Lazza, Tha Supreme e Anna Pepe tra gli altri, ndr), finalmente ho cominciato a provare canzoni, musiche, immagini e visioni che trovo molto mie. Mi danno input assolutamente nuovi, come la mia ultima Niente di Male o Diamanti per il film di Ferzan Ozpetek ».
Il film sta andando molto bene tra l'altro, vero?
«Sì, secondo me è un capolavoro: parla di femminilità in tutte le sue sfaccettature. Avevamo già collaborato nel 2002 ne La finestra di fronte, grazie a cui è nata Gocce di memoria. Ho sentito la grande responsabilità di replicare quel successo, ho deciso di farmi guidare dalla poesia di Ferzan».
C'è anche una seconda edizione di X Factor da far arrivare in porto, giusto?
«X Factor mi ha permesso di imparare cose nuove ma per ora nell'aria con Sky c'è solo una promessa ma non l'ufficialità (sorride, ndr). Sanno che per il momento sono incasinata ma sì, l'anno scorso è andata molto bene, mi ha fatto i complimenti anche Pippo Baudo (!) e quindi…»
Cosa cambierebbe o aggiungerebbe nel programma?
«Vorrei essere un po' più sciolta nei live. L'anno scorso quando prendevo la parola avevo sempre paura di sforare, specie quando interagivo con i giudici. Per il resto non cambierei altro, sono una secchiona e i miei autori lo sanno».
A proposito di autori, com'è arrivata a Blanco e Michelangelo che firmano La cura per me?
«Amo confrontarmi con la musica che cambia e cerco di non ripetermi. La ricerca è linfa, benzina, vita e non ti devi mai fermare. Mi sento molto vicina a questi due artisti, li considero davvero eccellenze del pop, nel loro lavoro ho trovato una classicità impensabile per la loro generazione».
Il titolo ricorda il capolavoro di Battiato, ha pensato alla Cura per la serata cover?
«È un pezzo enorme da non toccare. Sì, c'è questa montagna gigante di assonanza ma le paroline "per me" fanno capire che c'è un altro livello umano e di modestia. Il maestro non si tocca, nemmeno nella serata cover: ci sono artisti che non vanno ricantati».
(…) Eppure molti giovani sembrano non accorgersene visto che le canzoni del festival sono povere di temi sociali.
«Viviamo un tempo talmente pieno di angoscia che, forse, la musica è davvero un'evasione. La guerra, la crisi climatica, l'elezione di un presidente che non ci piace, i ragazzi hanno bisogno di altro e lo scrivono».
A lei Trump e Musk fanno paura?
«Ho una Tesla da diversi anni e mi sa che a breve la venderò perché Musk è davvero pessimo. Trump poi dice cose come: "continueremo a trivellare, anzi lo faremo sempre di più". Sono frasi che vanno totalmente contro le mie posizioni sull'ambiente».
Non le fa paura la violenza nei testi di certi rapper?
«A me piace molto Mostro, scrive cose violente ma ha una scrittura nobile. Sono certa che i ragazzi siano capaci di discernere e questo noi adulti spesso non lo capiamo».
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