
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
Franz Brambilla Perego per Dagospia
Mercoledi 19 ottobre al Circolo della Stampa di Milano si svolgerà una tavola rotonda sul tema "Precari, autonomi, freelance: le nuove frontiere del lavoro giornalistico". Appuntamento che cade a fagiolo dopo la geremiade di ieri di Flebuccio de Bortoli contro i giornalisti scrittori, che in quanto tali sottraggono tempo e risorse intellettuali alla testata per cui lavorano (e dalla quale sono pagati, con tanto di stipendio, contributi, ferie, permessi, tredicesima, malattia, premi e benefit, insomma tutto il bouquet del "garantito").
A questa geremiade ne andrebbe aggiunta una altrettanto severa contro la stessa tipologia di giornalisti che scrivono con pseudonimo per altra testata (di solito - almeno si spera! - non concorrente), curano brochure, newsletter e siti aziendali, si occupano di comunicazione e fanno tutto questo quasi sempre dal posto di lavoro, utilizzando strumenti aziendali: beh, mica pretenderete che lo facciano da casa la sera o il fine settimana: questi sono spazi sacri per il privato e per godersi i soldini tanto sudatamente guadagnati.
Poi ci sono quelli - i più celebri e brillanti - che moderano convegni e tavole rotonde: non pochi di costoro si fanno pagare privatamente (cioè in nero, in contanti, quindi rigorosamente esentasse) e senza magari neanche avere il pudore di mettersi in ferie o in permesso non retribuito. Chi scrive ne ha viste in tanti anni di cose che voi umani...
Di fronte a tanta abbondanza di doppio triplo quadruplo quintuplo lavoro a sbafo dell'editore (che però spesso è connivente perché la considera tutto sommato una integrazione di reddito personale preferibile a una contrattazione aziendale...) da parte dei nostri amici supergarantiti, ci sono migliaia di giovani giornalisti disoccupati, inoccupati, freelance, collaboratori esterni che darebbero la mamma la moglie la figlia se stessi per uno di quegli incarichi.
E invece nisba nada niet, stanno lì a guardare dalla finestra del ristorante, il naso incollato al vetro, i grassi colleghi che si abboffano e se la ridono allegramente. Dite un po' giovani giornalisti feelance dall'incerto futuro, siccome li conoscete i vostri più anziani colleghi grassi di protezione e garantismo: fate una class action contro di loro, denunciateli per violazione deontologica all'ordine dei giornalisti, che almeno una volta nella sua inutile vita potrebbe giustificare la sua esistenza e la tassa di iscrizione che vi chiede ogni anno anche se siete precari.
Denunciateli al 117 della Guardia di Finanza per evasione fiscale e contributiva. Cacciando con ignominia qualcuno di questi parassiti magari si aprirebbe qualche posto per voi giovani dalle tristi speranze. Che ne dite? Perché qualcuno di voi non comincia a parlarne al convegno di Milano?
Magari alzando qualche bel cartello da indignado? Mercoledi ore 15,30, al Circolo della Stampa, Corso Venezia 48, davanti al Museo di Storia naturale. MM1, a metà strada tra le fermate Porta Venezia e Palestro. Così non avete la scusa di non sapere dov'è.
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