daunbailo

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - IL CINEMA PERDE UNO DEI SUOI DIRETTORI DELLA FOTOGRAFIA PIÙ CELEBRI, MAESTRO DEL BIANCO E NERO ANNI ’70. SE NE VA ROBBY MÜLLER, 78 ANNI, NATO NELLE ANTILLE OLANDESI E MORTO A AMSTERDAM, OCCHIO DEI PIÙ GRANDI FILM DI WIM WENDERS, DA ALICE NELLE CITTÀ A PARIS, TEXAS, MA ANCHE DI QUASI TUTTI I FILM DI JIM JARMUSCH E DI DUE CAPOLAVORI DI LARS VON TRIER - ARRIVÒ ANCHE A BENIGNI E FIRMÒ IL SUO MIGLIOR FILM, IL PICCOLO DIAVOLO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

dancer in the dark

Robby Muller rip

 

Il cinema perde uno dei suoi direttori della fotografia più celebri in assoluto, maestro del bianco e nero anni ’70. Se ne va Robby Müller, 78 anni, nato nelle Antille Olandesi e morto a Amsterdam, dove viveva, occhio dei più grandi film di Wim Wenders, da Alice nelle città a Paris, Texas, da Nel corso del tempo a L’amico americano, ma anche di quasi tutti i film di Jim Jarmusch, da Daunbailò a Dead Man, da Mistery Train a Ghost Dog, e di due capolavori di Lars von Trier, Le onde del destino e Dancing in the Dark.

 

roberto benigni il piccolo diavolo

Se arrivò a Jim Jarmusch grazie a Wim Wenders, arrivò poi a Robert Benigni grazie a Jarmusch dopo Daunbailò, diventando il direttore della fotografia del suo miglior film, Il piccolo diavolo. Ma l’esplosione del nuovo cinema tedesco degli anni ’70 e dei primi capolavori di Wim Wenders, gli dettero una fama mondiale. Al punto che lo volle William Friedkin per uno dei suoi film più complessi, Vivere e morire a Los Angeles, ma anche Barbet Schroeder per due produzioni completamente diverse, il francese Tricheurs e l’americano Barfly, John Schlesinger per The Believers, e Peter Bogdanovich per due film di culto, …E tutti risero e Saint Jack.

 

ROBBY MUELLER

Ma lo troviamo anche a fianco di Alex Cox per la sua opera prima, Repo Man. Ma ha lavorato anche con personalità del calibro di Steve McQueen (il corto Ashes), Bela Tarr, Michael Winterbottom, Raoul Ruiz, Sally Potter, mai per progetti banali o commerciali. L’apporto che ha dato Robby Müller non solo allo sviluppo del giovane cinema tedesco e all’opera di Wenders, ma anche al grande cinema internazionale successivo è senza paragoni. 

 

“Ho imparato così tanto da quest’uomo sul cinema”, ha detto Jim Jarmusch, ”ma anche su un sacco di alter cose, sulla vita in generale e sulla luce e sul riprendere, catturare le cose al momento e seguendo il proprio istinto. Robby e io abbiamo sviluppato un meraviglioso modo di lavorare insieme: Nessun storyboard, una lista delle riprese solo se necessaria per noi. Io non faccio mai quando lavoro una lista delle riprese del giorno.

 

daunbailo

 L’idea di Robby è quella di seguire l’istinto e l’intuito. Lui dice sempre cose del tipo: Certo, noi possiamo pianificare ogni cosa e poi, quando andiamo in quella location c’è un tempo del giorno completamente diverso, la luce è diversa, le nuvole sono diverse, e allora perché dobbiamo attaccarci all’idea che avevamo prima? Noi dobbiamo sempre essere pronti lì per lì a prendere delle decisioni”.

roberto benigni il piccolo diavolo

 

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