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Marco Giusti per Dagospia
Dove eravamo rimasti di Jonathan Demme
Quando Ricki Randazzo, voce dei Ricki and the Flesh, cioè Meryl Streep che si sente una Lucinda Williams un po’ sfigata, si mette a cantare per il matrimonio del figlio a Indianapolis “My Love Will Not Let You Down” di Bruce Springsteen, credo che gran parte del pubblico cresciuto a rock sopra i quaranta (diciamo così) non possa trattenere le lacrime.
Il mélo ormai è anche questo. E Jonathan Demme, vecchio amico di Neil Young e Springsteen, che dedica il suo film, Dove eravamo rimasti, in patria si chiama però Ricki and The Flash, a Rick Rosas, il bassista di Neil Young scomparso da poco, lo sa bene.
Come sa che se mette in scena un copione di Diablo Cody, la sceneggiatrice di Juno, ispirato alla vera storia di sua suocera vecchia rocker, e la fa interpretare a una strepitosa Meryl Streep che per l’occasione si è allenata mesi a suonare la chitarra, e che nel film si confronta con la sua vera figlia, Mamie Gummer, nel ruolo della figlia in crisi Julie, rimasta col padre, un grande Kevin Kline, a Indianapolis, è in fondo un grande affare di famiglia.
Pensatela come volete, a Locarno il film non è piaciuto granché, ai critici americani neanche, ma questo Dove eravamo rimasti è una commedia familiare di gran tenerezza e di gran fascino, dove Meryl Streep e il suo nuovo uomo, interpretato da Rick Springfeld, suonano con compoteneza pezzi clamorosi come “American Girl” di Tom Petty and the Destroyers, “Bad Romance” di Lady Gaga, “Give a Life, Take a Life” degli Spirit, “Laredo Tornado”, “Here I Am” di Emylou Harris, “Walk On” di Lucianda Williams. Ricki è una rocker attempata e non così fortunata. Ma come madre è anche peggio.
Ha lasciato un marito perfetto, Kevin Kline, in quel di Indianapolis, con tre figli da crescere, una femmina, Julie, Manie Gummer, e due maschi. Li ha cresciuti la seconda moglie del marito, la bellissima Audra McDonald, che per inciso è anche una delle più importanti voci di Broadway pur non cantando qui. Quando Julie si trova nei guai, il marito, fresco sposo, lo ha mollata per un’altra e lei ha tentato il suicidio, la mamma viene richiamata in aiuto.
Arriva con nessun soldo in tasca e cerca di ricucire il suo ruolo di madre con la figlia in crisi. Ma lo scontro con la seconda moglie del marito la riporterà a New York. Ovviamente ci sarà un terzo atto, cioè il grande matrimonio di uno dei figli, che la riporterà, assieme al suo gruppo, a Indianapolis. Delizioso, con grandi battute, il film è interamente costruito su Meryl Streep e sul suo rapporto con la figlia, l’ex marito, il nuovo compagno.
Lei si adatta perfettamente a questa impresa, anche perché trova nella vera figlia e nel vecchio compagno di La scelta di Sophie, dei partner ideali. Magari non è un grande film, ma si vede e si ascolta con vero piacere. In sala dal 10 settembre.
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