downsizing

IL CINEMA DEI GIUSTI - ‘DOWNSIZING’ DI ALEXANDER PAYNE NON È CERTO ALL’ALTEZZA DELLE SUE OPERE MIGLIORI. UN FILM CHE NON È BRUTTO, MA HA LASCIATO INDIFFERENTI, SI DILUNGA E PERDE PARECCHIE DELLE SUE POTENZIALITÀ PER STRADA, TRITURANDO ANCHE FIOR D’ATTORI COME MATT DAMON. UNA STORIA A METÀ TRA POLITICA E FANTASCIENZA

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

Downsizing di Alexander Payne

 

Mah. Scordatevi la fantascienza anni ’50 e la satira politica corrosiva che poteva nascere da questa storia. E diciamo pure che stavolta Alexander Payne, con questo suo Downsizing, satira a metà tra medicin-fiction e ecologismo alla Oukja, anche se il film non perde il consueto tipo di messa in scena minimale e supersobria del regista e del suo cosceneggiatore Jim Taylor, non è certo all’altezza delle sue opere migliori, da Sideways a Nebraska. Peccato. Del resto ce ne eravamo accorti un po’ tutti già a Venezia, dove Downsizing non si era dimostrato proprio un’apertura di festival esplosiva e acchiappona come Gravity o Birdman o La La Land.

Downsizing di Alexander Payne

 

Lasciandoci, magari, più indifferenti che proprio negativi. Ma il film non ha mai un vero centro narrativo, si dilunga parecchio e perde parecchie delle sue potenzialità per strada, triturando anche fior di attori come Matt Damon. Anche perché Payne e Jim Taylor si avventurano in un soggetto fantascientifico, sulla quale hanno molto lavorato, che parrebbe più adatto a un Michel Gondry o a un film animato della Pixar (“a Pixar movie on acid” lo definisce Variety). Payne ha dichiarato di voler fare qualcosa magari più simile, come trovata, a un episodio di Black Mirror puntando però, come sempre, a avvicinarsi al cinema di Hal Ashby o Robert Altman. Questa la storia, un po’ politica, un po’ pura fantascienza.

 

Downsizing di Alexander Payne

In un futuro identico al nostro oggi un gruppo di scienziati norvegese sotto il controllo del dottor Asbjornse, il notevole Rolf Lassgard, scopre il modo di rimpicciolire gli esseri umani. In questo modo, sostiene lo scienziato, si potrà salvare l’umanità soffocata dai rifiuti e dai cambiamenti climatici. Chi si rimpiccilirà contribuirà alla salvezza della specie sulla terra, anche se non potrà mai più ritornare come era prima. In America questo, però, significherà soprattutto cambiare vita radicalmente e diventare ricchi.

 

Perché quello che una famiglia non si può permettere con lo stipendio, casa, assicurazione, divertimenti, diventa totalmente accessibile in un universo minuscolo. Così un everyman americano di Omaha Steaks, Paul Safranek, Matt Damon, e sua moglie Audrey, la comica Kristen Wiig, decidono di farsi miniaturizzare e andare a vivere a Leisure Land. Ma le cose non andranno, ovviamente, come sperava Paul. E il suo viaggio nell’altro mondo gli aprirà gli occhi su ciò che sta veramente accadendo.

 

Downsizing di Alexander Payne

Mettiamoci anche due buffi europei scatenati sui festini, Christoph Waltz e il grande Udo Kier, una profuga vietnamita ferita, Hong Chau, che diventerà il motore della vicenda, avendo parecchio da raccontare su quel che sta accadendo nel terzo mondo col progetto di rimpicciolimento globale, e la stessa squadra di ricercatori norvegesi.

 

Dalla satira sul mondo americano, sul suo sogno infranto e sulla noia della provincia, si passa a temi più globali che riguardano tutta l’umanità. Non è La La Land, si è detto, ma non è neanche il capolavorto anni ’50 di Jack Arnold e Richard Matheson, The Incredible Shrinking Man, dove un uomo diminuiva di 10 centimetri al giorno, o una versione adulta di Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi.

 

Payne si costruisce, con la scenografa Stefania Cella, il direttore degli effetti speciali James Price, e la fotografia del fedele Phedon Papamichael, un suo modo di raccontare una storia, sulla carta così lontana dal suo tipo di realismo ironico e pieno di umanità, proprio senza perdere nulla del suo tipo di cinema.

 

Le cose funzionano meglio quando punta alla satira sul mondo di oggi, alla violenza degli scontri classisti, come dimostra lo scena con l’ubriaco (trumpiano?) che sostiene che il voto dei piccoletti non possa valere quanto quello dei normali, ma è divertente quando ci racconta il rimpicciolimento di Paul e la sua perdita di identità nel mondo di Leisureland che è totalmente identico a quello da dove veniva. Purtroppo, niente ragni o gattoni giganti che possano terrizzare i piccoletti come nel film di Jack Arnold.

Downsizing di Alexander Payne 11

 

Il cinema di Payne, da Sideways a Nebraska, non è mai aggressivo o acchiappone, e questo gli permette una distanza morale da quello che racconta che lo rende estremamente simpatico, soprattutto rispetto a favolette ecologiche per vegani come Oukja, ma questo non basta a far funzionare l’intero progetto. Downsizing non aggiunge granché alla filmografia di Payne, magari non è il suo film più riuscito, anche se rimane un racconto girato con classe e ironia e benissimo interpretato da Matt Damon e da tutto il cast. In sala dal 25 gennaio.