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Marco Giusti per Dagospia
Cannes secondo giorno. Grandi applausi per il primo film del concorso, Nelyubov-Loveless (Senza amore) di Andrei Zvyagintsev, il regista del non certo dimenticato Leviathan. Se quello era un affresco metaforico della corruzione e dell'impossibilita' di riscatto della Russia al tempo di Putin, qua il regista, sempre con la sua sontuosa e complessa messa in scena, i grandi movimenti di macchina, l'uso sapiente di interni e esterni, ci porta in citta', a Mosca, per parlarci del malessere che circonda uomini e donne.
Il piccolo Aliosha, Matvey Novikov, dodici anni, vive malamente il divorzio e l'indifferenza verso di lui dei genitori, una madre , Zhenya, la prosperosa Maryana Spivak, forte che dice di non averlo amato nemmeno il giorno che e' nato, e un padre, Boris, Alexey Rozin, impiegatuzzo incapace di reagire.
Nella scena madre che dovrebbe chiarirci il suo dramma, il ragazzo, chiuso nel bagno dove ha sentito un ennesimo scontro fra i genitori e e' rimasto invisibile alla madre sulla tazza del cessò, urla la propria disperazione verso il vuoto.
La stessa sera veniamo a sapere che la madre, bomba del sesso, ha un rapporto con un ricco divorziato cinquantenne, Andris Keishis, che mette ko con una serie di scopatone fin troppo aggressive che i vecchi critici non dimenticheranno facilmente e che il padre aspetta un figlio da una biondina, Marina Vasilyeva, che cerca in lui addirittura la felicita' (non sara' troppo?).
Cosa che non gli impedisce un rapporto con la ragazza incinta abbastanza impressionante. E' al termine di queste scene di sesso, violenza e tristezze, che la madre si accorge, con estremo ritardo, che il ragazzo e' scomparso. Ma non e' quello che sperava? La ricerca di Alyosha, in una Mosca dove sta scendendo la neve e il gelo e alla radio si parla di fine del mondo e' il cuore del film.
La madre continuera' le sue esplosioni di rabbia senza riconciliarsi con il padre, che seguitera' a subire, anche durante la ricerca del figlio, che li portera' addirittura dalla nonna materna, orrenda e miserabile, nel mezzo della campagna. Qualche tempo dopo vediamo i due genitori ormai sistemati nelle case dei nuovi compagni, non meno tristi di come li abbiamo incontrati, mentre esplode la guerra in Ucraina.
Grande film ultranegativo sulla mancanza di amore e di felicita' nella Russia di Putin e sulla sua capacita' di autodistruzione, dimostra pero' la forza di questa generazione di registi di altissimo livello capaci di rappresentare anche con storie private lo stato del proprio paese. Grandi applausi e buone probabilita' di premi.
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