FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo oggi? "Io parlo italiano perché io ricchione... ricchione, Rimini...". Guerra stasera, alle 19, 15, alla faccia dei tiggì, tra Lino Banfi salumiere gay coalizzato con Johnny Dorelli prete violentato addirittura da Marina Suma in “Dio li fa poi li accoppia”, su Rai Movie, contro Claudio Amendola come figlio di Nico Giraldi con annesso Enzo Salvi-Bombolo in “Il ritorno del Monnezza” di Carlo Vanzina su Cine 34.
claudio amendola il ritorno del monnezza
Il primo film, scritto da Enrico Vanzina e da Bernardino Zapponi, è politicamente scorrettissimo, ma con un Banfi scatenatissimo in uno dei suoi numeri celebri, mentre “Il ritorno del Monnezza”, pensato e progettato da anni non solo dai Vanzina, è alla fine decisamente superiore alle aspettative, anche se proprio il pubblico più stracult non accettò l’idea di qualcuno che, con Tomas Milian in vita, ne potesse prendere il posto, fosse anche Claudio Amendola, figlio cioè della “voce” di Monnezza.
Quando uscì era il film italiano più atteso dell'anno. I fan già scalpitavano. Magari per poterlo massacrare, ma va detto che il tipo di attesa che si era creata nel misterioso mondo dei cinefili era quasi da stadio.
“Più che all'anteprima per i critici romani all'Adriano di Roma”, scrivevo, “divisi tra i tramezzini e le folli domande tecniche («Voi siete ispirati più a Delitto sull'autostrada o a Delitto al Blue Gay?») il nuovo Monnezza andava visto alla folle preview per pubblico popolare di Guidonia dove è stato salutato come fosse stata una nuova avventura di Indiana Jones.”
sabrina ferilli margherita buy io e lei
Alle 21, 15 lo scontro, invece, è tra la lesbo-comedy “Io e lei” di Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy e Sabrina Ferilli, Rai Movie, e “Amore mio aiutami” di Alberto Sordi con, per la prima volta, la coppia Sordi-Monica Vitti. Curiosamente entrambi i film cercavano, in anni completamente diversi, una strada da commedia all’italiana per seri problemi sociali di coppia.
“Io e lei” cercava di spiegare a un pubblico molto vasta in maniera lieve e simpatica i problemi delle coppie lesbo italiane grazie a due attrici popolarissime. Il secondo, invece, in pieno 68, ancora senza divorzio, cercava addirittura di far capire agli italiani i problemi dei matrimoni dove una donna si innamora di un altro.
Nella grande scena delle botte sulla spiaggia, con la Vitti, “doppiata” da Fiorella Mannoia, che viene menata da Sordi, Sbang!, il dialogo è tutto giocato su “Dillo ancora che lo ami”-“Sì che lo amo”. Sbang! Devo dire che il film di Sordi, anche se lì si forma la coppia con la Vitti, era anche allora di una noia mortale e di un vecchiume ideologico poco sopportabile.
Ma almeno era una voce femminile dentro una commedia totalmente maschile e il grido della Vitti venne recepito proprio come un basta anche al paternalismo maschile.
A parte una replica di “In questo mondo di ladri” di Carlo Vanzina con Valeria Marini su Cine 34, o il Moccia movie “Scusa ma ti voglio sposare” con Raoul Bova e Michela Quattrociocche su La5, alle 21 non c’è moltissimo. Ricordo come molto buono il drammone di fratelli irlandese dediti alla boxe e alle droghe “The Fighter” diretto da David O. Russel, Iris alle 21, con Christian Bale e Mark Wahlberg e Amy Adams meravigliosi con un grande copione di Scott Silver e Paul Attanasio.
bacio lesbo margherita buy sabrina ferilli in io e te
E’ molto bello anche “Quasi famosi” di Cameron Crowe, La7D alle 21, 30, in pratica una storia autobiografica del regista, poi celebre giornalista di rock su “Rolling Stone”, che racconta un po’ tutto il mondo delle groupies e dei cantanti sballati. Grande cast, Billy Crudup, Patrick Fugit, Kate Hudson, Frances McDormand come mamma dei due ragazzi pazzi per il rock, e un grande Philip Seymour Hoffman come giornalista.
In seconda o ci si butta sul megaclassico della commedia vacanziera “Brevi amori a Palma di Maiorca” di Giorgio Bianchi, La 7 alle 23, 30, con un Alberto Sordi da urlo come lo zoppo commerciante Anselmo Pandolfini che riuscirà a stravincere a poker ("Aho, io non c'ho sonno, se famo un cafféllatte?"), e a conquistare la bellissima Belinda Lee, o nel ricco horror “Benvenuti a Zombieland” di Ruben Fleischer con Amber Heard, Emma Stone, Jesse Eisenberg, Bill Murray e Woody Harrelson, o nel capolavoro di Federico Fellini “Toby Dammit”, Rai Movie alle 22, 55.
Giusto mostrarlo da solo come ouverture alla serata Fellini, che comprende i più recenti “E la nave va”, alle 23, 45, e “Prova d’orchestra”. Ma il corto “Toby Dammit”, tratto dal racconto di Edgar Allan Poe “Non scommettere la testa col diavolo”, non si batte. Fellini e il fedele Bernardino Zapponi lo scrissero per il film a episodi horror “Tre passi nel delirio”.
E credo sia un film perfetto, da far studiare nelle scuole, anche se rubò qualcosa da Mario Bava, come la bambina malefica con la palla che incarna il Diavolo. L’idea centrale è quella di una celebre star inglese, Terence Stamp (in un primo tempo doveva essere Peter O’Toole), che arriva a Roma per girare un western all’italiana prodotto dalla Chiesa.
Padre Spagna, il prete produttore, interpretato da Salvo Randone così spiega a Terence Stamp il film che deve girare: “Il primo western cattolico, capisce? Il ritorno di Cristo in una desolata terra di frontiera. Se riflette la crisi, i sussulti della nostra società, i perché della decadenza del nostro sistema così capitalistico, anche un western all’italiana può essere opera del più alto impegno…”.
brevi amori a palma di maiorca
In cambio della sua interpretazione Terence Stamp vuole una Ferrari ultimo modello, come chiese Pier Paolo Pasolini per aver interpretato il prete di Requiescant e come ebbe da De Laurentiis anche Clint Eastwood per Le streghe. Fellini gioca coi vezzi intellettualistici e alimentari del tempo. Ironizza su Pasolini, come sui Taviani, perfino su Totò e, ovviamente, sulla grande passione nazionale per il western.
sotto il vestito niente l’ultima sfilata
Purtroppo nel montaggio finale, Fellini, su indicazione di Bernardino Zapponi, il suo sceneggiatore, toglie praticamente la lunga sequenza, circa un quarto d’ora, del set western girato alla Elios, che non verrà mai più riproposta malgrado l’alto costo, cinquanta milioni. Stamp, sconvolto da alcol e droghe appena sceso dall’aereo entra nel delirio della Roma cinematografara degli anni ’60, tra interviste, premiazioni assurde. Ne esce scappando nella notte con la sua Ferrari nuova. E incontrando il Diavolo.
All’1,15 su Cine 34 c’è ancora un film dei Vanzina, è davvero incredibile quanto abbiano girato solo in questi ultimi vent’anni, il non riuscitissimo giallo “Sotto il vestito niente-L’ultima sfilata”, con Francesco Montanari che indaga sulla morte delle modelle dello stilista Richard E. Grant, e cerca di rintuzzare le avances della bella Vanessa Hessler. C’è pure il regista Francesco Barilli come attore. Alle 3,10 i fan di Valeria Golino possono vederla nel film che davvero la lanciò, giovanissima, “Storia d’amore” di Citto Maselli. Allora mi sembrò buono, lei brava e ultrasexy. Oggi non so.
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