lando buzzanca valentina cortese

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – STRACULTISTICAMENTE PARLANDO, NON POSSIAMO NON RICORDARE IL RUOLO DI VALENTINA CORTESE IN “DRACULA IN BRIANZA” DI LUCIO FULCI. DI FRONTE A UN LANDO BUZZANCA VAMPIRO CHE FA SESSUALMENTE CILECCA, SE NE ESCE CON UN "VAI A DAR VIA I CIAPP" – SPIRITOSA LO ERA, ANCHE SE DA UN CERTO PUNTO DELLA SUA VITA IN POI NON PUÒ CHE METTERE SEMPRE IN SCENA SE STESSA – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

valentina cortese l'iguana dalla lingua di fuoco

Certo. Nella vita cinematografica e non solo di Valentina Cortese ci sono stati Fellini, Antonioni, Strehler, Zeffirelli, per non parlare di Jules Dassin, di Francois Truffaut, che la ricostruisce in Effetto notte proprio a partire dal suo incontro con Fellini in Giulietta degli spiriti, il grande Robert Aldrich che le affida un ruolo importante nel suo capolavoro Quando muore una stella.

 

Ma, stracultisticamente parlando, non possiamo non ricordare tra il Mario Bava de La ragazza che sapeva troppo e il Riccardo Freda de L'iguana dalla lingua insanguinata, il suo ruolo di nobildonna milanese che in Dracula in Brianza di Lucio Fulci, di fronte a un Lando Buzzanca vampiro che fa sessualmente cilecca, se ne esce con un "Vai a dar via i ciapp" doppiata addirittura da Liu' Bosisio, la Pina Fantozzi originale, perché lei non lo voleva dire.

 

lando buzzanca dracula in brianza 4

Eppure spiritosa, come dimostra proprio il duetto con Lando e la sua celebre scena di parodia felliniana in Effetto notte, lo era assolutamente. Anche se da un certo punto nella sua vita in poi, diciamo dopo l'incontro con Strehler, la Cortese non può che mettere sempre in scena se stessa. Una sicurezza, ovvio, per certi film dove il ruolo richiesto era proprio quello, ma anche un limite. Al punto che in un film sballato e involontariamente comico come L'assassinio di Trotzky di Joseph Losey, con un Alain Delon killer e un Richard Burton col pizzetto di Trotzky, lei come moglie di Burton -Trotzky riesce anche a aumentare il grado del ridicolo.

 

 

lando buzzanca dracula in brianza 3

Va detto però che la carriera cinematografica della Cortese è comunque lunghissima e gloriosa, divisa tra una parte italiana nei primi anni 40 dove la vediamo  nei film più diversi, La regina di Navarra del glorioso Carmine Gallone, La cena delle beffe di Alessandro Blasetti dove non può competere con Clara Calamai e il sul seno nudo, la commedia Quartetto pazzo, il capolavoro di Marcello Pagliero Roma città libera, il geniale I miserabili di Riccardo Freda nel 1948 che le apre addirittura le porte di Hollywood. La Fox, infatti, che le dette un ruolo importante nel Cagliostro con Orson Welles tutto girato in Italia, la chiama a Los Angeles con l'idea di lanciarla come star di un mondo pacificato.

valentina cortese 6

 

valentina cortese 3

I film americani della Cortese però non sono sempre bellissimi, anche se I corsari della strada di Jules Dassin è notevolissimo. Ma non sono dei successi né The House on Telegraph Hill, né Malesia di Richard Thorpe, dove divide la scena con star del calibro di James Stewart e Spencer Tracy  Fuoco magico di William Dieterle, Shadow of the Eagle di Sydney Salkow. Hollywood le lascia però uno status di star internazionale che le sarà utile al suo ritorno in patria a metà degli anni 50, dove si dividerà tra Le amiche di Michelangelo Antonioni e La contessa scalza di Joseph Mankiewicz, The Secret People di Thorold Dickinson con Audrey Hepburn e il delirante Donne proibite di Peppino Amato, dove è "una di quelle" accanto alla prorompente Linda Darnell scelta personalmente da Don Peppino.

valentina cortese e audrey hepburn

 

Non potendo contare su un fisico da maggiorata, la Cortese, finito il neorealismo italiano e quello americano, si deve accontentare di qualche buon ruolo di secondo piano dietro una diva più solida fisicamente come Linda Darnell o Yvonne De Carlo o Ava Gardner o dietro una star emergente come Audrey Hepburn. O fare da contorno di classe in  grandi produzioni internazionali come Barabba o Il segreto di Santa Vittoria, relegando il cinema a attività secondaria rispetto al teatro.

 

 

valentina cortese terry gilliam robin williams

Eppure la troviamo fino agli anni 80 in produzioni americane più o meni riuscite mentre si ritaglia un suo ruolo di svampita fellinian-strehleriana per commedie o drammi anni 60 e 70. Penso al curioso Scusi, facciamo l'amore? di Vittorio Caprioli o a Appassionata di Gianluigi Calderone dove è la moglie di Gabriele Ferzetti, dentista rovinato dalle ragazzine sexy. Sempre divertente, la Cortese si è però spesso limitata alla parodia di se stessa pensando che forse il meglio era già passato. Ma come moglie di Robin Williams re della luna col corpo diviso dalla testa ne Il barone di Munchausen di Terry Gilliam è molto divertente. 

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