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Marco Giusti per Dagospia
On air di Davide Simon Mazzoli
“Culocazzofiga!”. “Un pompino nella mia radio?”. “Come l’hai comprata questa moto?”-“Con i soldi del papi”. “La figa non mancava”. Ah! I bei tempi del politicamente scorretto.
Svegliatevi ragazzi dell’Alta Brianza, che questo è il film per voi. Un film sulle radio libere della Lombardia e sulla vita avventurosa dell’ideatore dello Zoo di Radio 105, Marco Mazzoli, On air, diretto da suo cugino Davide Simon Mazzoli che lo ha scritto assieme a Ugo Chiti (e Chiti è bravo), fotografato da Fabio Cianchetti (e anche Cianchetti è bravo), e pieno di belle e semplici animazioni che sono un po’ la chiave di volta della messa in scena.
Un mischione, diciamo, tra il poco riuscito film sulla vita di un altro campione radiofonico, Il futuro ha l’oro in bocca, con Elio Germano che faceva Marco Baldini, e i film di Michel Gondry. Non c’è una vera e propria storia di Mazzoli, c’è la sua storia mediata da uno scrittorello squattrinato, Dario Eros Tacconelli, da una messa in scena da cinema palesemente finta, cioè con attori, e ci sono lo stesso Mazzoli e i suoi amici di Radio 105 che fanno loro stessi e escono dal film. Chiacchierano con noi e ci spiegano come andarono le cose. Così Herbert Ballerina ci spiega che Maccio Capatonda non poteva venire e al suo posto c’è un pupazzo.
Camilla Raznovich è finta, la interpreta certa Tetyana Veryovkina, ma Leone Di Lernia è vero, mentre Claudio Cecchetto, dio della radio come già nel film su Baldini, è sdoppiato, lo fa Angelo Pintus e lo fa lo stesso Cecchetto che lo accompagna sul set e gli spiega come si interpreta Cecchetto.
Più spazio autonomo lo hanno le storie di Mazzoli bambino e Mazzoli adolescente, interpretato da Giulio Greco, che se la vede con i genitori, soprattutto con la mamma, una bravissima Chiara Francini, poi con le fidanzate, interpretate da Katy Saunders e Fiametta Cicogna, più bellone varie che fanno molto Yuppies dei Vanzina.
Era parecchio che non si vedeva un film così lombardo, quasi una vanzinata alla Yuppies, insomma, con le truffe al papi riccone. Mazzoli gli stacca un assegno mentre quello sta a scopà, e si compra il Porsche per far colpo sulla tipa. Grande libidine! Poi la cosa si scopre subito, dove lo nascondi sto Porsche?, e lui ci fa la figura da pirla. Ma sono notevoli anche le storie con la tipa ricca e colta, Fiammetta Cicogna, adorabile, che lui tradisce con quella bona e disponibile.
Poi le due si alleano e lo gonfiano di botte. Ovvio che questo On air – storia di un successo, non sia un capolavoro, è molto ingenuo, ha qualche tempo dilatato, altri troppo stretti, ma tutto questo teatrino messo su dai cugini Mazzoli, attore e regista, è di parecchio divertimento. Le animazioni incantevoli, la fotografia funziona benissimo.
Che sia un po’ volgarotto e scorretto, dai, ci sta. Un po’ inutile Giancarlo Giannini come direttore della radio, ma Marco Marzocchi fa ridere come sempre. E poi, spesso, si impara più da questi film un po’ sperimentali, un po’ autarchici, che non dalle commedie–tutte-uguali che impongono i produttori. In sala dal 31 marzo
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