RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo oggi? “Mizz Rozella…”. Ricordate quando critici e pubblico appassionato si incazzarono per il ridoppiaggio non parodistico di Hattie McDaniels e delle altre schiave nere di “Via col vento” di Victor Fleming? A forza venne recuperato il vecchio doppiaggio. Pensa cosa direbbero oggi di fronte all’idea di togliere di mezzo proprio l’intero film dalle piattaforme in quanto razzista. Che è, magari, una furbata proprio per farcelo rivedere.
Razzista “Via col vento”, fatemelo dire, lo è sempre stato. Con tanto di riferimenti al KKK. Un pubblico accorto lo sa. Un pubblico boccalone no. Lo bruciamo, allora? E’ parte della storia del cinema e va visto con un’ottica storica, ben sapendo che è razzista. Diciamo che il problema è nella produzione, che metteva e seguita a mettere soldi solo in film di bianchi per bianchi, di maschi per maschi.
monica guerritore e gabriele lavia sensi
E il pubblico di oggi, la cultura di chi lo guarda, non il film in se stesso. Con lo stesso metro dovremmo bruciare tutte le commedie sexy di Cine 34 (noooo!), i film di Tomas Milian, i thriller con le donne fatte a pezze, i film di Antonioni con i dialoghi impossibili delle donne, i film di Fellini con gli harem di Marcello, Biancaneve col Principe che la bacia mentre dorme.
Qualcosa come il 60-70 per cento di tutto il cinema che ci piace… Cosa ci resterebbe? Pupi Avati, Montalbano, Lilli Gruber e i suoi boys Scanzi-Severgnini-Padellaro, le fiction di Valsecchi che piacciono a Aldo Grasso e poco più. Pensa che allegria. Il cinema è da sempre politicamente scorretto, basta saperlo. E più lo è, più ci piace.
una lucertola dalla pelle di donna 4
Stasera, ad esempio, passa su Cine 34 alle 2 un film scorrettissimo come “Una lucertola dalla pelle di donna” di Lucio Fulci con Florinda Bolkan, seguito sulla stessa rete da un capolavoro della coppia maledetta Lavia-Guerritore, “Sensi”.
Il loro fascino è proprio nell’eccesso. La Lucertola è un thriller fulciano duro, cattivo, sadico, molto spinto al tempo e apertamente lesbo, siamo nel 1970…, dove la Bolkan sogna di farsi la vicina Anita Strindberg, che seguita a fare orge su orge e a non invitarla. Ovviamente ci rimane secca e la polizia indaga. Bel cast, Stanley Baker, Jean Sorel, Leo Genn e Silvia Monti, poi signora De Benedetti, nel ruolo della figlia di Jean Sorel. Effetti speciali di Carlo Rambaldi.
“Sensi”, alle 22, 55, è invece un miscuglione pre-pulp di “Nove settimane e mezzo” e “L’onore dei Prizzi” scritto dal geniale Dardano Sacchetti star dei poliziotteschi. Lui, Lavia, è un serial killer in fuga dallo sguarda triste che se la spassa a Roma nella casa di appuntamenti gestita da Mimsy Farmer (“sei sempre appetitosa” le fa).
Lei, la Guerritore, è una signora bene che fa la donna di piacere per hobby. Ma i realtà è una spia, un kilelr assoldata dalla concorrenza (boh?) proprio per fargli perdere la testa e farlo fuori. Grandi dialoghi nelle scene erotiche tra i due. “Ho voglio di mettere le mani sotto le mutandine…” – “Mi dispiace, non le ho”.Ma Lavia se ne esce anche con un geniale “Non mi sento un professionista, mi sento un fesso”. Capolavoro stracult.
Più tradizionale la serata Sordi offerta su La7. Prima, alle 21, il documentario di Fabrizio Corallo “Siamo tutti Alberto Sordi”, pieno di film e sostanzialmente onesto. Poi, alle 22, 35, “Il medico della mutua” di Luigi Zampa, ottimo dopo i disastri della sanità in Lombardia della coppia Gallera-Fontana. Anche allora si rideva amaramente sulle furbizie di Sordi.
Rai Movie propone alle 21, 10 il violento "Dead Man Down", diretto dal danese Niels Arden Oplev, già regista della trilogia “Millennium-Uomini che odiano le donne”, scritto e prodotto però dal modesto J. H. Wyman, e interpretato da Noomi Rapace, già protagonista della saga Millenium, Colin Farrel, Terrence Howard e Isabelle Huppert.
Diciamo che sia Oplev che la Rapace sono caduti un po’ nella trappola della tentazioni hollywoodiane. Curiosamente co-produce il tutto la potente major del Wrestling, la WWE, che infatti ha portato come attore, nel ruolo di Kilroy, il forzuto inglese Stu Bennett, più noto in America come Wade Barrett, vera e propria star della tv.
Siamo dalla parte delle vendette truculente un po' alla "Delitto per delitto" ma con complicazioni romantiche. La sfregiata Beatrice, cioè Noomi Rapace, abita assieme alla madre, come in un film di Hitchcock, proprio di fronte a casa del gangster Victor, Colin Farrell. Lo ha visto uccidere un uomo. Così lo ricatta. Non dirà niente se, in cambio, Victor ucciderà per lei l'uomo che guidando l'auto ubriaco, le ha deturpato il viso per sempre. Ma anche Victor ha una vendetta da compiere.
Curiosamente stasera ci sono ben due film di fantascienza ideati dai Wachowski che non ebbero grande fortuna al momento, “V per Vendetta” diretto da James MCTeigue con Natalie Portman e Hugo Weaving sotto la maschera, Mediaset Italia 2 alle 21, 20, e “Jupiter Ascending” diretto proprio da loro con Channing Tatum, Mila Kunis e Eddie Redmayne. Devo confessare che mi piacerebbe rivederli, perché penso di averli presi un po’ sottogamba.
una lucertola dalla pelle di donna
“Jupiter Ascending” è un po’ na caciara. Oltre che un disastro epocale per un giocattolone fantascientifico semimarxista da 175 milioni di dollari. Semi perché con un budget così alto e con così tante battute sulle palle di Stalin è difficile definirlo marxista. Ma anche talmente kitsch e sballato da poter diventare uno dei film più divertenti dell’anno.
Basterebbe la complessa scena della lunga fila burocratica che devono fare i nostri eroi dalle varie amministrazioni spaziali, manco fossero negli uffici del Comune di Roma, per ottenere i documenti necessari per riconquistare la proprietà della Terra che culmina con l’apparizione di Terry Gilliam. Gloria quindi, nel disastro più totale, ai fratelli Andy e Lana Wachowski e al loro Jupiter Ascending, folle space opera sui destini della razza terrestre e su chi la potrebbe salvare dalla distruzione.
“Io non sono tua madre!”, urla la Jupiter Jones di Mila Kunis, immigrata russa di Chicago che si è scoperta regina della terra e reincarnazione di una specie di madre primordiale dei capitalisti dell’universo, cioè i fratelli Abrasax, fabbricanti di un elisir di lunga vita che rigenera le cellule vagamente vampiresco.
Su Italia 1 doppietta stracult dalle 21, 30 con il mitico Enzo Salvi detto Il Cipolla, “Din Don – Una parrocchia in due”, con Maurizio Battista, e “Din Don 2” con Ivano Marescotti e Maurizio Mattioli. Non sapevo neanche che questi due film esistessero. Chiamate Selvaggia per vedere se Battista fa ridere in “Din Don 1”.
maurizio battista enzo salvi din don – una parrocchia in due
In seconda serata vedo dei capolavori. Come “Emanuelle nera” di Bitto Albertini che si firma “Albert Thomas” con la bellissima Laura Gemser come Emanuelle, Angelo Infanti, Karin Schubert e Gabriele Tinti su Cine 34 alle 23, 05 su Cielo. E’ il primo film della saga di Emanuelle (con una emme sola a differenza di quella vera). Laura Gemser, che sta per compiere 70 anni in questi giorni, aveva avuto un piccolo ruolo di massaggiatrice nuda in “Emmanuelle l’antivergine” di Francis Giacobetti, qui diventa Mary Johnson, fotoreporter che in viaggo da Nairobi passa da un’esperienza erotica all’altra.
Passa tra le braccia dei belli del tempo, da Gabriele Tinti, a Angelo Infanti, a Venantino Venantini, il “Salvador Dalì dell’Africa Orientale”, a Don Powell, che canta anche “Un amore impossibile”, ma si concede anche a un’intera squadra di pallacanestro.
La Gemser ricordava che alcune scene “ai limiti dell’hard” (cioè?) vennero girate con una controfigura. Lo segue, sempre su Cielo, “La strana storia di Olga O” di Antonio Bonifacio con Serena Grandi, Stephane Ferrara e Daniela Poggi. In realtà dietro questo thriller erotico girato in Bulgaria c’è il remake di “Lo strano vizio della Signora Wardh”. Non piace quasi a nessunio dei fan del genere.
C’è una strana agitazione dopo le 2 di notte. A sorpresa Rai Uno lancia alle 2, 20 “A ciascuno il suo” di Elio Petri con Gian Maria Volonté e Irene Papas tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia. Non sarà tardino? Guerra tra film di guerra, invece, alle 2, 30 tra Rai Movie con il kolossal “Quell’ultimo ponte” di Richard Attemborough con megacast, Sean Connery, Michael Caine, James Caan, Gene Hackman, contro il kolossal di cartone italo-spagnolo “Giugno 44: sbarcheremo in Normandia” di Leon Klimowsky con Michael Rennie, Lee Burton alias Guido Lollobrigida e il “mai coverto/never covered” Bob Sullivan. Scordavo, domani esce su Netflix il nuovo film di Spike Lee, “Da 5 Bloods” con i cinque reduci neri del Vietnam…
anthony hopkins quell’ultimo pontea ciascuno il suo 1a ciascuno il suoquell’ultimo pontesean connery quell’ultimo pontedead man downv per vendetta mila kunis jupiter ascendinguna lucertola dalla pelle di donnadead man down 3jupiter ascending 2giugno 44 sbarcheremo in normandia
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