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Marco Giusti per Dagospia
Non una gran serata in tv. Come ieri. Giannini-Padellaro-Scanzi-Sallusti-Senaldi-Conte Uno-Conte Due-Conte Ter… aiuto! Ieri sera quando dopo un’intervista perfetta, elegante, senza un tempo morto di Floris a Salvini sono spuntati Tabacci e Damilano ho cambiato, buttandomi su una serie belga in fiammingo su una che non ricorda più un cazzo. Neanche io di quello che ho visto. Che dormita…
Stasera però, potete vedere o rivedere però “Ammore e malavita”, stravagante musicarello/noir dei Manetti bros in prima serata su Rai Movie con Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Carlo Buccirosso in doppio ruolo, Claudia Gerini decisamente più scatenata qui che negli imbarazzanti ma cultissimi spot con bonissimo Can Yaman diretti da Ferzan Ozpetek.
Aspettando il “Diabolik” firmato dai Manetti che vedremo chissà quando. Con una domanda, però. Con tutto il successo delle serie e dei film napoletani nelle prime serate Rai, il 24% di Lino Guanciale e il trionfo personale di Serena Rossi con Mina Settembre, perché non mandare in onda “Ammore e malavita” su Rai Uno o su Rai Due?
La fiction e il cinema napoletano dominano letteralmente la scena televisiva, soprattutto quella in chiaro, sono macchine perfette, anche se devo dire che la fiction lombarda è davvero ben interpretata da Fontana&Co. e non ho capito che fine abbia fatto la storia della Film Commission leghista lombarda…
una piccola impresa meridionale
Alternative per stasera sono le nuove puntate della stagione 2 di “Snowpiercer” su Netflix (perché no?) e, soprattutto, aprite bene gli occhi, il recupero di “Youtopia” di Bernardo Carboni, scritto da Dino Giarrusso con una giovanissima conturbante Matilda De Angelis che vende la propria verginità con un’asta on line. Ci sono anche Donatella Finocchiaro e Alessandro Haber. Me lo ha segnalato proprio Dino Giarrusso dopo il successo di Matilda supersexy in “The Undoing”. In effetti qui è lanciata proprio nello stesso identico modo.
In prima serata, comunque, vedo che passano pure lo stravisto “The Millionaire” di Danny Boyle con Dev Patel e Frieda Pinto, Iris alle 21, “Mission Impossible: Rogue Nation” di Christopher McQuarrie con Tom Cruise e la stupenda Rebecca Ferguson, Italia 1 alle 21, 20.
Su Cine 34 alle 21 vedo invece il secondo film scritto, diretto e interpretato da Rocco Papaleo, “Una piccola impresa meridionale”, con Riccardo Scamarco. "Del mio film potete pensare che è una cacata, ma la fotografia è bellissima", disse Papaleo presentando il suo secondo film da regista, tre e anni e mezzo dopo “Basilicata Coast to Coast”.
Non è una cacata, anche se non fu un successo. E’ una delicata commedia meridionale che tratta con leggerezza e ironia argomenti anche importanti per il paese, come l'omosessualità, l'integrazione, il superamento delle diversità. Ma non c'è niente di gridato, niente di aggressivo. Siamo in un paesino di un meridione indefinito, sulla costa sarda vicino a Oristano, in riva a un Mediterraneo bellissimo e materno.
E' li' che il prete spretato Don Costantino, Papaleo stesso, accoglie, in un grande palazzo diroccato sotto un faro, la sorella Rosa Maria, la Claudia Potenza di "Basilicata", che si e' innamorata di una ragazza dell'est, Valbona, la bella Sarah Felberbaum, la sorella di questa, Magnolia, la notevole Barbora Bobulova, che ha da poco lasciato il mestiere della mignotta, il marito cornuto della sorella, Arturo, un Riccardo Scamarcio meno sciupafemmine del solito (anzi...).
C’è anche la mamma di Don Costantino e Rosaspina, la grandissima Giuliana Lojodice, che, scoperta la doppia tragedia della sua famiglia, il maschio spretato e la figlia lesbica, per la vergogna ("Figli di merda mi avete sputtanato") decide di vivere con lo stravagante gruppo di non-tradizionali. In seconda serata avete su Canale 5 un grande film di Roman Polanski, “Il pianista”, con Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Emilia Fox, e su questo credo che siamo tutti d’accordo.
Su Rai Movie parte alle 00, 10 l’ottimo “Anime nere” di Francesco Munzi con Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Barbora Bobulova e Fabrizio Ferracane. Presentato a Venezia riposizionò il regista all’interno delle cabale e delle classifiche da fiction. Tutto parlato in calabrese strettissimo, girato inoltre in Aspromonte e proprio a Africo, il centro indiscusso dell’ndrangheta, con un cast di bravissimi attori, in gran parte calabresi, che riescono a essere credibili sia come calabresi che come membri di una famiglia malavitosa.
Costruito da Munzi assieme a Maurizio Braucci, sceneggiatore di “Gomorra” e del “Pasolini” di Ferrara, e a Fabrizio Ruggirello, è una specie di tragedia antichissima ambientata ai giorni d’oggi tra Amsterdam, Milano e la Calabria più buia, che vede il disfacimento di una famiglia segnata dalla logica dell’ndrangheta, del dominio del territorio e della vendetta. Nei primi dieci minuti Munzi ci spiega perfettamente il giro della coca e il legame tra la Milano che costruisce e l’ndrangheta. Alla faccia di Lega e Forza Italia.
Il film si perde un po’ in un moralismo fofian-mereghettiano nella parte finale, quando si deve scegliere se puntare alla tarantinata o alla tragedia classica. Ma il gioco tra i fratelli, così diversi e così uniti, su chi sia davvero il più forte fra di loro è ben costruito.
Quanto a “La cura del gorilla”, Cine 34 alle’1, 10, girato da Carlo Sigon e tratto dai romanzi di Sandrone Dazieri ricordo che capimmo dopo dieci minuti che non funzionava proprio la scelta di Claudio Bisio come protagonista. Troppo da commedia, poco credibile. Peccato, perché era una bella produzione con ottimi attori, Maurizio Totti portò in Italia anche il grande Ernest Borgnine. Io e Gmax siamo impazziti quando lo vedemmo all’anteprima.
Ma il film era proprio sbagliato e bloccò anche le possibilità di farne una serie. Nella notte, a parte il grande film anticapitalista e antimacroniano di Stéphane Brizé, “La legge del mercato”, con Vincent Lindon, Rai Movie alle 2, 05, non posso che segnalarvi una Laura Antonelli fenomenale che sconvolse non solo Jean-Paul Belmondo, rubandolo a Ursula Andress, ma anche tutti i giovinetti del tempo, quando appare nuda in “Trappola per un lupo” di Claude Chabrol. Ricordo che rimanemmo allibiti di fronte al nudo spettacolare di Laura Antonelli, che trionfava anche nelle nostre locandine col sedere di fuori, malgrado la protagonista femminile fosse la ben più importante Mia Farrow.
Ma come il Docteur Popaul di Belmondo anche noi ci esaltammo per Laura Antonelli, che aveva davvero rubato Bebel a Ursula davanti ai suoi occhi. Ursula se ne andò di casa senza una valigia mollandolo per sempre. E’ una rarità da non perdere, Rai Movie 3, 30, anche “L’incredibile affare Kopshenko”, inglesissimo film di spie diretto da Dick Clement, che lo scrisse assieme al suo poi storico cosceneggiatore Ian La Frenais.
Ci sono Tom Courtenay appena uscito da “Billy il bugiardo”, Romy Schneider, Alan Badel. Credo sia invece terribile, Cine 34 alle 3, 50, il macaroni war movie italo-spagnolo “L’urlo dei giganti” con Jack Palance, Alberto De Mendoza e Andrea Bosic, prodotto da Edmondo Amati e diretto da Leon Klimovsky col nome d’arte, un po’ eccessivo, di Henry Mankiewicz Il terzo fratello Mankiewicz, insomma, see…
laura antonelli trappola per un lupomatilda de angelis youtopia
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