notte oscar

GLI OSCAR DEI GIUSTI – TRIONFA "LA FORMA DELL’ACQUA": AL FILM DI DEL TORO 4 PREMI FRA CUI LA MIGLIOR REGIA – OLDMAN, IL MIGLIOR ATTORE – L’ATTRICE E’ FRANCES MCDORMAND CHE FA ALZARE TUTTE LE DONNE NOMINATE AL GRIDO DI “INCLUSION RIDER” – UNA STATUETTA PER IL FILM DI GUADAGNINO (SCENEGGIATURA NON ORIGINALE) – "IL SUCCESSO DE "LA FORMA DELL’ACQUA" E DI "TRE MANIFESTI" È ANCHE QUELLO DEL FESTIVAL DI VENEZIA CHE LI HA SCELTI E PREMIATI. BARBERA RULES!" – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

guillermo del toro

E gli Oscar 2018? Sono andati come tutti, ma davvero tutti avevano previsto. La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro vince i premi maggiori, Miglior Film, Miglior Regia, ma anche scenografia e musica. Trionfo per i registi messicani. E è giusto così negli anni di Trump. Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonaugh vince per la Migliore Attrice, Frances McDormand, e il Miglior Attore Non protagonista, Sam Rockwell. Anche questo era prevedibile.

 

notte oscargary oldman

Se Sam Rockwell, che vince il suo primo Oscar a 46 anni, ci commuove dedicandolo al “suo vecchio amico Phil Seymour Hoffman”, Frances McDormand, al suo secondo Oscar dopo Fargo, domina totalmente la scena, fa alzare tutte le donne nominate dalle loro sedie al grido di “Stand with me” e con la battuta, “Dai, Meryl, se lo fai te, lo fanno tutte”, dedica a tutte loro l’Oscar e lancia la proposta a tutti gli attori top di chiedere nei loro contratti la “inclusion rider”, cioè una richiesta che ci sia il 50% di diversità, di gender e di razza, non solo nei cast, ma anche nelle troupe dei loro film. Dopo aver vinto ogni possibile premio in questa stagione, ha vinto anche sul palco come miglior discorso. Vi facciamo notare che il successo clamoroso di questi due film è anche quello del Festival di Venezia che li ha scelti e premiati nello scorso settembre. Barbera rules!

 

frances mcdormand

Gary Oldman, invece, che ha vinto come Miglior Attore per L’ora più buia, dopo tanti anni di attesa, saluta la mamma novantenne in Inghilterra e le chiede di “attaccare il bollitore per il tè, che sta tornando a casa con l’Oscar”.  A proposito di mamme, Allison Janney vince come Migliore Attrice Non protagonista come mamma cattivissima di Margot Robbie in I, Tonya. Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino vince, come era stato ampliamente anticipato, per la migliore sceneggiatura non originale. James Ivory, novantenne, che indossava una maglietta col volto di Thimothée Chalamet, protagonista del film, ringrazia giustamente Luca Guadagnino, non solo regista, ma nei titoli di tutto il mondo anche cosceneggiatore del film, evitando così strascichi polemici.

 

sam rockwell

La migliore sceneggiatura originale va invece a Jordan Peele per Get Out. E’ un premio importante perché è la prima volta che un afro-americano vince l’Oscar per la sceneggiatura. Prima volta anche per Roger Deakins, il direttore della fotografia di Blade Runner 2048, dopo ben 14 nomination. Premio tardivo ma meritatissimo. Blade Runner vince anche per gli effetti speciali, mentre i il suono e il mixer vanno a Dunkirk. Oscar per i costumi, invece, a Mark Bridges per Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, veramente non troppo meritati, visto che sono la cosa più debole del film. Miglior Film Straniero è A Fantastic Woman del cileno Sebastian Lelio, cosa che si sapeva dall’anno scorso, mentre ci ha sorpreso il premio al Miglior Documentario che non va a Agnes Varda e Jr per Visages Villages ma a Icarus. Kobe Bryant viene premiato per il miglior corto animato, mentre Coco trionfa come miglior lungometraggio d’animazione. Più che giusto. E uno dei due co-registi, Adrian Molina, lo dedica al marito.

 

james ivory

Insomma, tutto è andato come doveva andare in un’edizione dominata da grandi signore dello spettacolo non più giovanissime, da Eve Marie Saint, ancora elegantissima a 93 anni, a Rita Moreno, 86 anni, che si è rimessa l’abito degli Oscar del 1962, a Agnes Varda, 89 anni, elegantissima con un vestito Gucci, alla coppia più sgarzula Jane Fonda-Helen Mirren. Personalmente sono contento per i premi maggiori, i grandi sconfitti, soprattutto Lady Bird, ma anche Il filo nascosto, non erano film così forte e da Oscar. Il primo troppo indie, il secondo troppo perfettino per i critici parrucconi. L’Italia se ne esce benissimo grazie alle quattro nomination, e a un Oscar vinto, a Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. E l’anno prossimo, magari ci rifaremo con Soldado di Stefano Sollima e Suspiria dello stesso Guadagnino. Per tutta l’industria italiana questa vetrina agli Oscar è una boccata di ossigeno davvero inaspettata. Inoltre si rafforza ancora una volta il Festival di Venezia grazie al successo di La forma dell’acqua e a Tre manifesti a Ebbing, Missouri e, non a caso, Guillermo Del Toro sarà il presidente della giuria della edizione di quest’anno. Va bene così.

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margot robbie