DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Marco Giusti per Dagospia
Basta con le metafore, i dentisti di Latina che sbroccano, le riletture moderne dei classici, l'ego smisurato dei registi. Finalmente un film sulla realtà. Politico, duro, realista, da fare vedere a Macron e a Draghi. Magari un po' monotematici ma che va dritto al punto.
Capitolo finale di una strepitosa trilogia sul lavoro ideata e diretta da Stephane Brize', che l'ha scritta assieme a Olivier Gorge e ha trovato in tutti e tre i film un protagonista eccezionale come Vincent Lindon, "Un autre monde", a differenza di "La legge del lavoro" e "In guerra" è costruito interamente sul personaggio di un dirigente di fabbrica, Philippe Lemesle, legato a una multinazionale americana che cerca di salvare contemporaneamente la sua famiglia, una moglie che vuole divorziare un figlio problematico e la sua fabbrica, che gli si chiede di ristrutturare tagliando posti su posti.
L'inizio con Vincent Lindon assillato dai numeri, quello che possiede, quello che gli chiede la moglie, 375 mila euro, gli esuberi, 58 persone su 500 perderanno il posto, deve scegliere al più presto, è di grande presa. Anche noi siamo lì, in quei numeri. Alla ricerca di una umanità che in parte ha smarrito e di un calore familiare che poco ha coltivato, solo sei weekend in due anni ha concesso alla famiglia gli rimprovera la moglie, Sandrine Kimberlain, cerca di capire come salvare la sua fabbrica tagliando meno di quello che gli è stato chiesto.
Si scontra così con Claire, Maria Drucker, la responsabile francese della multinazionale per cui lavora, che non mostra nessun interesse per una soluzione più indolore rispetto agli ordini arrivati dall'alto e vuole solo arrivare al numero richiesto.
In un mondo così arido e spersonalizzato, la malattia del figlio, che dichiara che lo ha chiamato Zuckemberg e avrà presto un posto su Facebook, sembra quasi una risposta umana al disastro dei rapporti umani. Ottimo film, magari non adatto a una giuria così estrosa, vanta però un protagonista, Vincent Lindon che ha buone possibilità di essere premiato e che se la vedrà con Oscar Isaac e con Toni Servillo.
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